Strage di Silla. Ancora rilievi perché?

 

Antonio Citera

 

SASSANO – Un esercito tra periti, legali e carabinieri accalcati sul luogo della tragedia che più di due settimane fa è costata la vita a quattro ragazzi di Sassano. Una dinamica secondo il procuratore di Lagonegro in parte  ancora da ricostruire. Un’auto lanciata a 150 km all’ora che come un razzo è piombata sui poveri giovani seduti davanti al bar. Eppure la folle corsa di Gianni Paciello con la sua Bmw nera è stata immortalata attimo per attimo dalle telecamere poste lungo la strada che da Trinità porta alla rotonda di Silla. Un video chiaro che evidenzia la corsa irrazionale di un ragazzo ubriaco si ma, anche capace di intendere e volere. Dal filmato si evince che Gianni Paciello che sovente tagliava dritto proprio su quella rotonda andando contromano, in quel frangente si è accorto che di fronte stava sopraggiungendo un’auto quindi, ha virato bruscamente per poi impattare sul cordolo della rotonda spiccando il volo omicida. Riflessi pronti i suoi che davanti al pericolo imminente ha saputo reagire volendo a tutti i costi cambiare la traiettoria della sua vettura. Una dinamica chiara ed evidente che andrebbe punita così come è avvenuta senza ricercare eventuali cavilli. Invece no, ancora si fanno rilievi, inutili quanto dannosi alla giustizia e alle aspettative dei familiari delle vittime che vogliono giustizia celere. Una giustizia già segnata da una legge che nello specifico non condanna l’omicidio così com’è avvenuto ma, lo attenua, non ammette la volontà del reato ma, solo la colpa riducendo così la pena finale. Una legge sciocca che non tiene conto del dolore e della tragedia provocata da sprazzi di pazzia controllata e ripetuta nel tempo, una pazzia esibizionista e arrogante, una passerella segnata da un egocentrismo senza giustificazione. Si fa presto a dire chi guidava era sotto effetto di alcol, quasi a giustificare l’azione non voluta ma provocata dalla circostanza. Lo Stato forse dopo la lezione e le polemiche di questa strage prenderà le misure giuste per arginare il fenomeno straripante che, miete vittime innocenti in tutta Italia. Ognuno faccia la sua parte, i colpevoli vanno puniti senza pietà, senza scusanti e soprattutto il più presto possibile per dare sollievo a chi si è trovato involontariamente a essere vittima di un circolo vizioso chiamato garantismo a tutti i costi. A Sassano le persone sono ancora distrutte da questa tragedia, i riflettori dei media si sono spenti lasciando scie di immancabile sceneggiata all’Italiana speculando sulla disgrazia. I familiari, i cittadini tutti vogliono solo giustizia vogliono preservare la loro incolumità da possibili altre tragedie simili che visti i risvolti e le voci di popolo sono sempre dietro l’angolo. L’appello è chiaro, chi sbaglia paga, chi sa parli, chi tutela la sicurezza lo faccia e, chi deve giudicare e sentenziare eviti di tergiversare intorno all’ostacolo che può diventare ancora una volta il trampolino di altre morti incolpevoli.

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