Combattere il colesterolo senza farmaci

 

Di Giovanna Senatore

In questa nostra epoca le malattie che dipendono dallo stile di vita sono in continuo

aumento ma l’incomprensibile è che anzichè impegnarsi, almeno all’inizio della

diagnosi, con qualche rinuncia alimentare si preferisce scegliere la strada più

semplice quella che prevede una cura farmacologica. L’ipercolesterolemia rientra

nelle patologia che dipendono, in parte o totalmente, da una dieta ricca di grassi saturi

e scarso movimento ma che spesso viene “curata” immediatamente con i farmaci.

Il colesterolo è il più importante sterolo di origine animale che rientra nella categoria

dei lipidi, insieme ai gliceridi e ai fosfolipidi va formare il foglietto lipidico delle

membrane cellulari. Esso in parte ha origine endogena la cui biosintesi avviene nel

fegato sotto il controllo del sistema endocrino e in rapporto all’alimentazione e in

parte è esogeno cioè dipendente da ciò che mangiamo.

Nell’organismo umano, tale molecola, svolge numerose funzioni: interviene nella

trasmissione nervosa, rende le membrane permeabili all’ingresso delle molecole,

regola l’equilibrio endocrino, è un precursore di ormoni e vitamine ecc, ciò dimostra

che non va demonizzato in assoluto.

Generalmente l’organismo umano è capace di mantenere stabili i valori del

colesterolo, ma a volte un’alimentazione particolarmente grassa o una situazione di

familiarietà in cui un difetto genetico causa un aumento endogeno di questo sterolo

causa una situazione di ipercolesterolemia. Bisogna dire che, fortunatamente, questi

casi sono rari mentre è frequente che la causa sia l’abbondanza di alimenti grassi.

Una dieta ricca di lipidi saturi, età superiore ai 45 anni per gli uomini e 55 per le

donne, eventuali disfunzioni tiroidee, epatiche e renali, scarsa attività fisica,

sovrappeso, fumo sono le cause che determinano l’aumento del colesterolo totale, che

se supera i 200 mg/dL va a costituire un fattore predisponente all’aterosclerosi.

Per essere trasportato nel sangue, questo sterolo, viene rivestito da lipoproteine, ossia

molecole di grasso all’interno di altre anfitatiche come le proteine e i fosfolipidi. Tali

lipoproteine si distinguono tra quelle a bassa densità LDL (low density lipoprotein)

che portano il colesterolo dal fegato dove viene sintetizzato ai tessuti dove viene

utilizzato e quelle ad alta densità HDL (high density lipoprotein) che invece lo

raccolgono e lo trasportano nel verso contrario. L’LDL viene detto “cattivo” in quanto

si va a depositare nei tessuti causando l’aterosclerosi, l’HDL è il “buono” perchè fa si

che il colesterolo non si accumuli: l’obiettivo di una terapia nutrizionale e/o

farmacologica è quello di tenere entro i limiti l’LDL (sotto i 130 mg/dL) e far

aumentare l’HDL (>60 mg/dL) così da evitare, anzi, prevenire, problemi

cardiocircolatori.

Prima di ricorrere ai farmaci, soprattutto se si è in giovane età, bisognerebbe, quindi,

apportare delle correzioni al proprio stile di vita, oltre a smettere di fumare, è

necessario agire sul sovrappeso con l’attività fisica e con la dieta:

– ridurre la quota di grassi sotto il 30% delle chilocalorie totali giornaliere (in

particolare quelli saturi che contribuiscono, anche, alla formazione del

colesterolo endogeno a cominciare dall’acetil-CoA),

– preferire il consumo di cereali integrali, legumi, frutta, e verdura

– l’olio extravergine di oliva deve sostituire il burro,

– il consumo di formaggi, carne e uova va limitato,

– il pesce, soprattutto quello azzurro, è da preferire, perchè, insieme ai semi e

alla frutta secca, apporta acidi grassi essenziali importanti per la prevenzione

dell’aterosclerosi.

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