TAR: sulla soppressione parlano anche i magistrati !!

Aldo Bianchini

 

SALERNO – Dopo le lamentele inutili dei politici (locali e non) arrivano anche le lamentele, parimenti inutili, dei magistrati. Tutti a protestare contro la soppressione di alcune sedi TAR (Tribunale Amministrativo Regionale), tra le quali anche quella di Salerno. Il bello, per non dire inquietante, della situazione è che a protestare sono stati per primi i politici di sinistra e i magistrati appartenenti alla corrente di sinistra della magistratura. Ora arriva anche la vibrata protesta (quasi come un novello Stentore che per contrastare la baldanzosità dei troiani arringa gli Achei dicendo loro che sono delle pappamolle e delle viole mammole) di Giampiero Lo Presti (presidente dell’ANMA – Associazione Nazionale Magistrati Amministrativi) che non riesce proprio a capire (forse sarebbe meglio dire “digerire”) il provvedimento di soppressione delle otto sedi che a suo dire colpirebbe otto grandi città come:  Catania, Lecce, Reggio Calabria, Salerno, Latina, Pescara, Parma, Brescia, con carichi di lavoro cospicui e di grande impatto sul contenzioso. <<Un’operazione costosa e inutile -aggiunge Lo Presti- sia sotto l’aspetto dei costi (per il necessario reperimento di nuove sedi, per la predisposizione dei locali, per il trasloco, per le indennità da corrispondere al personale), sia sotto il punto di vista dell’efficienza (per l’ingolfamento delle sedi più grandi, già in maggiore difficoltà rispetto alle altre); sia sotto l’aspetto dell’allontanamento della giustizia dai cittadini (che sarebbero costretti a recarsi presso Tribunali distanti dal luogo ove si esercita l’attività)>>. Per carità sono considerazioni tutte legittime ancorchè provenienti da un magistrato di alta esperienza come il dr. Lo Presti; quello che sorprende è un’altra cosa, cioè il fatto che nessuno dei due (politici e magistrati) vogliono capire che <<la musica è cambiata>>. Troppo bello e troppo facile ai tempi di Berlusconi gridare tutti in coro (politici di sinistra e magistrati) alla <<puzza di regime>> sull’onda canterina del cavaliere (perché andava a cavallo) Francesco Saverio Borrelli (già procuratore capo di Milano) che per primo lanciò l’allarme e gridò <<resistere, resistere, resistere>> contro il decisionismo dell’ex cavaliere della repubblica. Ora, dicevo, la musica è cambiata e al comando di tutto c’è un uomo solo, Matteo Renzi, contro il quale nessuno può permettersi il lusso di paventare la <<puzza di regime>> anche se in pratica è più decisionista di dieci ex cavalieri della repubblica messi assieme. Ne sa qualcosa addirittura anche l’Europa, ma i politici e i magistrati di sinistra in Italia fanno finta di non essersene accorti; ma Matteo va a gonfie vele e non spezza ma travolge ogni <<resistenza>> al suo passaggio; del resto l’hanno voluto soprattutto quelli di sinistra, siano essi politici che magistrati. Ma il bello, anzi il brutto, per entrambi deve ancora venire. Ci faremo un sacco di risate quando, come annunciato, il bravo Matteo rivoluzionerà la giustizia con i famosi dodici punti. E pensare che sulla giustizia Berlusconi ci ha rimesso le penne perché ha parlato troppo e fatto poco ed anche perché si è esposto banalmente e malamente all’accanimento di cui obiettivamente è stato vittima. Ma con la giustizia si è fatto male anche chi senza parlare ha operato; solo per la cronaca è il caso di ricordare cosa accadde all’ex ministro della giustizia Clemente Mastella che nei due anni di mandato aveva apportato modifiche molto serie al <<sistema giustizia>> di questo Paese; in questo caso stava per rimetterci le  penne anche Romano Prodi e forse addirittura Giorgio Napolitano se qualcuno o qualcosa non avesse per tempo fermato la mano di Luigi De Magistris, ex potente pm di Catanzaro ed attuale sindaco di Napoli. Come andrà a finire ? Difficile rispondere con precisione, ma tutto lascia pensare che la <<riforma della giustizia>> si farà, ed anche in tempi brevi, che il CSM (Consiglio Superiore della Magistratura), l’ANM (Associazione Nazionale Magistrati) e le Correnti Interne perderanno gran parte del loro potere, e che molti magistrati dovranno mettersi sotto a lavorare seriamente in piena autonomia e indipendenza se non vorranno perdere tutto quello che in maniera legittima spetta alla loro categoria. Se tutto questo non dovesse accadere significherà che dovremmo predisporci ad un nuovo lungo periodo di latitanza della politica che da oltre vent’anni è stata in pratica fermata dall’incalzante potere dei magistrati. La battaglia non è facile, sarà lunga e insidiosa, probabilmente pagheranno i più deboli (come le sedi giudiziarie di Tar e Tribunali, trasferimenti personale, ecc.) prima di arrivare al cuore del problema che è e resta il potere dei magistrati, un potere che inevitabilmente collide con quello della politica che è e rimane il vero potere legittimato dal voto e dalla scelta degli elettori. Per il momento pagano, purtroppo, le sedi TAR di  Catania, Lecce, Reggio Calabria, Salerno, Latina, Pescara, Parma, Brescia, con tutte le conseguenze del caso. Ma si sa, diceva l’esperta vecchia, la guerra è guerra.

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