Mastrolindo: cittadinanza onoraria agli inquirenti per una inchiesta mai completata ?

Aldo Bianchini

SALERNO / NOCERA INFERIORE – Giovedì 25 luglio 2019 quattro personaggi della vita pubblica, giudiziaria e previdenziale, dell’Agro Nocerino-Sarnese e più particolarmente di Nocera Inferiore, sono insigniti con l’onorificenza della “cittadinanza onoraria”.

Da giovedì sera, quindi, il sostituto procuratore Roberto Lenza, i carabinieri Alberto Mancusi e Nicola Carmine Montone, il capo della vigilanza dell’INPS Rocco Albano sono tutti e quattro “cittadini onorari” del Comune di No cera Inferiore come da votazione all’unanimità dell’intero Consiglio Comunale sulla proposta dei consiglieri Renato Guerritore, Luciano Passero, Umberto Iannotti e Raffaele Salomone.

Per questo tipo di benemerenze ci vuole come corrispettivo una o più azioni meritorie che hanno portato beneficio e lustro alla collettività; ed ecco pronta la motivazione: “Per aver individuato, attraverso l’azione giudiziaria, un’organizzazione composta da imprenditori – consulenti del lavoro e faccendieri che sono riusciti a truffare l’INPS ed ottenere crediti d’imposta dal fisco”; una bella motivazione non c’è che dire, anche se suggestiva sempre bella motivazione è; Punto.

Sappiamo tutti di quale inchiesta giudiziaria si tratta, anche perché la stessa ha avuto in questi ultimi mesi nuovi e più circostanziati sussulti riportando in carcere, e forse a processo, quasi tutti gli autori della prima edizione di “Mastrolindo” (così è stata denominata l’inchiesta giudiziaria); quasi come a dire che la magistratura ha lavato i pan ni sporchi che rischiavano di contaminare l’ente previdenziale e gli uffici delle imposte. Ma gli estensori della motivazione hanno dimenticato però, di includere nella stessa anche il fatto che moltissimi di quei personaggi indagati sono stati prosciolti in sede di indagini preliminari (dal gip) o assolti in giudizio.

Ma, ovviamente, non c’è ragione di mettere in discussione o dubitare della veemente azione giudiziaria che presupponeva alla base una conoscenza molto specifica e diretta dei meccanismi che regolano soprattutto gli enti previdenziali; non a caso e non per caso il sostituto procuratore Roberto Lenza è, in questo senso, figlio d’arte in quanto suo padre dr. Gerardo Lenza è stato uno degli ispettori del lavoro più stimati ed apprezzati su tutto il territorio salernitano.

L’iniziativa di conferire la cittadinanza onoraria è indubbiamente lodevole anche se i proponenti e l’intera assise comunale di Nocera Inferiore qualche domanda doveva pure porsela. L’inchiesta “Mastrolindo”, difatti, aveva toccato anche i vertici provinciali, regionali e nazionali dell’INPS con eclatanti perquisizione fin dentro la direzione generale romana dell’Ente previdenziale; perquisizioni e intercettazioni telefoniche e ambientali che non mancarono di mettere in subbuglio sia l’INPS di Salerno che lo stesso Ispettorato Provinciale del Lavoro con il conseguente allontanamento dal servizio per mancati controlli dei due dirigenti. Non solo, ci fu anche l’allargamento dell’inchiesta a carico di un sostituto procuratore di Salerno che aveva spesso interloquito con la dirigente dell’INPS sulla posizione di alcuni indagati eccellenti.

Tutto finito nel calderone del dimenticatoio ovvero nella separazione delle posizioni (prima) e nell’assoluzione (poi).

Rimaneva e rimane, comunque, in piedi l’inchiesta principale che si annunciava clamorosa a carico dei vertici regionali e nazionali dell’INPS; inchiesta che servì a scoprire segreti inenarrabili sulle procedure attivate a mezzo internet sulle disoccupazioni, maternità e pensioni d’invalidità che la direzione generale dell’Ente riusciva a gestire direttamente da Roma baipassando tutti gli altri Organi di levatura inferiore.

Ebbene di quella clamorosa inchiesta non si è saputo più nulla; non che sia stata annullata ma sicuramente arenata attraverso quel palleggiamento di competenze che viene utilizzato in casi eccezionali per far finire tutto in un rinvio senza fine, fino alla prescrizione o, nel migliore dei casi, all’archiviazione per mancanza di prove conclamate in quanto dopo un po’ di tempo nessuno riesce più a mettere le mani su faldoni composti da decine di migliaia di pagine.

Nel complimentarmi con gli investigatori fatti oggetto di una benemerenza così importante, mi augurerei che gli stessi, andando forse contro il sistema, chiarissero pubblicamente dove – quando e perché la loro azione di pulizia si è fermata.

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