Testimoni di giustizia: da Padula richiesta di sicurezza

La redazione

PADULA – Continua l’impegno a favore dei testimoni di giustizia. Anche l’Unione di comuni Lombarda “Terra di cascine” tra i Comuni di Castelverde (gemellato con il Comune di Padula) e Pozzaglio ed uniti ha deliberato a favore dell’approvazione della proposta di Legge C. 1740 a firma dell’onorevole Piera Aiello. La proposta vuole, tra le altre cose, vedere riconosciuti importanti diritti verso coloro i quali hanno avuto il coraggio di denunciare, testimoniando nelle aule dei Tribunali, i reati commessi dalle varie forme di criminalità organizzata e le loro famiglie.

Nella delibera si sottolinea, infatti, come nella proposta di legge venga tutelato il diritto allo studio dei figli, la possibilità di intraprendere un’attività imprenditoriale in alternativa all’assunzione presso una Pubblica Amministrazione, il protrarsi delle misure di sicurezza anche al termine del programma di protezione.

La proposta di legge, all’articolo 4, pone l’attenzione sulla sicurezza dei testimoni di giustizia, aggiungendo nuove misure, tra le quali: la possibilità, successivamente al cambio di generalità, di chiedere di riacquistare in qualsiasi momento le generalità d’origine; l’aggiornamento continuo, da parte del Servizio centrale di protezione, dei documenti d’identità; la possibilità, una volta che il testimone di giustizia sia uscito dal programma di protezione, di essere scortato in occasione delle udienze e dei viaggi di ritorno ai luoghi d’origine.

“Il senso del gemellaggio tra Padula e Castelverde è proprio questo: impegnarsi sui temi della legalità riprendendo l’esempio di Joe Petrosino – dichiarano il sindaco di Padula Paolo Imparato e l’assessore alla Cultura Filomena Chiappardo – Ringraziamo il sindaco di Castelverde Graziella Locci che ha dato un importante segnale sul tema dei testimoni di giustizia. Continuiamo il nostro comune impegno a favore di chi, con coraggio, ha avuto la forza di denunciare. Un grazie va all’Associazione Nazionale Testimoni di Giustizia, ad Ignazio Cutrò, al dipendente Enrico Tepedino, da sempre attento alle vicende dei testimoni di giustizia”.

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