San Francesco: a Bracigliano santi e marchesi

 

di Gerardo Ferrentino

BRACIGLIANO – San Francesco, patrono d’Italia, dell’ecologia e degli artisti la cui festa ricorre ogni anno il 4 ottobre. In provincia di Salerno e precisamente ai confini di essa, vi è un convento fondato nel 1618 dai marchesi Cesare e Giovanna Miroballo. I frati questuanti dalla provincia di Avellino si spinsero, attraversando i monti, fino a Bracigliano e qui trovarono nelle persone del luogo la gioia, la semplicità, l’umiltà e la perfetta letizia che essi andavano predicando tanto che il marchese Cesare Miroballo,vedendo nel suo popolo la crescita della fede attraverso questi frati, donò una parte del suo terreno ai frati e finanziò a proprie spese la costruzione del nuovo convento. I braciglianesi ne furono subito entusiasti, tanto che offrirono la loro manodopera e nell’arco di un anno i frati già dimoravano in esso. Il convento ancora oggi conserva la struttura del ‘600 con il caratteristico chiostro quadrato con archi, pavimentazione a basoli, pozzo centrale, affreschi di santi francescani e le finestrine delle cellette dei frati che vi si affacciano. La chiesa è stata completamente ristrutturata nel ‘700 perché danneggiata nelle travi portanti nel soffitto a cassettoni dall’eruzione del Vesuvio nel 1631. Essa è a croce latina formata da quattro cappelle intitolate a santi francescani, una a Sant’Anna la quale nel 1852 fu proclamata patrona della provincia dei frati minori e all’Immacolata Concezione, attuale patrona dell’Ordine e una in cui viene conservato il tabernacolo che rinchiude la SS. Eucarestia. Conserva nel suo interno una pregevole acquasantiera in marmi policromi del ‘700 e statue del ‘600 donate dai marchesi. Ancora, possiamo ammirare gli stemmi dei Miroballo (diventato simbolo del Comune di Bracigliano) e gli stemmi delle famiglie Pignatelli, Filangieri e Piccolonimi d’Aragona imparentate con i Miroballo. La struttura termina con il coro costruito nel 1798 dove è situato un artistico organo a canne fatto costruire su progetto del dott. Padre Faustino Caruso. La festa? Basterebbe solo guardare la processione, il volto delle persone che vedono passare il Santo per capire quanto è grande la devozione dei braciglianesi. Ancora prima che fosse instituita dal parlamento italiano nel 1958 a festa civile a Bracigliano era giá sentita come giorno festivo. In questo paese è considerato patrono dei frutteti, degli animali e delle vigne tanto che in processione viene portato con un grappolo di uva bianca e nera. Talmente viscerale è il rapporto che i devoti quasi dialogando con la statua lignea di scuola napoletana chiedono di risolvere i più svariati problemi di vita familiare. Singolare è un’espressione che accomuna San Francesco a San Gennaro: “Faccia ‘e gialluto” così i devoti provano timore che il santo si fosse per qualche motivo “infastidito” e quindi lo spingono a recedere dal suo comportamento un pò ostile. Il programma civile consiste in artistiche luminarie:

30-09: un recital dei bambini ministranti e araldini;

1-10: convegno sul tema”La Misericordia di San Francesco “;

02-10: commedia di E.De Filippo “E sciuto pazzo ‘o parruchian”;

04-10: gran concerto bandistico “Città di Bracigliano” sfilerà per le vie del paese e alle ore 11,00 allietierá il popolo e i turisti in festa in Piazza Tuoro. ll pomeriggio alle ore 17,00 accompagnerà la solenne processione con le statue dei SS. Francesco e Chiara d’Assisi. Infine, al rientro benedìzione del paese e spettacolo di fuochi pirotecnici. Un gesto simbolico molto sentito è l’offerta dei ceri da parte del Sindaco geom. Antonio Rescigno durante la messa solenne delle ore 11,30 da parte dell’amministrazione comunale. Questo gesto ci fa capire quanto è grande l’amore di questo popolo che sempre anche nei momenti di maggiore difficoltà come guerre, terremoti e alluvioni hanno chiesto di intercedere al Santo presso Dio.

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