BERSAGLIERI: finalmente !! grazie Salvatore Aversano

Aldo Bianchini

SALERNO – Dopo il flop di sabato mattina con una Città bloccata per niente in quanto le manifestazioni erano poche e solo al centro è arrivato il successo con migliaia e migliaia di “bersaglieri” a sfilare da Mercatello fino a Piazza della Concordia. Quello che non  avevo visto sabato l’ho toccato con mano ieri mattina, domenica 19 maggio 2013, dal mio posto di osservazione privilegiato: il balcone di casa sulla dorsale di Via Torrione. Un bravo e un grazie va, ovviamente, all’ideatore di tutto quello che abbiamo visto, il vulcanico Salvatore Aversano che si è speso ed ha speso in prima persona per questa Città, per la sua Città e, naturalmente, per molti amici all’infuori del sottoscritto. Ma il successo è stato traboccante ed a tratti inebriante. Una sana iniezione domenicale di “amore patriottico”, che solo i bersaglieri sanno dare, in un momento in cui c’è davvero tanto bisogno di riscoprire quel “senso di appartenenza” che sembra offuscato nella notte dei tempi. Non si può e non si deve negare a Cesare quel che è di Cesare, e Salvatore i complimenti li merita tutti. Un’ala impressionante di folla ha fatto da cornice agli strombazzanti  bersaglieri, ai loro parenti ed a tutti gli stendardi; davvero in migliaia e migliaia. Almeno per me il momento più toccante è stato il passaggio di un gruppo di bersaglieri del Trentino che suonavano la canzone del Piave. Poche note, purtroppo, ma splendidamente sublimi che mi hanno commosso e mi hanno riportato alla mente la strana e drammatica storia di “due ragazzi muresi” partiti baldanzosi per la grande guerra. Erano i miei nonni (quello materno Feleciantonio e quello paterno Felice), giovani sposi, arruolati nella fanteria, furono inviati al fronte sul Monte Grappa. Erano già amici, sul fronte lo divennero ancora di più; avevano entrambi famiglia e figli. Uscirono indenni dalla prima battaglia sul Grappa (nella zona tra il Brenta e il Piave) combattuta tra il 13 e il 26 novembre del 1917. Caddero feriti entrambi nella seconda battaglia del Grappa (24 ott. – 3 nov. 1918, 250 mila soldati, 5.200 morti e 18.500 feriti) combattuta agli ordini dei generali Armando Diaz e Gaetano Giardino. Passarono molti mesi senza loro notizie. Poi, così come erano partiti, dopo la fine del conflitto tornarono insieme in paese, a Muro Lucano (PZ), nonno Feliciantonio seriamente ferito ad una gamba, nonno Felice chiuso in una bara (era deceduto a causa delle gravi ferite e di complicazioni polmonari). E fu proprio lui, nonno Feliciantonio, a portare la straziante notizia a mia nonna Brigida qualche minuto prima che arrivassero in casa le spoglie del marito. Mai e poi mai avrebbero immaginato, mentre fianco a fianco  combattevano nelle trincee innevate e fangose del Grappa, che due loro figli (Giuseppe e Maria, mio padre e mia madre) molti anni dopo si sarebbero conosciuti, innamorati e sposati. Me lo raccontava spesso mio nonno Feliciantonio, fortemente invalido, nelle sere fredde dei lunghi inverni muresi, seduti di fronte al camino. Ero, forse, il nipote che lo ascoltava di più e che sicuramente gli dava più spazio per la rivisitazione dei suoi ricordi. Mia nonna Brigida, invece, non mi ha mai raccontato nulla di quella straziante giornata. Qualche anno prima della grande guerra erano stati e si erano frequentati, i miei nonni (con le nonne), negli USA come emigranti per lavoro ed avevano fatto rapido ritorno in seguito all’esplosione del conflitto mondiale. Ovviamente nulla a che vedere con i bersaglieri, loro, i miei nonni, erano semplici fanti che avevano difeso la Patria e che, almeno il nonno sopravvissuto, mi parlava spesso e con enfasi degli atti eroici dei bersaglieri, quasi come a dire che il loro sacrificio non fosse stato un atto di vero eroismo ma una cosa semplice e naturale per la Patria. Per questo, anche per questo, dico grazie a Salvatore Aversano. Tre ore di sfilata ci hanno restituito un po’ di spirito patriottico che ha offuscato i problemi e le divisioni di oggi.  Che dire, infine, della sfilata: bella, bellissima ma con i soliti distinguo. Molto ben organizzati i gruppi del centro-nord, più arrangiati quelli del centro sud; unico, però, il sentimento patriottico. Chiusura d’obbligo per il gruppo di Salerno, composto nel suo portamento, prima dello striscione finale che invita tutti ad Asti per il raduno del 2014.

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