“Definitely maybe”: un cult 25 anni dopo

 

Dal dott. Vincenzo mele
SALERNO – Nel 1994, mentre negli Stati Uniti si piangeva la morte di Kurt Cobain dei Nirvana a soli 27 anni, in Inghilterra gli Oasis si aprivano la strada verso l’Olimpo dell Rock’nRoll.
Nata nel 1991 a Manchester sotto il nome di Rain, il gruppo inizialmente era composto da Liam Gallagher alla voce, Paul Arthurs alla chitarra, Paul McGuigan al basso e Tony McCarrol alla batteria. Con l’entrata del fratello Noel, il nome mutò in Oasis e quest’ultimo prese le redini del gruppo, in quanto durante la seconda metà degli Anni ’80 era già stato il road crew degli Inspiral Carpets, band della multietnica Oldham che miscelava il sound dell’Indie rock con la psichedelia degli Anni ’60.
Dopo aver firmato nel ’93 un contratto con la Creation Records, la band si mise al lavoro e registrò, nonostante le numerose difficoltà, canzoni che entrarono subito nelle Top 10 delle classifiche britanniche e non solo, perfino trasmesse da BBC Radio 1: tra queste spicca “Supersonic”, dove oltre alle magistrali chitarre distorte, merita una speciale menzione il molto britannico nonsense in bianco e nero: così i due fratelli mancunians si inseriscono in una secolare tradizione letteraria che annovera gente del calibro di Jeffrey Chaucer, William Shakespeare e Goffredo di Monmouth. “Cigarettes & Alcohol” racconta del rifugiarsi nella sregolatezza nell’uso dei vizi alla fine di una frenitca e stressante giornata di lavoro, mentre “Rock’n’Roll Star” è una dichiarazione d’amore per il Rock’n’Roll. Dulcis in fundo “Live forever”, diventato un inno generazionale dei giovani degli Anni ’90.
“Definitely maybe” vendette ben 100.000 copie nel Regno Unito in pochi giorni, una cifra record per l’album d’esordio di un gruppo, record superato soltanto dagli Arctic Monkeys di Sheffield con “Whatever People Say I Am, That’s What I’m Not” nel 2006 con 364.000 copie.
Il long-playing, a venticinque anni dalla sua nascita, fu l’album che lanciò la carriera degli Oasis che sarebbe durata per ben 15 anni e che divenne una delle favole più belle del Rock dalla metà degli Anni ’90, nonostante gli alti e i bassi tra Noel e Liam Gallagher.

 

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