PASCALE: fuori dalla ricerca per colpa della richiesta inviata in ritardo ?

 

 

Aldo Bianchini

 

SALERNO – Qualche settimana fa è divampata la polemica tra la Regione Campania e più verosimilmente tra il governatore Vincenzo De Luca e il ministro della salute Giulia Grillo, come dire tra il diavolo e l’acquasanta o tutto al contrario.

Al centro delle polemiche la notizia qui di seguito riassunta: “Il Pascale escluso dai finanziamenti complessivi per 5 milioni di euro destinati dal Ministero della Salute agli istituti di ricerca italiani (Irccs) per lo sviluppo del’Immunoterapia sperimentale delle Car-T (la nuova frontiera dell’immunoterapia dei tumori). Perché la Regione, secondo il Ministero, non aveva presentato la documentazione richiesta entro il termine del 26 febbraio 2019 previsto dal decreto governativo e la negligenza era stata corretta soltanto il 3 marzo con ben cinque giorni di ritardo

Violenta l’ira del governatore che in tutti i modi ha reagito fino a indurre il ministero ad includere il prestigioso IRCCS Fondazione G. Pascale (Istituto di Ricerca e Cura a Carattere Scientifico), meglio noto come “ospedale Pascale” e tragicamente conosciuto come clinica universitaria per la cura dei tumori.

Sembrava incredibile che per un piccolo ritardo l’ospedale campano dovesse essere escluso dalla importante ricerca; tanto da far ipotizzare chissà quali e quante responsabilità all’interno del modello organizzativo predisposto dall’ottimo direttore generale del Pascale, dr. Attilio Bianchi, notissimo manager della sanità nazionale e, come si sa, salernitano doc.

La reazione molto forte di De Luca, anche fuori dalla sua normale aggressività, mi ha convinto che qualcosa d’altro doveva essere capitato e che sicuramente non discendeva da una distrazione o negligenza degli operatori del Pascale.

Ho ricercato e riletto con cura il comunicato del Ministero della Salute ed ho scoperto una frase sibillina: ” … la richiesta del Pascale è stata presa in considerazione e valutata … “. Quindi il ritardo non c’entra nulla e nessun errore è stato commesso dal Pascale; si è trattato, come giustamente diceva De Luca di una vera e propria “azione di becero razzismo nord contro sud in danno della salute pubblica” per far fuori uno degli istituti di ricerca più noto e funzionante al mondo. Un’operazione che fortunatamente non è passata per l’attenzione del governatore al quale, credo, il direttore generale Bianchi ha passato tutte le notizie e le spiegazioni utili prima dello sfogo mediatico che ha costretto la Grillo a ritrattare le sue prime dichiarazioni subito riprese ed amplificate dai parlamentari Nicola Provenza, Edmondo Cirielli e Antonio Iannone (per citarne alcuni !!) che non avevano sperato di trovare terreno più fertile di quello dell’esclusione del Pascale dalla ricerca per un attacco a fondo e soltanto strumentale sul piano politico.

Non contento sono andato oltre nella ricerca e nella ricostruzione del fattaccio ed ho scoperto che per quanto riguarda in particolare l’IRCCS Pascale la documentazione è pervenuta il 3 marzo 2019, oltre la deadline per l’acquisizione della documentazione, fissata al 26-2-2019, ma è comunque stata presa in considerazione e valutata; e che in data 8 marzo 2019 è stato inoltrato all’indirizzo email della Direzione scientifica dell’IRCCS Pascale l’invito a partecipare ai lavori del gruppo di progetto; con mail in pari data è stata anche segnalata l’opportunità di coinvolgere nella riunione indicata in parola anche un altro funzionario per  gli aspetti della materia connessi alla tutela della proprietà intellettuale. E in data 11 marzo 2019, il Direttore scientifico Prof. Gerardo Botti, ha designato i suoi due rappresentanti del Pascale, che hanno regolarmente partecipato alla seduta.

Non voglio passare per difensore del governatore De Luca ma visto che la notizia è scomparsa dalle prime pagine dell’informazione ho ritenuto doveroso riprenderla, approfondirla e chiarirla: probabilmente Vincenzo De Luca ha messo le mani sul primo vero tentativo di “federalismo differenziato anticipato”; ecco perché è andato giù durissimo, giustamente.

Insomma questa mania di dare tutto al nord è grave e oltretutto oltraggiosa per un centro sanitario di ricerca di eccellenza come è incontestabilmente il Pascale ottimamente diretto ed organizzato dal nostro Attilio Bianchi.

Del resto se si ha la pazienza di cliccare sui siti dei primi sei ammessi alla ricerca  (Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – Roma; Ospedale S. Raffaele – Milano; Istituto di Candiolo; Istituto Oncologico Veneto – Padova; Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli – Roma; Istituto Scientifico Romagnolo per lo studio e la cura dei tumori – Meldola)  si capisce che, ad eccezione del San Raffaele di Milano e del Bambin Gesù di Roma che sono privati, tutti gli altri non arrivano complessivamente ai posti letto del Pascale.

Onore e merito, quindi, a tutti gli operatori del Pascale per aver offerto la visione di una grande organizzazione e per aver dato una lezione di efficienza a tutti. E questo ha palesemente consentito al governatore di rintuzzare una indecorosa azione di sprezzante esclusione da una ricerca davvero molto importante.

 

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