Provincia Under Attack/23: le piste della Procura

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Un antico detto (che era anche un’affermazione!!) diceva che tutte le strade portano a Roma. Verissimo!! Nella nostra realtà, da un po’ di tempo a questa parte, parafrasando quello antico è stato coniato un detto più adeguato ai tempi: “Tutte le piste portano in Provincia”. Sembra proprio così, ormai le notizie, le indiscrezioni, le false affermazioni, le velenose soffiate sono all’ordine del giorno, anzi “ad horas”. Sembra di essere arrivati al “tutti contro tutti”, anche se il castello, ovvero il sacrario o il santuario di tutti i segreti sembra essere ancora al sicuro in una sonnecchiante e caldissima estate. Qualcuno ora dirà che riapro il libro dei ricordi, ma è inevitabile che avvenga perché la storia (come dicevo ieri) purtroppo si ripete con una tale impietosità da far accapponare la pelle anche con il gran caldo. Ricordo l’estate del ’92, prima che scattassero gli arresti del 23 luglio in relazione alla Fondovalle Calore, ricordo le inquietudini che vivevamo in tutte le redazioni salernitane. Io ero direttore di Tv/Oggi e non c’era giorno, non c’era ora che sul mio tavolo non arrivassero indiscrezioni, segnalazioni, soffiate, smentite. La procura dell’epoca (con Vito Di Nicola, Luigi D’Alessio e Michelangelo Russo che Il quotidiano “Il Mattino” battezzò “i tre Di Pietro di Salerno”) riuscì a sequestrare nello studio dell’ing. Galdi addirittura un timbro gommato del Comune di Salerno, sembrava la prova regina degli intrallazzi tra Comune, tecnici “compassi d’oro” e il ministero delle aree urbane. Era soltanto la prova provata dell’interesse che il Comune sollecitava il Ministero per la famosa metropolitana che a causa di quell’inchiesta è ancora ferma al palo dopo vent’anni.  Dopo quattro lustri le storie sono sempre quelle perché, come dicevo ieri, gli errori dei politici sono sempre gli stessi: privilegiano soltanto le loro aree di provenienza anagrafica ed elettorale. Carmelo Conte aveva scaricato tran parte di Eboli a Salerno per l’occupazione dell’allora USL/53, della Provincia, del Comune, del San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona; Edmondo Cirielli ha scaricato gran parte di Cava de’ Tirreni, di Nocera, di Pagani, di Scafati, di Angri, ecc. ecc. per occupare tutto quello che c’è da occupare. Questa politica non regge, non porta da nessuna parte ed è foriera di disgrazie e di gran voglia di giustizialismo anche da parte delle altri componenti dello stesso partito. Sui giornali ieri è apparsa la notizia che il pm Montemurro sta indagando addirittura sulla celebrazione del Millennio ndi Cava de’ Tirreni come su altre importanti manifestazione della città metelliana. Un suggerimento per Montemurro lo avrei; fa bene ad indagare su questo fronte ma l’indagini la piloti in modo tale da colpire l’insipienza del centro-destra salernitano e cavese che è riuscito a devastare un grande evento come quello del Millennio, che l’ex sindaco Luigi Gravagnuolo aveva preparato con grande cura, fino a ridurlo a poco più di una timida passerella per pochi personaggi politici e nulla più. Su una cosa, però, Vincenzo Montemurro dovrebbe concentrare la sua attenzione e cioè il brusco cambiamento di attenzione da parte dell’ex abate Chianetta (prima rivolta a Gravagnuolo e poi con troppo disincanto a Cirielli) ed il suo successivo repentino allontanamento dalla direzione dell’Abbazia proprio in prossimità del Millennio. Tutto il resto sono sostanzialmente delle cavolate che il muro di gomma dello staff della Provincia potrà superare facilmente se manterrà compattezza ed assoluta riservatezza. Tutti dovranno essere pronti a sopportare il peso di altri veleni, di altre accuse, di altre indiscrezioni e di altri tradimenti, non solo quello del carabiniere amico di un  consigliere provinciale dell’opposizione. Vedremo ! ! Il resto ce lo dirà la storia dei prossimi mesi.

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