il Quotidiano di Salerno

direttore: Aldo Bianchini

CASTIELLO: la linea della cultura nel viaggio verso la mitologia

 

 

Aldo Bianchini

 

TEGGIANO – Se è vero, come è vero, che la pittura dipinge il ritratto dell’artista … è altrettanto vero che la mitologia dipinge il ritratto dello scrittore; l’assioma non è altro che la conferma di una regola antica quanto l’uomo: l’arte delinea i profili dell’uomo e ne disegna la sua immagine così come la cultura rappresenta il viaggio della stessa umanità lungo i millenni della sua storia.

Riesce difficile non pensare a questo quando si parla di Francesco Castiello come uomo-scrittore, e qui la politica non c’entra. E come tutti i veri artisti il professore Castiello scrive da uomo libero per riportare su carta e, quindi, all’attenzione del lettore quelle che sono le sue sensazioni accumulate nel lunghissimo viaggio nella mitologia antica (soprattutto greca), un viaggio incominciato fin da quando era un ragazzino delle scuole medie impegnato a leggere i grandi poemi omerici, Iliade e Odissea, che hanno apertamente segnato positivamente tutta la sua vita nel corso della quale ha maturato sicuramente una irremovibile posizione inerente “la stima” che ha di se stesso e degli altri senza paura di poter essere sottostimato o sovrastimato. Lui scrive, e trasferisce su carta i miti e le favole del passato per poi poterli raccontare al pubblico in una trasposizione che ha del surreale a metà strada tra la fantasia e la realtà quasi fosse un grande e mitologico oratore nel bel mezzo dell’arena naturale che veniva disegnata dall’agorà nei centri urbani di Atene, Sparta o la stessa Babilonia.

Questa è l’immagine che mi ha trasmesso sabato sera 2 marzo scorso il prof. sen. Francesco Castiello mentre da solo di fronte ad un folto e attentissimo pubblico recitava interpretando al meglio i suoi miti; un pubblico che aveva letteralmente invaso la “Sala Refettorio del Complesso Monumentale della Pietà” di Teggiano senza la presenza del solito codazzo di politici al seguito di un parlamentare della repubblica, ovviamente fatta eccezione per il sindaco di Polla Rocco Giuliano (presente come spettatore) e per l’avv. Conantonio D’Elia in rappresentanza del Comune di Teggiano che ospitava la stupenda manifestazione per la presentazione dell’opera letteraria “Il fascino del mito da Ovidio a Paolo De Matteis” (Edizioni dell’Ippogrifo) che l’autore ha illustrato in maniera impareggiabile sotto l’attenta e meticolosa regia di una “macchina da guerra organizzativa” come il dr. Antonello Aumenta che da tempo si distingue non solo come scrupoloso promotore di eventi letterario-culturali ma come abile e scaltro conduttore di serate speciali.

Le prime 118 pagine del libro sono dedicate all’approfondimento di carattere generale sul personaggio di Publio Ovidio Nasone (vissuto negli anni a cavallo della venuta di Cristo sulla Terra) e sulla sua “relegatio” a Tomi sul Mar Nero, sulle metamorfosi ipotizzate dal grande letterato, e su quella irrefrenabile passione del “romano” di far passare tutto attraverso il buco della serratura alla scoperta, o riscoperta, dei segreti inconfessabili che maturano nei talami nuziali e spesso tracciano la storia.

Le successive 270 pagine del libro sono dedicate al racconto vero e proprio di ben 41 miti: “”Alfeo e Aretusa – Allegoria dell’astronomia – Andromeda – Apollo promuove la musica – L’Aurora e Apollo sul carro del sole – Apollo e Dafne – Allegoria dell’autunno – Bacco e Arianna – Cerere – Danae – Diana e Atteone – Diana dormiente – Ercole nella reggia di Onfale – Ercole al bivio – Morte e apoteosi di Ercole – Il ratto d’Europa – Galatea – Glauco e Scilla – Iris e Cibele – Latona e i contadini Liei – Leda e il cigno – Marte e Venere – Il giudizio di Re Mida – Minerva istruisce Enea sulla fondazione di Roma – Narciso alla fonte – Nettuno e Anfitrite – Allegoria della notte – Orfeo e Euridice – Pan e Diana – Pan e Siringa – Il giudizio di Paride – Pigmalione e Galatea – Il ratto di Proserpina – Il ratto delle Sabine – Salmacide ed Ermafrodito – Selene ed Endimione – Venere – Venere dormiente – Venere consegna le armi a Enea – Venere e Adone – Venere nella fucina di Vulcano””.

Le ultime 20 pagine sono state lasciate alla lunga postfazione di Enrico Maria Ariemma ed all’elencazione delle opere pittoriche pubblicate per illustrare al meglio l’opera letteraria.

L’opera, infine, è arricchita da una serie innumerevole di tavole tra le quali si distinguono in particolare 16 ritratti : “Busto bronzeo di De Matteis – Borea rapisce Orizia – Socrate e i discepoli – Il trionfo di Apollo sul carro del sole – L’aurora – Apollo e Dafne 1615 – Apollo e Dafne 1688 – Galatea e Aci – Pan e Siringa – Il giudizio di Re Mida – Adulterio di Marte e Venere sorpresi da Vulcano – Pigmalione e Galatea – Monumento di Cibele (Madrid 1782) – Atalante e Ippomene – L’annunciazione – San Sebastiano”.

C’è un aspetto del personaggio e dell’uomo Francesco Castiello che vorrei mettere in evidenza; il professore con la sua opera ha già tracciato per grandi linee la sceneggiatura di una lunga e interessantissima “serie cinematografico-televisiva” da sottoporre all’attenzione del grande network Netflix (una piattaforma online di contenuti streaming on demand di corti, lungometraggi, serie tv e miniserie, documentari, cartoni animati); per darvi l’idea la Netflix è un’azienda planetaria  che fattura circa 16 miliardi di dollari all’anno; nata negli Stati Uniti nel 1997, entrata con successo nel circuito on demand nel 2008 e arrivata in Italia nel 2015.

Ciò che il professore potrebbe offrire è un succulento piatto già bello e pronto a dar vita ad una serie video che sicuramente, per il modo in cui è stata scritta, sarebbe destinata a immensi successi di pubblico.

Molto interessante, in apertura di serata, è stata l’introduzione fatta dalla dott.ssa Carmen Lucia (Università di Salerno); seguitissima anche la performance in chiusura del prof. Adolfo Manzione (già dirigente scolastico); ottimi anche gli intermezzi musicali  del duo Maestro Antonio Cimino ( Flauto ) e Maestro Francesco Langone ( Chitarra Classica ).

Ma il professore (Castiello) e il regista (Aumenta) si sono superati con la sorpresa finale riservata a S.E. Mons. Antonio De Luca (Vescovo di Teggiano-Policastro); all’alto prelato è stata omaggiata una splendida tela raffigurante la “Gloria di San Cataldo Cappellone Cattedrale di Taranto”.

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