Scuola, la riapertura è a rischio se non si dimette subito la Ministra Azzolina?

 

Dr. Pietro Cusati

(giurista – giornalista)

Il ministro della istruzione Lucia Azzolina

Roma ,21 agosto 2020 . Occorre un  nuovo ministro competente che conosca il mondo dell’istruzione e che sia in grado di decidere. Basta con una ministra che non sa prendere decisioni. Un nuovo ministro che sappia cosa fare, le scuole vanno ristrutturate ed adeguate alle nuove esigenze. Questo è quello che chiedono le famiglie, i lavoratori e i Sindacati della Scuola. “Lacune, mancanze, inefficacia, grave ritardo, confusione più totale, assenza di un piano, rifiuto a confrontarsi, forte preoccupazione, continuo cambio di posizioni… Sono alcuni dei giudizi che i  sindacati della Scuola più rappresentativi hanno espresso  nei confronti della  ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina. Le Scuole riapriranno in sicurezza ?  L’aumento dei contagi non  preoccupa la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina che  rassicura: “Nessun rischio per l’apertura dell’anno scolastico”. I banchi monoposto possono essere  la soluzione? Cosa fare se un alunno o un insegnante hanno sintomi riconducibili al Covid? La ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina: “C’è in atto un sabotaggio da parte di chi non vuole che la scuola riparta”. La Flc Cgil, tramite il segretario Francesco Sinopoli, risponde a muso duro alle parole di Azzolina: “Questo tentativo disperato ed  imbarazzante di attribuire le responsabilità sui problemi dell’apertura dell’anno scolastico al sindacato, è smentito dai fatti. Abbiamo cercato in tutti questi mesi di spiegare quali dovevano essere gli interventi e il Governo si è mosso con grave ritardo. Le  responsabilità del ministero dell’Istruzione sono evidenti”.La Uil Scuola esprime il suo sconcerto per le parole della ministra: “Mentre i nodi arrivano al pettine,  assistiamo ad una reazione scomposta del ministro dell’Istruzione, che con il ricorso ad una serie infinita di luoghi comuni e stereotipi, le donne, il sessismo, la resistenza al cambiamento, il sindacato  cattivo, si costruisce un ruolo di vittima sacrificale alla vigilia di una apertura della scuola che come un mantra ripete ossessivamente.”Lo Snals. tramite la segretaria Elvira Serafini, chiede il rispetto degli impegni presi: “Lo Snals-Confsal offre, in un momento di drammatica difficoltà per il Paese e per la scuoia, la propria leale collaborazione al Governo ed all’Amministrazione chiedendo, nel contempo, rispetto degli impegni e garanzie di corrette relazioni sindacali, a partire dalla revisione del protocollo di sicurezza sottoscritto il 6 agosto ma ormai superato dalle nuove misure di prevenzione individuate dal CTS”.Anche la Gilda, con il coordinatore Rino Di Meglio, attacca: “Trovo sconcertante che chi guida il Ministero dell’Istruzione si esibisca in un violento ed immotivato attacco contro i sindacati, accusati di sabotare la riapertura delle scuole. I cittadini, sindacati compresi, vorrebbero sapere quanti insegnanti di ruolo saranno in cattedra il 1 settembre prossimo, quanti saranno i posti vacanti da coprire con precari da rintracciare, quante aule mancheranno per accogliere in sicurezza le alunne e gli alunni e, infine quando arriveranno i banchi mancanti alle scuole che li hanno richiesti”.Secondo l’Istituto Superiore di Sanità preliminarmente identificare un referente scolastico e formarlo, tenere un registro degli eventuali contatti tra alunni e personale di classi diverse, richiedere la collaborazione dei genitori per misurare ogni giorno la temperatura del bambino e segnalare eventuali assenze per motivi di salute riconducibili al Covid-19.Se un alunno, un insegnante o un bidello risulta positivo, sarà il dipartimento distrettuale della salute a valutare se prescrivere la quarantena a tutti gli studenti della stessa classe e agli eventuali operatori scolastici esposti. La chiusura di una scuola o parte della stessa dovrà essere valutata in base al numero di casi