VINCENZO BOCCIA: dall’impresa … alla politica ?

Aldo Bianchini

SALERNO – Non conosco direttamente Vincenzo Boccia, negli anni ho seguito la sua escalation imprenditoriale dalle cronache degli avvenimenti. L’ho visto in tv, su “Porta a Porta” di Bruno Vespa, la sera del 16 aprile 2013 e sono rimasto colpito dalla padronanza con cui affrontati gli argomenti che venivano trattati e dal suo self-control in puro stile britannico. Non è freddo ma semplicemente calcolato il suo atteggiamento, attento a non debordare dal tema trattato e, soprattutto, a non ripetersi mai. Vincenzo Boccia è nato a Salerno nel 1964, laurea in economia e commercio, amministratore delegato della Arti Grafiche Boccia spa di Salerno, fiore all’occhiello dell’imprenditoria salernitana, un’azienda fondata con grandi sacrifici dal padre ma rinnovata e modernizzata dal figlio con grande professionalità. Attualmente è presidente di Piccola Industria e vicepresidente di Confindustria con delega per il credito e la finanza per le PMI. E’ inoltre rappresentante di Confindustria presso il BUSINESSMED. Ma andiamo rapidamente alla trasmissione “Porta a Porta”. Nei pochi minuti che ha avuto a disposizione per dire la sua sui temi trattati, in particolare sul mondo del lavoro e dell’economia, lo ha fatto con assoluta padronanza, senza tentennamenti o cedimenti emotivi, ed ha parlato evitando gli inutili ma consueti giri di parole. Ad esempio, mentre si accennava alle difficoltà di formare il nuovo governo, ha detto con semplicità: “uscire dalle tattiche, entrare nei contenuti”. Sembra una frase fatta ma non è così. Nella realtà Vincenzo Boccia con quella frase di poche parole è riuscito a descrivere la situazione di stallo del nostro Paese. Altre brevi frasi mi hanno colpito nel corso dei suoi interventi: “Non solo stabilità ma anche qualità, e la stabilità non sempre si sposa con la qualità” per poi proseguire con “Ansietà comporta la contrazione dei consumi” e concludere con il problema lavoro significando che il “costo del lavoro per unità di prodotto nello scambio salario-produttività”. Insomma una sintesi perfetta della situazione di fatto, ma anche sottintese soluzioni mentre, invece, dalla politica arrivano soltanto parole su parole nell’esaltazione del politichese più infimo. Mentre lo seguivo in tv ho avuto netta la sensazione di assistere alla performance televisiva di un signore che pur venendo da un mondo lontanissimo dalla politica stava impartendo lezioni di politica vera o, meglio ancora, stava offrendo lezioni di imprenditoria e di economia applicate alla politica. Un eclatante esempio della creatività e praticità di un uomo del sud. E mentre “Porta a Porta” si allungava nella notte mi è venuto da pensare e da meditare sul perché un personaggio come Vincenzo Boccia non si sia mai impegnato, almeno apertamente, nella gestione diretta della “cosa pubblica salernitana” in cui, comunque, stazionano e vivacchiano una moltitudine di persone, senza arte né parte, capaci solo di far accapponare la pelle per la loro poco lungimiranza (per non dire altro !!) e la loro enorme arroganza. Non riesco a capire perché detti personaggi, a Salerno ce ne sono pochi in verità, debbano sempre rimanere un po’ defilati tra le seconde o le terze file. In fin dei conti non devono niente a nessuno e, come nel caso di Vincenzo Boccia, si sono formati all’ombra dei genitori ma autonomamente in un mondo che non concede facilmente spazi di manovra o cambiali in bianco a chicchessia, qualunque sia il suo nome o la sua casta di appartenenza. Nel caso specifico Boccia è riuscito a far compiere alla “sua azienda” una trasformazione globale in un passaggio generazionale senza traumi apparenti e salvaguardando i posti di lavoro, se non incrementandoli. Questi sono i classici esempi dei figli che superano i padri (con tutto il rispetto per loro padri !!) mantenendo vive le radici e le tradizioni familiari ma passando dalla classica “pacca sulle  spalle” ad un rapporto imprenditore-azienda-risorse umane basato sullo sviluppo della managerialità a tutti i livelli. Questo discorso si inquadra alla perfezione in quello più ampio che ho già fatto quando ho parlato delle vecchie e nuove caste salernitane.  A Salerno c’è bisogno di “aria nuova e pulita” in tutti i settori ed a tutti i livelli della vita pubblica; mi auguro che Boccia ed altri decidano di restituire alla Città, in termini di reddito psicologico collettivo, quello che da essa comunque hanno avuto direttamente o indirettamente.

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