IFIL-C&D: Piero De Luca alla sbarra !!

Aldo Bianchini

SALERNO – Nella vita bisogna sempre avere pazienza ed aspettare gli eventi per far meglio comprendere il proprio pensiero agli altri, soprattutto a chi per scelte diverse si trova dall’altra parte della barricata. Spero che sia palese a tutti quelli che mi conoscono e/o leggono che da sempre, cioè dal 1993, io sto dall’altra parte della barricata rispetto alle posizioni politiche, sociali, personali e umane assunte dall’ex sindaco di Salerno ed attuale governatore della Campania Vincenzo De Luca. Sto dall’altra parte perché non condivido le posizioni di arroganza e di supremazia assoluta messe in atto da quello che io definisco “il kaimano” perché possessore assoluto ed unico del potere in provincia di Salerno, almeno per quanto attiene il suo presunto partito di appartenenza. Nel contempo, però, io sono profondamente garantista fino alla fine, fino all’ultimo minuto possibile; la difesa dello stato di diritto e della presunta innocenza di tutti è nel mio dna e non posso fare a meno di esercitarla fino in fondo; e questo mi consente di andare contro corrente anche in questa occasione per dimostrare che le mie posizioni non sono mai preconcette. Da qualche giorno, e per qualche giorno, la notizia del rinvio a giudizio per Piero De Luca (figlio di Vincenzo)  per la vicenda legata alla IFIL-C&D in relazione alla probabile “bancarotta fraudolenta” provocata da quasi tutti gli imputati nel processo che andrà a celebrarsi dal 28 maggio 2017 in poi. Finanche la prestigiosa agenzia ANSA ha battuto la notizia in prima “”(ANSA) – SALERNO, 16 MAR – Si è conclusa con il rinvio a giudizio di tutti gli indagati l’udienza preliminare per il fallimento della Ifil. Tra gli imputati anche Piero De Luca, figlio del governatore della Campania. Il gup del tribunale di Salerno, Sergio De Luca, ha disposto il processo per il 29 maggio prossimo. De Luca jr è accusato di bancarotta fraudolenta. L’imprenditore Mario Del Mese ha patteggiato la pena assieme al cognato Vincenzo Lamberti. Andrà a giudizio invece la moglie di Del Mese, Valentina Lamberti. Del Mese con il patteggiamento ha subìto una condanna a 7 mesi di reclusione, mentre il cognato Vincenzo Lamberti è stato condannato ad un anno e sei mesi. Il gup quest’oggi ha inoltre rinviato a giudizio per il crac della Ifil, società satellite del pastificio Amato, anche Giuseppe Amato, Luigi Avino, Emilio Ferraro e Marianna Gatto. Il processo si terra’ dinanzi alla prima sezione penale del tribunale di Salerno”” quasi come se si trattasse di un caso giudiziario dall’impatto nazionale e non di una semplice, ed anche modesta, inchiesta giudiziaria portata avanti a rallentatore dalla Procura della Repubblica di Salerno per una vicenda che a tratti assume i contorni surreali di una storia con luci ed ombre opportunamente gestite dagli autori materiali e, forse, all’insaputa degli altri presunti corresponsabili. Tutte le testate giornalistiche locali, chi più e chi meno, si sono lanciate come falchi sulla notizia riportandola con grandi titoli, ma nessuno ha abbozzato il benché minimo approfondimento, quasi come a volersi nascondere dietro il paravento dell’esigenza di informare. Una esigenza che, però, può anche essere esercitata in maniera diversa e dopo la notizia cercare di approfondire la vicenda. Dunque, l’accusa per tutti è di aver concorso al fallimento fraudolento della società, distraendo o comunque dissipando il denaro di cui avevano disponibilità per ragioni connesse alla gestione utilizzandolo per fini diversi. Così a De Luca jr e alla moglie Laura Zanarini (che non è indagata) viene contestato di aver usufruito del pagamento di viaggi a Lussemburgo (sede di lavoro di De Luca jr) per complessivi 23.026 euro tra il 2009 e il 2011. A Del Mese, invece, di aver utilizzato impropriamente il denaro della srl (29 mila euro circa) per acquistare arredi per la sua abitazione. Sempre la Ifil, in assenza di qualsivoglia rapporto commerciale, avrebbe eseguito pagamenti a favore della Ma.Ma., società della moglie di Giuseppe Amato jr, Marianna Gatto, per 92.200 euro, ventimila di questi dati direttamente alla coppia di coniugi. Questi i fatti che hanno dato il via per la dichiarazione di fallimento della “IFIL-C&D” fondata (secondo le dichiarazioni di Amato jr.) allo scopo di favorire Piero De Luca senza che lui comparisse nell’assetto societario. Vari i settori di intervento della società, a cominciare dalla vendita degli appartamenti di lusso mai realizzati nell’ex area pastificio Amato. Un processo complesso, articolato e dalla difficile soluzione assolutoria per un fatto importantissimo che peserà come un macigno su tutto il pubblico dibattimento. Sarà sicuramente il patteggiamento proposto ed ottenuto da Mario Del Mese e Vincenzo Lamberti a condizionare le future battute del processo in cui non saranno risparmiate le schermaglie nell’ottica di una strategia giudiziaria diretta a procrastinare quanto più a lungo possibile la sentenza di primo grado. A mio giudizio il patteggiamento dei due (Del mese e Lamberti) è non solo strumentale ma anche spocchioso e, comunque, pregiudizievole per la pretestata innocenza da parte di Piero De Luca che potrebbe anche essere stato raggirato e coinvolto, a copertura, nella intricata vicenda. Tutto lascia pensare proprio a questa verità, difficile credere a diffuse forme di illegalità per qualche biglietto aereo dei quali avrebbe beneficiato nel corso di alcuni anni. E per avvalorare l’imputazione nei confronti di De Luca jr ed ottenere il beneficio del patteggiamento il buon Mario Del Mese ha supinamente accettato anche il vincolo della “continuazione” così che la pena carceraria fin qui maturata (crac Amato + Ifil) ammonta a complessivi tre anni e otto mesi di carcere che rischia di dover scontare almeno in parte qualora le due condanne giungessero a sentenza definitiva. Un’azione che ha evidenziato il pericoloso e imprevedibile strappo consumatosi all’interno di un’amicizia che De Luca credeva seria e consolidata e che, invece, si è dimostrata nata e cresciuta soltanto all’ombra di specifici interessi. Una lezione durissima per Piero De Luca; un vecchio detto diceva “fidarsi è bene, non fidarsi è meglio”, per il futuro non potrà fidarsi più di nessuno. Tutto questo mi fa credere fermamente nell’innocenza di Piero De Luca, un’innocenza che lui da tempo reclama e che probabilmente gli verrà riconosciuta anche nel dibattimento. Almeno questo è il mio augurio.

 

   

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