U.S.A.: una democrazia imperfetta !!

 

 

Aldo Bianchini

 

SALERNO – Da quando esiste l’uomo non è mai esistita la cosiddetta “democrazia perfetta”; vince il più forte e il perdente, più debole, si prepara per la rivincita che spesso realmente arriva.

Questa dovrebbe essere la giusta equazione per cercare di avvicinarsi quanto più possibile alla democrazia perfetta che, sempre e soltanto in teoria, dovrebbe garantire stabilità, pace e giustizia a quei popoli che la praticano e la professano.

Messo, quindi, che la democrazia perfetta non esiste bisogna riconoscere che per qualche secolo negli Stati Uniti d’America è andata in scena una democrazia che sembrava essere molto vicina alla perfezione; negli USA, per esempio, ogni nuovo presidente eletto provvedeva subito a sostituire circa 40mila funzionari pubblici che facevano i loro scatoloni ed andavano via, solo così si assicurava un ricambio vero del potere con successiva più agevole amministrazione della cosa pubblica. Il tourn-over o lo spoil-sistem, come dir si voglia, nei Paesi occidentali e sicuramente democratici non ha ancora preso piede e spesso le organizzazioni ministeriali si basano su “funzionari di carriera” che inevitabilmente condizionano le decisioni che dovrebbero essere proprie della classe politica eletta dal popolo e che ha creato un gap enorme in favore dell’America decisionista.

Il sistema americano che nel corso degli ultimi secoli aveva creato il mito del “presidente più forte del mondo” sembra essere scoppiato subito dopo la elezione di TRUMP alla presidenza nel novembre del 2016.

Cosa è accaduto ?, abbastanza semplice rispondere.

Il sistema si è incartato su se stesso; Trump non è riuscito a mandare a casa tutti i funzionari pubblici legati al Partito Democratico e lo stesso partito è andato subito all’attacco nell’utilizzo di uno strumento delicatissimo qual è il famoso “impeachment”, non su un caso specifico di illegalità del presidente ma sulla questione assolutamente di principio che attiene “l’abuso di potere”  ed anche la “ostruzione al Congresso” che nei Paesi occidentali passa soltanto sotto il nome di “abuso d’ufficio”; un problema grosso come una montagna che non consente il normale sviluppo e dibattito democratico. Difatti queste due definizioni che dovrebbero garantire la democrazia perfetta non sono altro che strumenti distruttivi per la stessa democrazia se utilizzati per contrastare chi ha vinto le libere elezioni.

Insomma siamo di fronte al primo impeachment in cui potrebbe non esserci un reato ben definito ma soltanto la non meglio definita lotta di potere per il potere; difatti la Pelosi tiene ancora nascosti gli atti che avrebbe dovuto trasferire subito al Senato perché ha già messo in dubbio la legittima autorità dei senatori. Cose dell’altro mondo !!

Lo scontro violento e la divisione dell’opinione pubblica americana dovrebbe preoccupare tutti invece di dividere il mondo in due; l’utilizzo dello strumento dell’impeachment in questa maniera violenta e diffusa nel quotidiano apre squarci impensabili nella democrazia che, almeno negli USA, precipita rapidamente tra quelle più imperfette e non consentirà una gestione della cosa pubblica americana come eravamo abituati a vedere, ed a mitizzare, nel recente passato.

Il mito del decisionismo del presidente degli Stati Uniti che aveva fatto grande quel Paese in tutto il mondo si sbriciola, sotto i nostri occhi, tra il Congresso, il Senato e la Casa Bianca pronti ad accusare la controparte di “abuso di potere”.

Come andrà a finire mi interessa poco a livello personale, dovrebbe interessare di più i politici e i sistemi democratici di tutto il mondo; se gli USA si europeizzano il rischio globale di una imminente distorsione della democrazia è molto forte.

Anche perché rischia di mettere in evidenza una sensazione molto palpabile che si fa strada in tutto il mondo: i progressisti non sanno perdere e i conservatori non sanno vincere (e viceversa); basta guardare alle recentissime libere elezioni in Gran Bretagna.

Ad oggi il Congresso ha votato ed ha approvato l’avvio della procedura; a gennaio voterà il Senato che (molto probabilmente) assolverà Trump e manderà ancora più in tilt il sistema americano che, nel frattempo stando ai sondaggi si sta piegando in favore di Trump.

Chiedo: “Il destino di un Paese che ha democraticamente eletto il suo presidente può dipendere da un sistema bicamerale imperfetto, maggioranza democratica al Congresso e maggioranza repubblicana al Senato ?”.

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