Elezioni 2018: ma quanti soldi arriveranno a Salerno per le opere pubbliche ?

Aldo Bianchini

SALERNO – Secondo i recenti annunci (sia del sindaco Napoli che del governatore De Luca) a Salerno citta’ dovrebbero arrivare nei prossimi tre anni ben 663 milioni di euro per la realizzazione di opere pubbliche.

            Di questi presunti 663 milioni di euro soltanto 125 sarebbero stati recuperati dal governatore per il prolungamento della cosiddetta tangenziale, mentre la restante grossa parte di 538 milioni di euro dovrebbe andare tutta per alcune importanti s trategiche opere pubbliche della citta’. Nello specifico i 538 milioni dovrebbero servire, tra  l’altro anche per la realizzazione del nuovo cimitero urbano. Poi c’è la riqualificazione dello stadio Vestuti. Per l’opera i privati mettono a disposizione 20  milioni di euro per consentire la riutilizzazione dello storico stadio che ospiterà spazi per vari tipi di sport, ma anche spazi per incontri e tempo libero. Rientrano negli interventi urgenti anche la manutenzione straordinaria di tutti gli impianti sportivi e la riqualificazione dei campi di calcio De Gasperi, 24 maggio 1999 e Settembrino.  Nel piano delle opere pubbliche a Salerno anche gli interventi di manutenzione alle scuole materne, elementari e medie. Novecentomila euro per ogni categoria di istituto in tre anni; vale a dire un intervento totale di 2 milioni e 700mila euro per rimettere a nuovo le scuole cittadine di competenza comunale nel triennio”.

            Quella del Vestuti e’ una chimera che dura fin dai tempi dell’ex sindaco Giordano: sono stati pagati fin qui gia’ tre progetti esecutivi (due alla stessa famiglia di architetti) per non concludere nulla. Probabilmente adesso c’e’ qualche altro “amico” da accontentare a livello progettuale. Una vera vergogna. Mi inquieta l’apertura al privato, per ben 20milioni di euro, per la ristrutturazione del Vestuti; non vorrei che sotto la scusa dell’obbligatoria miscela tra pubblico e privato si nascondesse un mega affari per pochi intimi. La stampa dovra’ vigilare attentamente.

            Un piano triennale di opere pubbliche che, se realizzato, porterebbe davvero il sindaco Napoli sugli scudi di tutti i tempi. Il sindaco ha tre anni di tempo, dall’1 gennaio 2018 al 31 dicembre 2020, in tempo per le nuove elezioni amministrative cittadine.Tre anni vale a dire 1.095 giori, dei quali ne sono gia’ passati 10; faccia attenzione dunque Enzo Napoli al passare dei giorni, c’e’ sempre qualcuno nella pur distratta stampa salernitana che potra’ fare il conto e presentargli il conto alla fine del 2020 (se Dio vuole !!).

            Mi fa sorridere, per non dire altro, l’annuncio dei 2.700.000 euro per gli interventi di manutenzione sui tre istituti scolastici di proprieta’ comunale; in tre anni, secondo Napoli, saranno fatti interventi che sono stati letteralmente dimenticati negli ultimi trent’anni.

            Finalmente il governatore Vincenzo De Luca si apre al “trasporto su ferro” dopo averlo smantellato per le attivita’ portuali. L’esigenza di portare la cosiddetta metropolitana fino all’aeroporto mi sembra scontata e quasi puerile; la stessa cosa si dovrebbe per la tangenziale, non basta l’uscita per l’aeroporto (realizzata da Cirielli) e dopo l’uscita il diluvio. Del resto queste erano esigenze primarie che furono ideate, progettate e spinte dalla benedetta giunta comunale di Giordano. Il trasporto su ferro, trascurato per decenni, ha ripreso quota e vengono implementati i numeri dei binari soprattutto verso e da i porti che intendano sviluppare le loro attivita’ commerciali e turistiche. A Salerno, dove c’e’ unnuomo solo al comando, e’ successo il crontrario, nel senso che e’ stato abbattuto, senza se e senza ma, l’unico binario che collegava la stazione ferroviaria al porto. Ricordo perfettamente il giorni in cui fu abbattuto il cavalcavia ferroviario di Torrione, gli applausi furono scroscianti da parte dell’immensa folla osannante. Adesso, pero’, in molti si mordono le mani per non aver mosso un dito contro il kaimano che mise in atto quello che da solo aveva deciso. Ci sarebbero, ovviamente, moltepolemiche da poter scatenare su quanto accadde dopo l’abbattimento in quanto quell’atto consenti’ ad alcuni imprenditori di arricchirsi ancora di piu’ in forza di una speculazione edilizia (non parlo dei soli palazzi) che prolifero’ negi anni successivi.

            Ma questa e’ tutta storia vecchia, direbbe qualche fan di De Luca; noi possiamo solo sperare che il piano triennale 2018/2020 annunciato da Enzo Napoli riesca ad andare in porto, anche se non per tutte le opere apoditticamente annunciate.

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