il Quotidiano di Salerno

direttore: Aldo Bianchini

SANREMO 2020: una storia lunga cinque serate, e non solo; ha vinto il salernitano Antonio Diodato, cugino di Giuseppe che morì nel rogo dei tifosi della Salernitana

Aldo Bianchini

Angela D'Alto

SALERNO – Come tantissimi italiani portatori di un livello sufficientemente medio di istruzione ho seguito, senza ansia e senza eccessi di tifoseria, la 70^ edizione del “Festival della canzone italiana” meglio noto come il Festival di Sanremo, la splendida località dei fiori che si affaccia sul golfo ligure.

Assolutamente per caso e solo per iniziativa della nostra corrispondente Angela D’Alto (vice sindaco di Monte San Giacomo) questo giornale ha deciso di ospitare, sera per sera, tutti i commenti a caldo che la bravissima Angela facendo le ore piccole (lo dimostrano gli orari di pubblicazione) ha messo in piedi per parlare degli eventi festivalieri in chiave ironica e leggera, senza mai sfociare nell’esibizionismo di maniera e senza mai allontanarsi sia dalla realtà che è passata, dal palco di Sanremo, sotto gli occhi di tutti e da un innato senso di umiltà che da sempre caratterizza anche la sua vita sociale e politica. Ed ha cavalcato gli eventi recitati sul palco passando con arguzia e grande senso critico costruttivo ai fatti reali e non recitati del palcoscenico generale della politica e degli avvenimenti italiani; ben sapendo che Sanremo altro non è se non lo specchio in cui tutto il “Bel Paese” si riflette da tempo immemore.

Nel corso delle cinque serate, tanto è durato il 70° Festival di Sanremo (dal 4 all’8 febbraio 2020), ho seguito con molta attenzione le esibizioni sempre molto incisive, forti e garbate, del vincitore Antonio Diodato con la sua dirompente “Fai rumore” (scritta e musicata dallo stesso Diodato) ed ho scoperto (grazie anche all’anteprima lanciata mercoledì 12 febbraio dal quotidiano “le Cronache”) che il giovane cantautore è di chiarissime origini salernitane, ovvero della città capoluogo di provincia, cioè Salerno. Antonio Diodato, difatti, è cugino (in secondo grado) di Giuseppe Diodato, il giovane ventitreenne salernitano che perse la vita nel rogo del treno dei tifosi che da Piacenza viaggiava verso Salerno con oltre 1500 tifosi a bordo, amareggiati dalla sconfitta della Salernitana e dalla matematica retrocessione in serie B. Una tragedia che se ha avuto una conclusione giudiziaria ha lasciato sul tappeto moltissimi dubbi sulla dinamica e sulle cause e circostanze che portarono al disastro sportivo e civile di una comunità che sicuramente non meritava niente di quanto accaduto.

·        Il quotidiano “La Repubblica” del 24 maggio 1999 scrisse: “Tifosi scatenati tra le fiamme; potrebbe essere stato l’ennesimo atto vandalico degli ultras della Salernitana a provocare l’incendio e la morte di quattro giovani, sul treno speciale che riportava a casa 1.500 sostenitori, dopo l’ultimo incontro giocato ieri pomeriggio a Piacenza, che ha decretato la retrocessione della squadra campana in serie B. Un viaggio che si è concluso tragicamente. Solo nel pomeriggio sono stati identificati i corpi, carbonizzati nel rogo: due delle vittime avevavo appena quindici anni, Vincenzo Lioi e Ciro Alfieri. Gli altri due ragazzi sono Simone Vitale, 21 anni, giocatore della squadra di A2 di pallanuoto Rai Nantes Salerno, ex vigile del fuoco e Giuseppe Diodato, 23 anni, riconosciuto anche lui attraverso l’esame dei vestiti e delle scarpe.

Angela D’Alto, con moderato tono satirico, ha commentato le cinque serate ed i suoi articoli hanno avuto vasta eco tra i tanti lettori di questo giornale

In ragione di questo straordinario successo ho deciso, con la direttrice editoriale, di riproporre all’attenzione dei lettori l’intera serie dei cinque articoli corredati da commenti  e precisazioni; ma anche da veri e propri approfondimenti giornalistici, a cominciare da quello del noto Pietro Cusati (detto Pierino).

Ringrazio a nome mio personale e di tutta la redazione l’impegno culturale e professionale dispiegato da Angela nella stesura tempestiva, sera per sera, delle sue riflessioni che partendo dalle canzonette hanno spaziato nella vita sociale e politica di questo Paese.

Buona lettura.

 

 

Amadeus e Fiorello

SANREMO 2020: Cronache sanremesi dal divano di casa

Inviato da Redazione di 2: 01 am febbraio 5, 2020 • Categorizzata come Cronaca,Manifestazioni,Sociale e costume

di Angela D’Alto

CASA – È Fiorello che dà il via alla 70/a edizione del festival, vestito da Don Matteo e invitando tutti a scambiarsi un segno di pace.

Ironizza sulle gaffe pre festival di Amadeus: “si è messo contro tutti. Le donne, la politica, la destra, la sinistra. C’è stata la fuga degli ospiti: Salmo,Jovanotti, Bellucci, fuggiti neanche fossero elettori dei cinquestelle. Allora qualcuno doveva pur aiutarlo, andare in suo soccorso. Le Sardine sono occupate, sono arrivato io.”

Poi purtroppo, arriva Amadeus: un Pippo Baudo che non ce l’ha fatta. E accanto a lui, persino Fiorello, contagiato, assume la verve di Buttiglione durante un dibattito teologico.

Si passa alle donne della serata. Quelle donne di cui tanto si è parlato, per il passo indietro e il passo avanti. Pasito pasito, arriva Diletta Leotta: spaesata come Di Maio agli esteri.  Uno vale uno?

