VASSALLO: dopo dieci anni una seduta speciale in Paradiso !!

 

Aldo Bianchini

Il sindaco pescatore "Angelo Vassallo"

SALERNO – E’ una mattinata speciale quella che si sta vivendo in Paradiso dove un grosso tavolo troneggia tra le nuvole bianche.

E’ il tavolo progettato e realizzato dall’indimenticato Carlo Falvella (giovane esponente del FUAN, barbaramente colpito a morte la sera del 7 luglio 1972 in Via Velia a Salerno dai rossi della ultra sinistra-anarchica).

Ci sono già seduti Giovanni Marini e Francesco Mastrogiovanni (imputati di aver contribuito in un modo o nell’altro alla tragica fine di Carlo) perché per motivazioni diverse hanno conosciuto in vita il famoso sindaco pescatore Angelo Vassallo, assassinato da mano ignota in una stradina isolata di Acciaroli la sera del 5 settembre 2010; il primo per essere nativo di Sacco e noto frequentatore dell’incantevole Acciaroli; il secondo per le sue esuberanze notturne proprio ad Acciaroli, esuberanze che portarono Vassallo ha richiedere ed ottenere un TSO in suo danno che avrebbe poi dato l’avvio alla sua morte incatenato al letto dell’ospedale di Vallo della Lucania.

E’ atteso l’ospite d’onore Angelo Vassallo Angelo Vassallo che, per colpa di quel TSO troppo rapidamente ordinato a carico del maestro anarchico, dal 2018 ha avuto solo il permesso di sedersi al tavolo senza diritto alla parola e senza diritto al voto e che, da questo momento, è stato promosso a componente ufficiale del tavolo e, addirittura, per questa seduta è atteso, come dicevo, da ospite d’onore.

Ma ecco la sua figura stagliarsi all’orizzonte del cielo turchino e avvicinarsi a passo veloce al grande tavolo; lo accompagna il padrone del tavolo Carlo Falvella.

Si alzano in piedi gli altri due e salutano con garbo e rispetto i nuovi arrivati; prende subito la parola Carlo che con decisa autorevolezza ricorda a tutti che ormai sono passati dieci anni dalla morte di Vassallo e che nessuna verità è ancora venuta a galla. Invita l’ospite d’onore a “dire la verità tutta la verità, niente altro che la verità” sulle cause e circostanze del suo assassinio.

Mi sembra quasi di vedere la scena; un attimo di assoluto silenzio, poi Angelo prende fiato a pieni polmoni e racconta le sue vicende terrene che sanno più di caso umano piuttosto che di cospirazione camorristica:

dr. Dario Vassallo, fratello di Angelo

“”Caro Carlo, in questi giorni leggo attentamente i giornali che laggiù ricordano il decennale della mia morte violenta. Sono tutte fantasiose, se non fantomatiche, ricostruzioni. La verità è una sola e la conosco solo io e da qui non potrò mai più svelarla, almeno ai mortali. Per dovere morale devo precisare che i miei concittadini non sono omertosi e che il sindaco (Stefano Pisani) mio erede ha perfettamente ragione quando parla della cospicua collaborazione dei miei concittadini sul piano giudiziario. Ha torto mio fratello Dario, perchè da troppo tempo insiste sull’omertosità della mia gente; non sa il bene che mi volevano tutti, non conosce il nome dell’assassino in quanto la mia uccisione è stata determinata dall’impeto e non da un’azione pianificata e strategicamente voluta dalla camorra che non c’entra assolutamente niente. Sono stati commessi errori marchiani fin dalle prime ore delle indagini a cominciare dal fatto di aver scippato il fascicolo al mio amico procuratore Alfredo Greco per arrivare ai Carabinieri che nei primi giorni non seppero analizzare i dati del mio cellulare. Insomma hanno sbagliato tutti, anche i vari Procuratori della Repubblica (Franco Roberti, Corrado Lembo e Giuseppe Borrelli) che nel corso di dieci anni hanno fatto solo annunci apodittici e niente più. Nessuno riesce a capire che bisogna partire da una mia frase pronunciata nel momento in cui ero sereno e lucido, poco prima della mia morte. Sono davvero stufo di tutte queste chiacchiere, l’assassino lo conosco solo io e, purtroppo, da qui non posso svelarlo a nessuno. Di una cosa, però, sono sicuro: non lo troveranno mai””.

 

 

 

 

Il sindaco di Pollica-Acciaroli "Stefano Pisani"

Vassallo si ferma e respira profondamente; si vede che non ha intenzione di continuare. Interviene Carlo Falvella che lo tranquillizza e gli dice che l’audizione è rinviata ad nuova data in cui, se vorrà, ricorderà a tutti quella famosa frase, spiegherà al dettaglio gli errori e descriverà le fasi culminanti dell’omicidio.

 

 

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