Scoppia un vulcanello, due piccole vite si spezzano

di Barbara Filippone

Ancora una volta a perdere la vita sono due angeli: il 27 settembre, in una calda giornata di sole, verso mezzogiorno una tragedia nella riserva naturale delle Macalube ad Aragona (Agrigento) avrebbe cambiato e sconvolto la vita di un’intera famiglia; a perdere infatti la loro piccola vita sono stati Carmelo 9 anni e Laura 7 anni, nel giorno del compleanno di Carmelo che aveva espresso a suo padre il desiderio di vistare i Vulcanelli, attrazione turistica nell’agrigentino.

Una tragedia annunciata? Almeno è questo che ora deve stabilire la magistratura; in effetti il fenomeno che riguarda i  vulcanelli nella provincia di Agrigento (chiamati “maccalube” in siciliano)  non ha nulla a che fare con i vulcani che sputano lava; in effetti in quelle zone, a grandi profondità sottoterra si trovano strati di argilla alternati a strati di acqua salmastra che a loro volta sovrastano alcune bolle di gas metano; quando questa massa di liquido e gas, nella sua “ascesa” porta con sé acqua, argilla e altri minerali che appaiono sotto forma di fango,  affiora in superficie dà origine ai cosiddetti “vulcanelli”. Questo il fenomeno che secondo il  presidente di Legambiente Sicilia, Mimmo Fontana, nessuno poteva prevedere; infatti ha dichiarato che 20 minuti prima dello scoppio, un loro collaboratore era andato a controllare la collina delle Macalube, come consuetudine. Eventi simili a quello accaduto hanno sempre dato dei preavvisi, come il bollore continuo dei vulcanelli e il rigonfiamento del suolo. Niente di tutto ciò era stato registrato ieri mattina. Non c’era quindi motivo di dare alcun allarme.

Il papà Rosario che ha assistito alla tragedia e che ha visto i suoi piccoli travolti dal fango non è riuscito a far nulla per loro, non è riuscito a salvarli, è sconvolto e distrutto dal dolore e insieme alla moglie Giovanna recatasi sul posto della tragedia ha visto in un attimo la sua vita finire… ed è quello che hanno dichiarato all’ospedale “San Giovanni di Dio” di Agrigento, da dove i coniugi di Aragona non si sono più mossi: “ La nostra vita è finita oggi!”

E allora mi viene da chiedermi cosa sia il dolore…?

Tante volte ho potuto farmi questa domanda ma mai prima di oggi non avevo riflettuto seriamente su cosa fosse veramente il dolore… e le parole di quei genitori purtroppo mi hanno dato consapevolezza: il dolore credo sia qualcosa che dentro ti lacera, ti lascia indifeso. Come combattere allora il dolore? Il dolore va vissuto, affrontato, è qualcosa che ti devasta dentro e fuori e trovare le forze perché lui possa essere battuto e abbattuto è capacità di grandi eroi… perché la vita continua, tutto intorno a te continua a girare, le persone che ti circondano continuano a vivere normalmente mentre tu inizi a non vivere più…e poi all’improvviso scopri che chi ha bisogno di te deve continuare a pensare che la vita è meravigliosa e assecondando il desiderio della parte migliore di te, di ciò che ha dato un senso alla tua vita, più che mai necessita di un condottiero vicino… e allora ti rendi conto che la battaglia la vincerete insieme consapevoli che il dolore morirà. Ma lì quella forza è venuta meno, quei figli che dovrebbero dare la forza non ci sono più e proprio la loro morte è la causa di quel dolore. E allora che fare? Sicuramente questi genitori dovranno trovare la forza di andare avanti, soprattutto dopo che il clamore e le luci accese sui funerali dei loro figli celebrati in data 30 settembre, regalerà solo un profondo silenzio come compagno di viaggio in una vita che sembra non avere più un seguito…

Realtà e vicende che non comprendiamo, accadimenti che lasciano tutti sconvolti e resta così il ricordo vivo di chi li ha conosciuto quelle anime semplici che troppo presto hanno lasciato questa Terra… Dal 27 settembre due angeli veglieranno sulle nostre vite…

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