Rula Jebreal: dopo tanta polemica, entra e presenta con tono monocorde, nella più classica liturgia sanremese, qualche canzone. Una sola domanda: perché? Atteggiamento da ‘ci sono ma mi interessa poco’.

Tiziano Ferro canta l’inno sanremese ‘nel blu dipinto di blu ‘, e inizia la gara.

Dopo una Irene Grandi abbastanza rock con un pezzo di Vasco, è la volta di Marco Masini: vestito e truccato da Padre Pio, canta con la consueta allegria ‘il confronto’. Più che una canzone, sembra il  titolo di un giornale della conferenza episcopale italiana. Coerente.

Rita Pavone: il sovranismo sanremese. Canta ‘resilienza 74’, che non è un farmaco contro l’ ipertensione e nemmeno un antidepressivo. Più che cantare, urla.

Achille Lauro: Con quello che sembra un body trasparente argentato, ma che dovrebbe riprodurre, secondo i laurologi sanremologi, un affresco attribuito a Giotto sulla vita di San Francesco, si candida a  futuro leader della sinistra che strizza l’occhio al  cattolicesimo progressista. Delirio! Citazione del duca bianco David Bowie (sempre sia lodato), o un incrocio tra un cugino di Campagna e Jennifer Lopez al Superbowl? Troppo avanti per me, mi arrendo.

Diodato: con lui, arriva puntuale come l’influenza stagionale la classica domanda: ma chi è chist? Litania sanremese classica. Abbigliamento tristanzuolo. Pare però che sia originario del Salernitano, quindi è bravisssssssimo! (Nessun campanilismo, of course)

Le Vibrazioni: musica di Casalino , testo di Casalino. Sarà parente di Rocco, quello che è passato dal grande fratello alla presidenza del consiglio dei ministri ? A proposito di Grande Fratello:Sarcina è quello che ha la moglie che lo avrebbe tradito con Scamarcio, e che attualmente è una concorrente del GF. Coincidenze? Non credo!1!1!

Intanto, ovazione per il Maestro Vessicchio. Idolo assoluto.

Torna Diletta Leotta: imbarazzante siparietto pallonaro con Amadeus. Non si riesce a ridere nemmeno col solletico sotto le piante dei piedi.

La figlia di Albano e Romina presenta Albano e Romina ‘superospiti’, che cantano Nostalgia Canaglia e varie. Un modo per non far rimpiangere il festival dei tempi andati. Così dopo di loro, nessuno potrà dire: si stava meglio quando si stava peggio.

Anastasio: vestito da infermiere di un ospedale di periferia quando l’Asl ha finito i soldi per le divise e li ‘appara’ alla meno peggio. Piacevole come la sabbia nel costume, come un ramo di ortiche nei pantaloni, come una colica alle tre di notte.

Torna Tiziano Ferro, che distrugge ‘Almeno tu nell’universo’, ma nemmeno il presidente dell’arcigay potrebbe dire nulla, perché altrimenti gli darebbero dell’omofobo. Quindi ‘bene, bravo, bis’!!!

Diletta Leotta deve dimostrare di essere bella-brava-profonda, e allora si lancia in un monologo(o dialogo con la nonna) sulla caducità della bellezza, che manco Oscar Wilde nel Ritratto di Dorian Gray. Fermatela!

Arriva il cast al completo del film di Muccino (quello senza zeppola) ‘gli anni più belli’, e c’è Favino, bravissimo, e io continuo a vederci Craxi. Disagio, lo so.

Torna Rula per presentare la ‘sofisticata’ Elodie. A saperlo, chi è. Ma il nome è sofisticato assai.

Poi, finalmente, il suo monologo, che intreccia con frasi di canzoni capolavoro. E lei è bellissima, intensa, e le citazioni sono stupende, e si commuove persino. E ha ragione, cavolo se ha ragione. Soprattutto ora, mentre muoiono ogni giorno donne per mano di uomini violenti. E in quell’istante, in quel preciso istante in cui finisce di parlare, nello straniamento generale, la sua presenza a Sanremo ha finalmente un senso. E io che mi sentivo una critica cinica e spietata, pronta a non fare sconti nemmeno a lei, e a dedicarmi solo allo sghignazzamento sul meraviglioso trash sanremese, decido che mi è piaciuta la Jebreal.

“Chiedetevi pure com’era vestita la Jebreal stasera. Che non si chieda mai più com’era vestita una donna la notte in cui è stata stuprata. Mai più.”

Per me da Sanremo, per stasera , è tutto.

1 Commento

  1. Pietro Cusati

05/02/2020 • 17:06 (Modifica)

I TEMPI CHE CAMBIANO !

IL FESTIVAL DI SANREMO E’ CAMBIATO???

10 milioni 58 mila telespettatori con il 52.2% di share! “Il Festival di Sanremo con le sue canzonette è qualcosa che deturpa una società civile”???
Pier Paolo Pasolini: è stato un poeta, scrittore, regista, sceneggiatore, drammaturgo e giornalista italiano, considerato tra i maggiori artisti e intellettuali del XX secolo.
Culturalmente versatile, si distinse in numerosi campi, lasciando contributi anche come pittore, romanziere, linguista, traduttore e saggista.

Attento osservatore dei cambiamenti della società italiana dal secondo dopoguerra sino alla metà degli anni settanta, suscitò spesso forti polemiche e accesi dibattiti per la radicalità dei suoi giudizi, assai critici nei riguardi della nascente società dei consumi.


