Salerno e il cinema: Gennaro Righelli

 

Dott. Vincenzo Mele

SALERNO – Tra i nomi che hanno contribuito alla storia del cinema italiano, figura anche quello del regista e attore salernitano Gennaro Righelli, celebrità sia all’epoca del cinema muto che a quello del cinema sonoro. Nato a Salerno il 12 Dicembre 1886, suo padre era Angelo Righelli un attore partenopeo così come lo era la madre Maria Galassi, bolognese di nascita. A 16 anni calcò il palco insieme alla compagnia teatrale del padre e nel 1911 debuttò nel mondo del cinema con il cortometraggio muto “La vita di una chanteuse”, prodotto dalla Cines. Collaborò poi a Napoli con la Vesuvio Films dove coprì il doppio ruolo di attore e regista fino al 1913 dove lavorò al cortometraggio “Il santuario della montagna”. Nel 1916 collaborò con la Tiber Films a Roma con la quale diresse “Primo ed ultimo bacio”, “Alla capitale”, “Nella città eterna” e il cortometraggio “Il romanzo di un cane povero”; poi nel 1920 collaborò con la Fert a Torino dove diresse “Il viaggio”, tratto da una novella di Luigi Pirandello, e il melodramma “L’isola e il continente”, dove conobbe l’attrice romana Maria Jacobini, sua futura consorte.

All’inizio degli Anni ’20 lasciò l’Italia, economicamente devastata durante il Primo Dopoguerra, e si stabilì in Germania insieme ai colleghi Mario Bonnard e Mario Almirante. A Berlino fondò insieme alla moglie la casa di produzione cinematografica Maria Jacobini-Film GmbH. Realizzò dal 1923 al 1929 numerose pellicole tra i quali il riadattamento de “La Bohéme”, “Catene”, “Il rovente Sahara” e “Il presidente di Costa Nueva”, quest’ultimo con il celebre attore Ivan Mozžuchin.
Tornato in Italia negli Anni ’30, Righelli diresse il primo film sonoro nella storia del cinema italiano: “La canzone dell’amore”, prodotto dalla Cines-Pittaluga. La sceneggiatura, basata sul soggetto di Luigi Pirandello, fu stesa insieme a Giorgio Simonelli. Nel 1932 fu la volta de “L’armata azzurra”, film che portò alla celebrazione dell’aviazione italiana, rientrando nel filone del cinema fascista. Nel corso di tale decennio diresse molte commedie tra i quali “Quei due”, “Pensaci, Giacomino!”, “Gatta ci cova”, “Amazzoni bianche”, che contribuì allo sviluppo del genere del Cinema dei telefoni bianchi, e “Il cavaliere di San Marco”, che fu uno degli ultimi film realizzati a Cinecittà prima dei bombardamenti anglo-americani.
Nel 1943 diresse “Orizzonte di sangue”, tratto dal romanzo “I senza Dio” di Federico Sinibaldi, che fu tra le prime pellicole prodotte negli stabilimenti del Cinevillaggio a Venezia, ideato dall’allora Ministro della Cultura Popolare Fernando Mezzasoma.

Dopo la morte della moglie nel Novembre del 1944, diresse Vittorio De Sica e Anna Magnani in “Abbasso la ricchezza”, seguito successivamente da “Abbasso la miseria”. La sua ultima pellicola fu “Il corriere del re”, tratto dal romanzo “Il rosso e il nero” di Stendhal. Gennaro Righelli morì a Roma il 6 Gennaio 1949.

 

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