confermati e di eventuali ‘cluster’ e in base al “livello di circolazione del virus all’interno della comunità”.Inoltre, in caso di positività si potrà prevedere l’invio di unità mobili che eseguano test diagnostici nella scuola. Nel momento in cui un alunno manifesta i sintomi a Scuola deve essere isolato in un’area dedicata dell’istituto e assistito da un adulto che indossi una mascherina chirurgica.I genitori devono essere immediatamente avvisati. E a loro volta devono chiamare il pediatra o il medico di famiglia, che, dopo avere valutato la situazione, deciderà se è necessario contattare il Dipartimento di prevenzione per prenotare il tampone.Se il test è positivo bisognerà individuare i contatti e valutare le misure più appropriate da adottare tra le quali, quando necessario, la quarantena per i compagni di classe, gli insegnanti e gli altri soggetti che rientrano nella definizione di ‘contatto stretto’.La Scuola in ogni caso deve fare una sanificazione straordinaria. Fra i compiti degli istituti il documento prevede anche il monitoraggio delle assenze, per individuare ad esempio casi di classi con molti alunni mancanti che potrebbero essere indice di una diffusione del virus e che potrebbero necessitare di un’indagine mirata.Il documento è stato messo a punto dall’Istituto Superiore di Sanità, insieme con il  Ministero della Salute, Ministero dell’Istruzione, Inail . “Questo documento è il frutto di un impegno condiviso tra molte istituzioni nazionali e Regioni . La necessità di riprendere le attività scolastiche è indicata da tutte le agenzie internazionali, tra le quali l’Oms, come una priorità ed è tale anche per il nostro Paese”, commenta il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro.“E’ difficile stimare al momento quanto la riapertura delle scuole possa incidere su una ripresa della circolazione del virus in Italia”, si sottolinea nel rapporto. Il Prof.  Walter Ricciardi,docente  di Igiene dell’Università Cattolica e consulente del ministero della Salute  ha detto  che abbassare la guardia ora può essere controproducente tra due o tre settimane per la diffusione dei contagi, rischiando così di mettere a repentaglio gli sforzi di contenimento post lockdown, “dobbiamo mettere sotto controllo questa curva epidemica che si è rialzata. Da noi si è rialzata poco. Ma in altri Paesi come la Spagna e la Croazia si è rialzata moltissimo”.Per un ritorno tra i banchi in sicurezza  via  ai test sierologici per il personale scolastico su base volontaria. I docenti si sottoporranno prima al test, e nel caso in cui risultino positivi agli anticorpi sviluppati con il coronavirus, dovranno effettuare un tampone. Il periodo tra uno e l’altro sarà considerato periodo di quarantena. “In caso di focolaio infettivo dentro la scuola si valuterà caso per caso, in certi basterà l’isolamento di una classe, in altri servirà la chiusura della scuola”.  Una cosa che sta già accadendo in Francia e Germania e che non è un’opportunità così remota. “Non lo è  tanto più circola il virus, tanto più è probabile. Dobbiamo abbassare la circolazione del virus fuori dalla scuola, ed evitare di farcelo entrare dentro”.Sul fronte della lotta alla diffusione del Covid “quando abbiamo riaperto, a maggio, ci siamo comportati bene. Il problema è successo dopo, quando c’è stato una sorta di liberi tutti: sono ricominciati viaggi, spostamenti, assembramenti e ci si è scordati di usare le mascherine. Creando una situazione ideale per il virus”, afferma Ricciardi.Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità nella regione europea si registrano  3,9 milioni di casi di Covid-19 che corrispondono al 17% del totale globale che si avvicina ai 22 milioni. L’epicentro della pandemia sono al momento le Americhe ma anche altrove emergono delle impennate di contagi. L’Oms nota inoltre che l’Europa “ha una sua traiettoria” nell’ambito della pandemia da coronavirus, e che “mostra una tendenza diversa rispetto al resto del mondo”.

 

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