Nel 1969 la coppia Dario Fo e Franca Rame, organizzarono il Contro-Festival di San Remo ,con sede a Villa Ormond, importante Villa Sanremese??? DARIO FO, drammaturgo, regista, scrittore, autore, pittore e scenografo, è stato un uomo di teatro a tutto tondo. Famoso per i suoi testi teatrali di satira politica e sociale e per l’impegno politico .Nel 1997 vinse il premio Nobel per la letteratura con la seguente motivazione:
«Seguendo la tradizione dei giullari medievali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi.»
Debutto con uno share notevole per il festival di Sanremo di Amadeus ,con una media di 10 milioni 58mila telespettatori con il 52.2% di share. Un risultato percentuale che migliora quello dello scorso anno, quando la prima serata del Baglioni bis aveva fatto segnare una media del 49.5% di share con 10 milioni 86mila telespettatori.

 

 

 

Amadeus e Fiorello

SANREMO 2020: Cronache sanremesi dal divano di casa- seconda serata

Inviato da Redazione di 1: 23 am febbraio 6, 2020 • Categorizzata come Cronaca,Manifestazioni,Sociale e costume

di Angela D’Alto

 

CASA – I dati auditel della prima serata confermano che Sanremo è come la vecchia, gloriosa DC: nessuno la votava, eppure stravinceva sempre tutte le elezioni. E così, tra un ‘io non lo guarderò mai’ e ‘meglio un buon libro’, l’esordio dell’Ariston registra quasi 13 milioni di spettatori e il 52.2% di share. Maggioranza assoluta, e elezioni subito.

Parte dunque la seconda serata: dopo le nuove proposte, arriva Fiorello, one man show:canta, imita, infila una serie di neologismi ispirati al mantra del ‘sessismo’, candida Amadeus alla segreteria del PD, si esibisce nella ‘classica canzone di Sanremo’, uno straordinario bignami di musica e testi cuorefioreamore. E mentre lo ascolti ti chiedi perché non lo conduca lui, Sanremo.

Apparizione di Nicola Savino, inutile come la r di Marlboro.

Arriva Piero Pelù vestito da sacchetto dell’indifferenziato, ma il ricordo dei Litfiba è offuscato dalla sua epica battaglia contro il gomblotto  delle matite ‘cancellabili’ fornite ai seggi elettorali, condotta eroicamente a colpi di hastag e di ‘fateci votare con l’uniposca’. Genio incompreso.

Vestita da mocio Wileda, è la volta di Elettra Lamborghini, che si è distinta , nell’ordine, per:

-essere figlia di Lamborghini

-essere nipote di Lamborghini

-la sua partecipazione a riccanza e ad altri ventordici reality

-i 42 piercing di diamanti veri

-il suo primo singolo dal titolo pem pem. Ma va tutto benissimo, e noi continuiamo ad essere terrorizzati dal corona virus.

Enrico Nigiotti è l’ennesimo prodotto dei talent. Da amici a X factor, canta ‘baciami adesso’ come una specie di Gianluca Grignani 2.0, vorrebbe essere tanto rock e tanto incazzato, ma quando parte il ritornello ti aspetti di sentire ‘e sei bellaaaa da morireeee,ragazzina tuuuu’ degli Homo Sapiens. Improbabile.

Dopo le professionali giornaliste del tg1, ad affiancare Amadeus, direttamente dagli anni ‘80, da Drive in e dalla Milano da bere arriva Sabrina Salerno. Ed è subito amarcord.

Levante, bella e raffinata. Canta bene. Eterna promessa. Ogni anno pare che deve spaccare, ma non succede mai niente. Sarà l’anno buono? I suoi capelli patrimonio dell’umanità.

Pinguini Tattici Nucleari: Nome suggestivo. Talmente suggestivo che non voglio saperne l’origine. Si paragonano a Ringo Starr, il membro dei Beatles meno in vista, «in un mondo di John e Paul». Rivelazione.

Di nuovo Tiziano Ferro, che duetta con Massimo Ranieri. E di fronte a Massimo Ranieri divento terribilmente conformista, perché Ranieri è un’istituzione, e non si discute. E poi più invecchia e più ha la faccia di Eduardo De Filippo. Rende accettabile qualsiasi cosa. Fuoriclasse.

In smoking Tosca, peccato per le mollette da zia Peppina lasciate nei capelli. Bella voce, canzone da Sanremo.

Poi, mentre aspetti un altro momento di trash per volare, arriva Paolo Palumbo. È malato di Sla, Paolo. Non può più cantare da quattro anni. Eppure canta con gli occhi, che attivano un riproduttore meccanico vocale, accompagnato dal rapper Kumalibre. E quella voce che esce da una macchina, che dovrebbe suonare atona, che è atona, si colora di mille sfumature. E non servono gli acuti, le note ben prese, l’intonazione perfetta. Quella voce metallica trafigge come una lama. ‘Io sono Paolo’. E Paolo racconta una cosa insieme terribile e meravigliosa, che è la sua vita e la sua malattia.

E così dopo ti sorbisci sorridendo e canticchiando persino la rèunion dei Ricchi e Poveri, tutti e quattro, chè anche la bionda è tornata, nell’entusiasmo dell’Ariston , manco fosse John Frusciante rientrato nel gruppo.

E anche stasera, per me, da Sanremo è tutto.

 

 

 

 

Il palco di Sanremo 2020

SANREMO 2020: Cronache sanremesi dal divano di casa. Terza serata

Inviato da Redazione di 2: 21 am febbraio 7, 2020 • Categorizzata come Cronaca,Manifestazioni,Sociale e costume,Varie

di Angela D’Alto

 

CASA – Confesso che la serata sanremese dedicata alle cover e ai duetti è quella che preferisco. Intanto perché conosco le canzoni, poi per il fascino sempiterno del featuring , infine perché promette infiniti spunti trash.

