Comunali 2016: la libertà di Cammarota

Aldo Bianchini

SALERNO – Che piaccia o meno, bisogna riconoscere che Antonio Cammarota (già consigliere provinciale ed attuale consigliere comunale nonché noto avvocato del Foro di Salerno) è un uomo libero da qualsivoglia condizionamento di partito e non ha mai evidenziato particolari sudditanze politiche e, soprattutto, psicologiche nei confronti di chicchessia. Antonio è il tipico cavallo di razza, figlio d’arte cresciuto a “pane e politica” fin da quando da adolescente seguiva il papà Vincenzo nelle sue battaglie in un partito socialista che si avviava ad essere la più grossa realtà italiana in un periodo in cui tutto sembrava essere possibile e praticabile. Ricordo quando Antonio, da giovanotto, veniva nella sede storica di Tv Oggi (a Torrione, nei locali adiacenti la Chiesa Santa Maria ad Marthires) al seguito del padre per acquisire tutti gli insegnamenti possibili per muoversi, poi, al meglio possibile in un mondo come quello della politica che cambia pelle in maniera camaleontica. E diede subito dimostrazione della sua “autonoma indipendenza” e da uomo libero,  negli anni successivi, il giovane Cammarota abbracciò la destra salernitana costruendosi da solo, senza l’aiuto di nessuno, neppure il padre riusciva più a stargli dietro tanto era lanciato a testa bassa verso il raggiungimento degli obiettivi prefissati e totalmente svincolati dai lacci e lacciuoli (anche di natura effettiva e familiare) che spesso imbrigliavano e imbrigliano la politica nostrana che è sempre propensa a fare le analisi del sangue altrui senza mai sottoporsi ad un intenso check-up ricostruttivo. Per anni, Antonio, ha lavorato in silenzio estendendo la sua rete di conoscenze su tutta la città di Salerno, ed anche oltre, ed alla fine ha raccolto un importante pacchetto di voti che sono esclusivamente suoi e che ha messo a disposizione, innanzitutto, di A.N. e poi del PdL all’epoca del grande successo elettorale del 2009. Sembrava dovesse essere premiato per questo suo spirito di sacrificio personale e di ottima organizzazione elettorale collettiva; non è stato così. Probabilmente il suo carattere deciso, mai spigoloso ma severo, il voler far valere le sue ragioni, il voler perseguire i suoi obiettivi a tutti i costi non ha pagato e non lo ha ripagato di tutti gli sforzi fatti e, soprattutto, non gli ha mai restituito in termini di incarichi pubblici ciò che invece il suo peso elettorale esigeva. La sua alleanza con l’allora presidente della Provincia Edmondo Cirielli è stata deleteria in quanto Edmondo, dopo averlo tenuto sulla corda per vari mesi, preferì adagiarsi sulle comode spiagge dei suoi peones senza voti e senza identità politica. Ma Antonio ha continuato ad insistere ed a cercare di dare i suggerimenti giusti per salvare il salvabile di quella maggioranza che si andava sempre più sgretolando davanti agli occhi di tutti, tranne di quelli di Cirielli e di Mara Carfagna che se le suonavano di santa ragione in un duello rusticano che continua ancora oggi. E proprio con la Carfagna (che nel 2009 aveva sponsorizzato l’investitura di Anna terrazzano a vice presidente della Provincia in danno di Cammarota; una sponsorizzazione finita poi malissimo !!), Antonio Cammarota, tentò di giocare le sue ultime carte pur di rimanere nell’alveo di un partito alquanto consolidato. Ma il suo carattere, probabilmente ritenuto inaffidabile dagli altri, lo portò rapidamente e giustamente (questo lo dico io !!) ad allontanarsi da un polo che non  era né carne e né pesce e che ha dato risultati decisamente molto deludenti. Ora Antonio è solo, ben rintanato e fortificato, nella sua libertà; una libertà che gli ha consentito nel tempo di costruire una struttura autonoma denominata appunto “La nostra libertà” che porta avanti solo con i suoi mezzi e con grande capacità organizzativa, non tanto per mire personalistiche, piuttosto per analizzare i problemi della città e suggerire delle soluzioni; per questo è stato capace anche di costruire e intrattenere ottimi rapporti con gran parte dell’informazione salernitana. Ma cosa significa l’affidabilità per i presunti leader politici nostrani ?; semplice, significa l’assoluta sudditanza ai diktat del capo. Ebbene se questa è l’affidabilità, allora Antonio Cammarota è sicuramente inaffidabile perché ha un cervello autonomo e pensante e da uomo libero si muove sullo scacchiere della politica con molta sicurezza, forte com’è del corposo seguito elettorale che è riuscito a costruirsi negli anni. Adesso, però, la storia lo pone dinanzi ad una scelta obbligata: ritornare nell’alveo del centro destra (quasi del tutto sfasciato) ed appoggiare la candidatura a sindaco del giovane Gaetano Amatruda o correre da solo. Ancora non ha deciso, tanto è vero che non si lascia prendere dalla tentazione di partecipare alle cene pre-elettorali che, soprattutto, nel centro destra abbondano in questi ultimi giorni. Anche se il mio parlare rimarrà inascoltato provo a dare un consiglio ad Antonio Cammarota: “se tanto mi da tanto, sceglierei senza dubbio la seconda strada e continuerei a correre in maniera autonoma sulle ali della libertà”, cosa che richiede un prezzo molto alto. Del resto Antonio è abituato a pagare dei prezzi per la sua libertà, ma sa benissimo che la libertà non  ha prezzi e che, soprattutto, la vera libertà non si riceve, si conquista giorno dopo giorno.

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