FARMACIA DI MURIA: UN CONSIGLIO AL GIORNO PERCHE’ I RAGGI X POSSONO FAR MALE

 

da Dr Alberto Di Muria

Padula-I raggi X sono onde elettromagnetiche, ossia uno specifico tipo di radiazione. La diagnostica basata su raggi X, la radiografia, genera immagini dell’interno del corpo, mostrando la parte studiata in forma di diverse sfumature di bianco e nero, colori conseguenti al diverso assorbimento delle radiazioni nei vari tessuti. Il calcio è associato al maggior assorbimento di raggi, quindi le ossa appaiono bianche; il grasso e altri tessuti molli assorbono meno, risultando quindi grigi; l’aria è la meno assorbente, quindi per esempio i polmoni compaiono neri.

L’impiego più noto dei raggi X è la ricerca di fratture ossee, ma i raggi sono usati anche in altri modi. Per esempio, una radiografia del torace può far scoprire una polmonite e la mammografia utilizza i raggi X per cercare un cancro mammario. La quantità di raggi X ricevuta per una radiografia è comunque piccola. Per esempio una radiografia del torace fornisce una dose di radiazione equivalente alla quantità cui si è esposti in natura nell’arco di 10 anni.

Le onde elettromagnetiche sono però usate anche nel trattamento del cancro: raggi X e altri tipi di radiazioni ad alta energia riescono a distruggere tumori maligni e cellule danneggiandone il DNA. La dose di radiazioni usata per trattare un cancro è molto più alta di quella impiegata nella diagnostica.

Quando eseguite in modo appropriato e in modo sufficientemente tempestivo, queste procedure possono migliorare la salute e perfino salvare vite umane.

I raggi X, tuttavia, producono anche radiazioni ionizzanti, una forma di energia radiante potenzialmente dannosa per tessuti vivi: il rischio collegato aumenta con la quantità di esposizione totale accumulata durante tutta la vita, perché ogni esposizione va a sommarsi alle precedenti, e può diventare causa di: un piccolo incremento del rischio di sviluppo di cancro, cataratte e ustioni della pelle, ma solo a livelli estremamente alti di radiazioni.

Il rischio di sviluppare un tumore a seguito di esposizioni alle radiazioni è generalmente contenuto e dipende da almeno tre fattori: dose della radiazione, età di esposizione, sesso del soggetto. Il rischio complessivo di cancro aumenta in funzione della dose per esame e della frequenza di esami cui ci si sottopone. Tale rischio è maggiore nei soggetti esposti a raggi X da giovani. Le donne rischiano leggermente più degli uomini di sviluppare il cancro a parità di radiazioni alla stessa età.

È possibile ridurre i rischi di radiazione e contribuire a esami o procedure utili informando il curante della propria storia radiografica e valutando insieme lui alternative ai raggi X.

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