Dopo Michele Zarrillo, che , mea culpa, per me fa sempre tanto sagra della porchetta , e Junior Cally che rivisita Vasco in chiave anti salviniana, si parte con l’entrata trionfale di Georgina Rodriguez, la prima donna della terza serata  ad affiancare Amadeus. E no, non è la sorella di Belen, ma la fidanzata di Cristiano Ronaldo, famosa altresì per essere… la fidanzata di Cristiano Ronaldo. Meritocrazia portami via. Amadeus costretto a una originalissima gag da dopolavoro ferroviario con la doppia maglia di Juve e Inter.

Partono le cover.

Marco Masini , stasera nelle vesti di frate indovino, canta con Arisa Vacanze Romane, e la trasformano in un mix tra ‘perché lo fai’ e ‘anima mia’.

Invasione lampo di Mannoia, Nannini, Elisa, Emma, Amoroso, Pausini e Giorgia, che tutte in nero raccontano da altrettanti microfoni rossi del loro impegno contro la violenza sulle donne.

Si torna alla gara ed è la volta di Ricky, idolo della pubertà , che insieme a una tal Ana Mena canta nientemeno che l’Edera di Nilla Pizzi. Quarant’anni in due, e riescono nell’epica impresa di invecchiare persino la buonanima.

L’altra donna ad affiancare Amadeus è Alketa Vejsiu, popolarissima conduttrice albanese che sognava di condurre il Festival. E così , Amadeus stupefatto scopre che in Albania guardano la Tv italiana. Buongiorno principessa.

Perfetto Gualazzi al piano e in smoking. Peccato per il carciofo bianco nel taschino. Raffinato, insieme a Simona Molinari, in una versione soft jazz di ‘e se domani’. Applausi.

Le donne di Sanremo 2020

Anastasio si leva la divisa da infermiere del Cardarelli e rappa ‘spalle al muro’ di Renato Zero, e allo strazio di una canzone tristissima aggiunge quello acustico per il terribile mix delle parti aggiunte, di testo e musica, da centro sociale.

Ad accompagnarlo una grande PFM, che da sola vale sempre il prezzo del biglietto.

Gli intermezzi con Georgina sono divertenti come l’estrazione del dente del giudizio. Lei , espressiva come Ridge di beautiful, sciolta come la De Filippi che balla un merengue, vispa come la zia centenaria durante la cena di capodanno, si guarda intorno attonita, quasi incredula di essere lì . Sapiss’ nuie.

Levante è bella e canta bene ‘Si può dare di più’. Effettivamente…

È la volta di Alberto Urso, insieme alla Vanoni ne ‘la voce del silenzio’. Lei svagata as usually, adorabile, anti convenzionale. Si scorda le parole, interviene nel momento sbagliato, ma chissenefrega. Istituzione.

Elodie: tres chic. Trop chic. Ma la ramazzottata da una come lei, anche no. Insomma, ‘adesso tu’ è una roba che va cantata un po’ coatta, un po’ men chic, da borgata di periferia. Fuori ruolo. Sprecata.

Fermi tutti: non so bene chi siano Rancore e Dardust, ma una band che si chiama LA RAPPRESENTANTE DI LISTA mi fa commuovere. Ed è subito pentapartito e prima repubblica. Per l’istituzionalità dell’occasione, la signorina Rancore è vestita direttamente dal ministero della difesa, con un sistema di tubazioni aeronautiche.

È il momento più atteso. Ingresso trionfale di Benigni, accompagnato dall’esterno dell’Ariston dalla banda musicale (adoro). Dopo aver dato ad Amadeus pieni poteri e introdotto il voto via citofono, annuncia subito che presenterà quella che ritiene ‘la canzone delle canzoni’ , il cantico dei cantici. Ora, lo so che mi massacrerete, ma dopo anni di letture della divina commedia e della costituzione, Benigni che recita il cantico dei cantici a Sanremo è scontato quasi come un mal di piedi dopo una giornata su tacco 12. E va bene celebrare l’amore, anche carnale, però un po’ ti sale l’angoscia. Ma come sempre, anche in questo caso la meta è il viaggio. Perché in quell’ arrivare alla lettura, c’è tutto Benigni: funambolo, onirico, giullare, carnale,visionario, lirico. E va bene così, in attesa di quelli che ‘ma quanto gli hanno dato di cachet? Vergogna! Kasta!’. Perché semmai, io avrei risparmiato sui soldi dati a Georgina Rodriguez che, come si dice a Napoli, è nu quadr’ e’ luntananz.

I Pinguini tattici nucleari in ‘70 volte’ attraversano a modo loro settanta anni di storia del festival, da papaveri e papere a Rolls Royce, passando per che confusione, nessuno mi può giudicare, Gianna, salirò. Credibili, moderni, energia pura.

Piccolo spazio pubblicità per ‘L’amica geniale’:  è la più bella fiction prodotta dalla Rai negli ultimi anni. Più bella del libro di Elena Ferrante a cui si ispira. Bellissime, sul palco dell’Ariston, Gaia e Margherita, Lila e Lenù.

Si torna alla gara con Nigiotti col tuppo di quando fai le pulizie in casa, in duetto con Cristicchi. Meglio che da solo.

Mika non canta Grace Kelly come speravo , ma in compenso, a sorpresa, omaggia Fabrizio De Andrè con ‘amore che vieni, amore che vai’. Una conferma. One man show.

S’è fatta ‘na certa, ma Amadeus ancora si gingilla coi saluti, mentre i maestri dell’orchestra iniziano a ‘capuzziare’.

A svegliarli ci pensa una sempre sofferente Giordana, con ‘la nevicata del ‘56’.

Arriva Tiziano Ferro, nervosissimo per essere stato relegato in scaletta dopo mezzanotte, e io inizio a chiedermi se questa puntata finirà prima della fine della legislatura.  A mezzanotte e quaranta, ovazione per il maestro Beppe Vessicchio che dirige l’orchestra per Le Vibrazioni che con Canova ripropongono ‘Un’emozione da poco’.

Seguono Diodato che canta 24mila baci con Nina Zilli vestita da frigorifero, Tosca senza mollette ma con il tuppo basso sempre da zia Peppina in una terrificante versione spagnoleggiante di ‘Piazza Grande’ insieme a Silvia Perez Cruz.

È l’una meno dieci, e con orrore mi rendo conto che mancano ancora otto, dico otto esibizioni. E siccome la prossima è di Rita Pavone, lascio un pensiero affettuoso a Gabbani, immagino la Lamborghini vestita da abat-jour, Achille Lauro da cappella degli Scrovegni e adesso spengo la luce, e così sia.

Anche stasera per me, da Sanremo, è tutto.

 

1 Commento

  1. Pietro Cusati

07/02/2020 • 04:58 (Modifica)

SANREMO PUO’ ANDARE IN PENSIONE?

Non sono d’accordo con il comico Toscano Roberto Benigni, premio OSCAR ! Il festival di Sanremo non deve andare in pensione. Nonostante l’ultima esibizione di Benigni, di nove anni fa, quando entrò all’ARISTON in sella a un cavallo bianco per celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia.(Quaranta anni fa Benigni il festival lo ha anche presentato, vinse Toto Cutugno). Condivido l’ omaggio a Federico Fellini e Alberto Sordi nel centenario e molto meno gli applausi per il monologo ‘’volgare’’, nella versione Benigni, su l’esegesi del testo biblico, ”la sua presenza nella Bibbia è strana.’’

 

 

 

 

Il palco di Sanremo

SANREMO 2020: Cronache sanremesi dal divano di casa. Quarta serata

Inviato da Redazione di 2: 15 am febbraio 8, 2020 • Categorizzata come Cronaca,Manifestazioni,Sociale e costume

di Angela D’Alto

 

CASA – La lite tra Fiorello e Tiziano Ferro ha tenuto il mondo col fiato sospeso: dopo l’assassinio del generale iraniano Soulemaini ordinato da Trump e l’attacco alle basi Usa dell’Iran, il corona virus e la citofonata bolognese di Salvini, è stata la quarta catastrofe dell’anno appena iniziato. Pare che, durante la seconda serata, sia andata così: siccome s’era fatta ‘na certa e Tiziano Ferro non era ancora soddisfatto di aver massacrato ‘almeno tu nell’universo’ e steccato con Massimo Ranieri, si è stizzito con Fiorello che parlava troppo, e apriti cielo. Titoloni sui social, team Fiore contro team Ferro, Amadeus come al solito non ci ha capito nulla ma ha capito che doveva prendere una posizione, e l’ha presa talmente netta che al confronto Gava, Fanfani e Rumor erano tre estremisti radicali. Alla fine, come è e come non è , Tiziano Ferro ha chiesto scusa via Instagram a Fiorello, che lo ha perdonato su tik tok, e stasera hanno pure duettato con tanto di bacioinbocca. Niente mega rissa trash e mainagioia.

Nel frattempo, Leo Gassman vince la categoria delle nuove proposte.

Clerici vestita da struzzo mascherato da Gabibbo scende pericolosamente le scale dell’Ariston (ma allargare un po’ la pedata dei gradini pare brutto?) . Accompagnata da due valletti, tira fuori un librone: panico. Non vorrà leggere anche lei un passo della Bibbia? Terrorizzati all’idea di qualcosa tipo la lettera di San Paolo agli efesini, si tira un sospiro di sollievo: è solo una noiosissima gag che però ha un merito indiretto: ricordare quanto sia astruso il regolamento del Festival.

Lo avrà scritto Ettore Rosato? Ogni sera un voto diverso. Giuria demoscopica, giuria stroboscopica, giuria endoscopica. Poi votano i professori, ma una sera solo quelli che suonano i fiati, un’altra solo quelli coi baffi. Stasera i giornalisti iscritti all’albo nei giorni dispari degli anni bisestili. Alla fine c’è il fantatelevoto, elaborato dalla Casaleggio associati, sulla piattaforma Rousseau. Contestualmente sarà eletto anche il nuovo leader dei 5stelle e il vincitore del grande fratello, così si fa anche spending review.

Intanto, dato che siamo alla penultima serata, faccio outing, mi sbilancio e dichiaro ufficialmente la mia preferenza per Francesco Gabbani e i Pinguini Tattici Nucleari. Che la sinistra riparta da Ringo Starr!

Anastasio ha fatto progressi: dopo la divisa da infermiere del Cardarelli, stasera è sponsorizzato dalle giubbe rosse canadesi.

È la volta della donna ‘che sta un passo indietro’, al secolo Francesca Sofia Novelli, fidanzata di Valentino Rossi. Per brevità, vi risparmio commenti: cfr articolo di ieri su Georgina fidanzata di Ronaldo.

Elodie ha un vestito fighissimo e sfoggia un paio di gambe con dei sandali alla schiava che al 99% di noi povere comuni mortali renderebbero le gambe dei capocolli appena insaccati. Lei invece sembra un fenicottero.

Fiorello fa finalmente Fiorello, e diverte con un monologo sui sessantenni, canta e balla ‘Quando Quando’ diretto da Tony Renis e però è mezzanotte, e mancano ancora quindici esibizioni, un paio di ospitate, una roba inquietante denominata nella scaletta ufficiale ‘gag pizze Clerici’, varie discese dalle scale della fidanzata di Valentino Rossi che concluderà suonando al pianoforte i tre porcellini. Insomma, ci hanno messo di meno per lo spoglio delle primarie del partito democratico in Iowa che per concludere questa puntata di Sanremo . Controllo su la 7 per essere certa che non sia in corso una Maratona Mentana sanremese, ma niente. Bisogna prenderne atto: non abbiamo il fisico per sostenere questa roba. Anche stasera mi arrendo, alzo bandiera bianca, abbandono per manifesta inferiorità muscolare, non prima di ricordarvi che domani sera c’è la finale , e anche se fondamentalmente me ne frego (cit Achille Lauro), mi sale l’ansia da chiusura di campagna elettorale, e non c’è chiusura di campagna elettorale senza appello finale al voto. E quindi, cari amici e cari compagni, domani sera votate. Non disperdete il vostro voto. Date un voto utile, un voto per la governabilità di questo Paese, per combattere i populismi, i passindietrismi, perché Sanremo non si Lega! Ah no, scusatemi. Questa è un’altra storia….

2 Commenti

  1. Lalla

08/02/2020 • 02:53 (Modifica)

Geniale! Da giornale nazionale. Passare dalle battute a riferimenti politici (Gava ecc) non è da tutti. Spettacolare la descrizione del voto. Complimentissimi

Replica

  1. Pietro Cusati

08/02/2020 • 06:34 (Modifica)

LA NOTA SALIENTE DELLA QUARTA SERATA DEL FESTIVAL DI SANREMO 2020 E’ STATA L’ESIBIZIONE DI DUA LIPA E LA STANDING OVATION PER VINCENZO MOLLICA , ‘’ LA ROCKSTAR DEL TG1’’

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Un’esibizione in half playback,DUA LIPA, la superstar di origini albanesi e kosovare ha cantato e ballato il singolo ‘Don’t start now’, il primo estratto dall’album ‘Future nostalgia’. Con all’attivo oltre 6 miliardi di streaming, un album di debutto più ascoltato di sempre su Spotify e 4 milioni di copie vendute.L’artista in assoluto ad avere raggiunto 1 miliardo di visualizzazioni su YouTube.
Per “la rockstar del Tg1″, il giornalista VINCENZO MOLLICA , l’edizione numero 70 del Festival di San Remo sarà l’ultimo ‘’balconcino’’ perché il 29 di questo mese andrà in pensione .Ci mancherà per la sua bontà, per la simpatia e l’ironia, oltre che per la sua immensa cultura nell’ambito dello spettacolo, dalla musica al cinema al fumetto: “Ha un modo unico di raccontare le cose”.
Un simpatico ricordo di Vincenzo Mollica e di suo Padre durante una visita turistica alla Certosa di Padula (SA) ,accompagnato dal comune amico Avv. Pietro Errico di San Pietro al Tanagro (SA),affettuosamente chiamato ‘’il Console’’.

Replica

 

 

 

The Final Cut: un Sanremo anacronistico censura Roger Waters

Inviato da Redazione di 6: 03 pm febbraio 8, 2020 • Categorizzata come Cronaca,Cultura,Varie

Dott. Vincenzo Mele

 

SALERNO – Ancora una volta l’Italia ha mostrato il suo vero volto. Nel palinsesto del 70° Festival di Sanremo era previsto il videomessaggio di Roger Waters, celebre bassista e fondatore dei Pink Floyd, che doveva aprire il toccante monologo della giornalista Rula Jebreal. Ma a Festival appena iniziato, il videomessaggio dell’artista inglese, non è stato mandato in onda, brutalmente cancellato dalla scaletta. Sembra che la decisione è stata voluta dalla Rai, in quanto è risaputo che Waters è uno dei tanti sostenitori della causa palestinese, posizione in contrasto con lo scevro perbenismo dell’opinione pubblica che il Festival cerca di cavalcare. È questa la televisione pubblica che gli italiani finanziano? È possibile ottenere un servizio super partes come quello della BBC, non soggetta a partiti o ideologie? Le colpe di Waters sembrano essere tre: innanzitutto è inglese, di per sé già una macchia agli occhi dell’italiano medio, indottrinato sin da bambino con sentimenti nazionalistici di infimo livello, il rimpianto del provinciale aggrappato alle pietre vecchie di un mondo scomparso. L’artista di Great Bookham è inoltre un fervente laburista, altro termine inviso allo spettatore medio del festival, ammesso che riesca a comprenderne il significato. Waters è un sostenitore della pace nel mondo e specialmente in Medio Oriente dove ha avviato numerose iniziative di beneficenza. Sostiene la causa di una Palestina libera: un’opinione così ferma ed aperta viene spesso fatta passare per antisemitismo da quelli che sull’odio per qualunque minoranza, ebrei inclusi, marciano per costruire consensi elettorali. Il festival, ed in senso più lato l’Italia, volta ancora la faccia a questioni che ci riguardano da vicino per ragioni politiche, culturali e geografiche: ancora una volta il festival mostra, al di là della copertina patinata e talvolta pietista, il lato oscuro di una nazione che non ha affatto intenzione di abbattere il Muro.

 

 

 

 

 

 

Amadeus e le donne del festival

SANREMO: Cronache sanremesi dal divano di casa. Serata finale

Inviato da Redazione di 4: 17 am febbraio 9, 2020 • Categorizzata come Cronaca,Manifestazioni,Sociale e costume,Varie

di Angela D’Alto

 

Morgan e Bugo

Antefatto. Dalla serata di ieri…

Non bisognerebbe mai dimenticare la massima dello storico allenatore della Samp Vujadin Boskov: ‘partita finisce quando arbitro fischia’. E dunque ieri sera, maledetta me e la mia botta di sonno, mi sono persa il momento topico dell’intero Festival. Roba che non si vedeva dai tempi del tentato suicidio fake di Cavallo Pazzo dal loggione dell’Ariston, con tanto di salvataggio da parte di Super Pippo (Baudo). In sintesi: durante l’esibizione in coppia di Bugo e Morgan, mentre il Castoldi cantava le prime strofe, Bugo ha strappato il testo e se ne è andato via nello sconcerto generale. Un po’ per l’ora tarda, un po’ per la oggettiva non indimenticabilità della canzone, in pochi si erano accorti che Morgan aveva cambiato le parole, insultando il povero Bugo che a quel punto ha fatto una cosa che, diciamocelo, ognuno di noi ha sognato di fare almeno una volta nella vita (soprattutto chi ha avuto la sventura di partecipare ai congressi del PD): alzarsi, dare le spalle a tutti e andare via. Dopo la Brexit, la Bughexit.

Durante la notte , pare che Amadeus lo abbia cercato per tutta Sanremo, citofonando random nelle case alla Salvini maniera e seminando il panico.

Comunque, oggi Morgan ha spiegato che ‘Bugo è un dilettante e il suo management è fatto di farabutti, non reggeva il confronto…‘ e via delirando.

E così ha pensato bene di vendicarsi.

Risultato finale: eliminati dal festival ,ma da ultimi in classifica primi in tendenza , e per Morgan assicurate almeno 25 puntate dalla D’Urso, dove in collegamento da una roulotte spiegherà a tutti che c’è un complotto plutogiudaicomassonico contro di lui e che è colpa, nell’ordine, delle case discografiche, dello Stato, dei poteri forti, delle ex mogli, di  Clarabella e la Banda Bassotti, della buonanima di Sergio Endrigo e un po’ anche di Renzi che c’entra sempre. Garantiti anche tre articoli di approfondimento su Riza Psicosomatica a firma di quell’espertone di Raffaele Morelli.

Archiviato il Bugo-gate, vanno riconosciuti alla kermesse sanremese tre meriti:

-per almeno una settimana, Salvini non ha denunciato nessuno sbarco di  immigrati clandestini;

-per almeno una settimana, Salvini non è stato ospite in prima serata di nessuna trasmissione televisiva;

-per almeno una settimana, i tweet di Salvini (complice anche il down di ieri sera) si sono ridotti del 70%.

Il Governo riparta da Sanremo!

 

Serata Finale

Amadeus e Fiorello

Eccoci alla serata finale, e a ripartire è la gara. Amadeus il bravo  presentatore (preconizzato da Nino Frassica in ‘indietro tutta’) apre la serata con la classifica, che è la risultante della somma dei voti delle prime quattro serate diviso il numero degli uscieri dell’Ariston più raggio per raggio per 3,14. È primo Diodato, i Pinguini sono solo quarti, e Gabbani secondo. Ma noi speriamo nei dati definitivi, che degli exit poll non c’è da fidarsi. Iniziano le esibizioni: Zarrillo, Elodie, Nigiotti ( testo indimenticabile, ripete ‘baciami adesso’ in sette tonalità).

Mara Venier

Arriva sul palco Mara Venier come la zia che si trova a passare, entra un attimo per un saluto e giacché si trova ti spiccia casa. Adrenalinica Irene Grandi-Meg Ryan con la canzone di Vasco e Curreri ‘finalmente io’. Almeno mantiene svegli. Per compensare il momento gradevole, arriva tra capo e collo Diletta Leotta.

 

Diletta Leotta

Ora, c’è da dire che prima di questa settimana non avevo studiato vita e opere di Diletta Leotta, ma lo spietato social gossip sanremese ha mostrato le sue foto, prima e dopo la chirurgia plastica. E non è che io abbia nulla contro la chirurgia estetica, soprattutto se non ti sfigura e da Nina Moric ti trasforma in Michael Jackson. Però, Dilettuccia, il pippone sanremese sulla caducità della bellezza, da te proprio no! La bellezza capita, hai detto. Ma Capita è il nome del chirurgo plastico?

Tiziano Ferro

Scampato il pericolo di un nuovo monologo dilettaleottesco, ci sorbiamo allegramente anche quello di Tiziano Ferro sui quarant’anni. Intanto, qualcuno dovrebbe spiegare a Piero Pelù (canzone niente male), che quell’abbigliamento con giacca da parata militare portata aperta, peli a vista e panza tatuata, più pantalone in plastica non riciclabile e capello lungo simil zozzoso, non fa rock ma giusto un po’ tamarro.

 

Achille Lauro

Peccato. Stupendi i Pinguini, in smoking da pinguini: si spera in una rimonta dell’ultimo minuto. Achille Lauro stavolta è vestito da Elisabetta prima Tudor. Confesso di non capire nemmeno una parola del testo, e potrebbe non essere un male quando invece scorgo un ‘questo amore è panna montata al veleno’. E mi crolla tutto il trasgressive mood. Va detto però che è stato il protagonista più discusso del Festival, e ha diviso a metà l’elettor…ehm, il pubblico. Lo si ama o lo si odia. Genio o fenomeno da baraccone. Poi c’è un 2%(nel quale mestamente mi colloco), che non supera nemmeno lo sbarramento, a cui è indifferente. È mezzanotte, e marzullianamente mi rendo conto che un giorno è finito e un altro è appena cominciato, e col consueto orrore vedo comparire, prima della millesettecentododicesima pubblicità, ‘fine prima parte’. Terrore come quando al liceo, all’ultima ora, la sadica prof di greco sorridendo annunciava: e ora rilassiamoci con una bella traduzione di Plutarco. Consueta standing ovation per Beppe Vessicchio, vera star del Festival, che riesce a smuovere anche quelle cariatidi sedute tra il pubblico. Pubblico che torna prontamente a sonnecchiare accompagnato da un medley soporifero di Biagio Antonacci, che per l’occasione ci regala un arrangiamento ancora più slow e sofferente di canzoni già stracciamaroni. È mezzanotte e mezza, e solo una mega rissa finale tra Amadeus, Fiorello, Tiziano Ferro, l’orchestra e la sala stampa potrebbe dare un senso a questa attesa. Dopo la micidiale sequenza Riky- Giordana Angi- Iannacci, arriva la Lamborghini, vestita sempre da cugina di campagna. Con Rancore si chiude la gara (deo gratias). Finalmente, classifica finale, e col fantatelevoto cambia qualcosa! Sul podio Diodato, i Pinguini e Gabbani, in ordine casuale. Dopo l’endorsement di ieri sera dovrei essere soddisfatta, ma la notizia che da adesso si azzerano i voti ottenuti, e la gara ricomincia fra i primi tre, col solito meccanismo del 33, 33 e 33% più raggio per raggio per 3,14, spegne qualsiasi forma di entusiasmo. A questo punto per me potrebbero vincere anche Morgan e Bugo in contumacia.

 

Tra una gag e una pubblicità, sono le due, il nervosismo tra il pubblico è palese. Talmente palese che non applaudirebbero nemmeno se uscisse sul palco dell’Ariston il Papa per l’angelus della domenica mattina. Inizia ad apparirmi la Madonna.

Finalmente si decreta il terzo posto: Pinguini Tattici Nucleari. E anche quest’anno vinco l’anno prossimo.

Mentre all’Ariston non sanno più chi chiamare per tenere scetata la gente, e mentre il vincitore non è stato ancora decretato, sul web arriva la bomba: Sky lo ha già annunciato nei sottotitoli del tg: è Diodato. I tweet di vari utenti sono dell’1.46, con tanto di immagine allegata. All’Ariston, alle 2,30, ancora nulla. Impazza la polemica. Imbarazzo sul palco.

 

Arriva il momento della proclamazione, con tanto di Sindaco e liturgia classica, e il vincitore della 70 ma edizione del Festival è proprio Diodato! Fuga di notizie? Combine? Questa estenuante edizione di Sanremo finisce così , in una atmosfera surreale, ma come direbbe Marzullo a quest’ora, è davvero finita quando è finita? Magari domani Gabbani fa ricorso al TAR Lazio, che conviene sempre. Andiamo a letto senza nemmeno più quella sola certezza, che partita finisce solo quando arbitro fischia. O forse aveva già fischiato un’ora fa.

Angela D’Alto – autrice degli articoli sulle cinque serate del Festival di Sanremo 2020

Da Sanremo questa volta è tutto.

 

 

Il vincitore

 

SANREMO 2020: il commento

Inviato da Redazione di 10: 14 am febbraio 9, 2020 • Categorizzata come Cronaca,Manifestazioni,Sociale e costume

di Pietro Cusati

SANREMO – L’INNO DI MAMELI, la banda dell’Arma dei Carabinieri festeggia 100 anni di storia.
MARA VENIER SENZA SCARPE:la puntata di ”Domenica in” chiude la settimana del festival, andrà in onda direttamente dal palco dell’ARISTON.

E’ ANTONIO DIODATO, IN ARTE DIODATO, CON IL BRANO ”FAI RUMORE” ,IL VINCITORE DELLA 70/a EDIZIONE DEL FESTIVAL DI SANREMO. Diodato si aggiudica anche il Premio della Critica intitolato a Mia Martini, per la sezione Campioni,
il Premio della Sala Stampa Radio, Tv e Web Lucio Dalla, per la sezione Campioni.
Il brano “Fai rumore” è stato scritto da DIODATO, un giovane musicista dal talento indiscusso. Intonato, sa stare sul palco e le sue esecuzioni sono sempre impeccabili. La sua formazione è prettamente alternative-rock . La prima partecipazione al festival di Sanremo risale al 2014, quando fu battuto da Rocco Hunt, e la seconda nel 2018, quando partecipò insieme a Roy Paci. Diodato è un artista conosciuto non solo in Italia ma anche in Europa, soprattutto a Stoccolma, dove ha iniziato ad incidere la musica per la prima volta. Antonio Diodato alias Diodato è uno dei cantanti emergenti di maggior talento della scena italiana. Ha frequentato il DAMS, laureato in Cinema, televisione e nuovi media, è anche scrittore e compositore, insomma un artista a 360°. I suoi primi lavori sono stati realizzati a Stoccolma dove ha esordito con il brano Libiri (dato che gli svedesi storpiarono il titolo originale “Liberi”.). Diodato arriva al grande pubblico nel 2014, quando partecipa per la prima volta al festival di Sanremo con il brano Babilonia nella categorie Nuove Proposte. Favorito dalla giuria di qualità venne però battuto da Rocco Hunt il quale ottenne più consensi al televoto.

Ritorniamo alla gara di quest’anno, 70a edizione: al secondo posto Francesco Gabbani, con il brano ”VICEVERSA”, al terzo posto i Pinguini Tattici Nucleari, con ”RINGO STARR”. 4) Le Vibrazioni 5) Piero Pelù 6) Tosca 7) Elodie Achille Lauro 9) Irene Grandi 10) Rancore 11) Raphael Gualazzi 12) Levante 13) Anastasio 14) Alberto Urso 15) Marco Masini 16) Paolo Jannacci 17) Rita Pavone 18) Michele Zarrillo 19) Enrico Nigiotti 20) Giordana Angi 21) Elettra Lamborghini 22) Junior Cally 23) Riki.

E’ Tosca con il brano ”Ho amato tutto”, a vincere il Premio “Giancarlo Bigazzi” per la miglior composizione musicale, assegnato dall’Orchestra del Festival. Il brano Viceversa di Francesco Gabbani si aggiudica il premio TIMMUSIC, attribuito al brano in concorso più ascoltato in streaming sulla piattaforma TIM dedicata alla musica digitale.

 

 

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