COMUNICAZIONE: da Bassolino a Conte … da De Rosa a Casalino

Aldo Bianchini

Il presidente del Consiglio dei Ministri, prof. Giuseppe Conte, annuncia le nuove misure anticovid

SALERNO – Ieri sera anche io, come tanti, mentre facevo zapping sui vari canali televisivi per ascoltare l’ennesima conferenza stampa del presidente del Consiglio dei Ministri avv. prof. Giuseppe Conte, mi sono imbattuto nella trasmissione condotta da Barbara Palombelli (la più grande stakanovista televisiva mai esistita !!) dal titolo “Stasera Italia”, e sono rimasto basito per il modo con cui la conduttrice ed i suoi ospiti (tra i quali Giampiero Mughini) hanno attaccato il presidente Conte per i ritardi nelle conferenze stampa, ritardi che sono divenuti abituali come se facessero parte di una studiata “strategia comunicazionale” preparata dal portavoce Rocco Casalino.

Naturalmente l’attacco apparentemente contro Conte voleva essere un affondo speciale e specifico contro il suo portavoce Rocco Casalino. Difatti, ha detto la Palombelli, la conferenza era stata programmata per le ore 19 con richiesta di inviare gli accrediti entro le ore 18.15. La conferenza, però, è iniziata addirittura alle 21.50 ed ha mandato in tilt tutta la programmazione televisiva nazionale; un modo speciale per tenere viva l’attenzione di un intero Paese sulle dichiarazioni di Conte per i divieti che arriveranno per le festività natalizie ai tempi del covid.

Giusta, anzi giustissima, la protesta della Palombelli e dei suoi ospiti; una protesta che, però, rimane fine a se stessa se non c’è un seguito, ovvero se la stampa continua a rima nere in silenzio al cospetto di questi abusi di potere non usciremo mai dal fossato in cui la stampa viene puntualmente scaraventata da chi inventa e pratica una nuova tipologia di comunicazione; e Casalino l’ha inventata e la impone con una certa facilità a tutti gli organi d’informazione ormai supini di fronte al potente di turno pur di avere materiale per rimpinguare le trasmissioni televisive e i giornali.

E’ evidente, a questo punto, che quanto accaduto a New York all’ex capo di Napoli e della Campania, Antonio Bassolino, che si accinge a ritornare in campo per le amministrative partenopee della prossima primavera.

La Regione Campania nel 2003 aprì una “sede di rappresentanza a New York”, una palazzina di tre piani nel pieno di Manhattan nell’ambita Fifth Avenue (che vedete nella foto); un modo dispendioso per avere perennemente a disposizione una sorta di albergo-ristorante per le varie delegazioni campane che soprattutto nel periodo tra la fine di settembre e il 12 ottobre di ogni anno si recavano e si recano negli USA per i festeggiamenti delle Colombiadi. In una di queste occasioni, se ricordo bene nel 2005, si recò in America anche il governatore della Campania Antonio Bassolino che doveva presentare, con apposita conferenza stampa, le coordinate degli scambi commerciali tra la Campania e la Costa Orientale degli USA alla presenza del sindaco di New York, Michael Rubens Bloomberg, del governatore dello stato di New York, George Pataki, e di molti senatori dello stato oltre a vari esponenti dell’imprenditoria newyorchese.

La sede di rappresentanza a New York della Regione Campania

La delegazione capeggiata da Bassolino arrivò in America qualche giorno primo del grosso evento e tutto fu preparato nel migliore dei modi. La conferenza era prevista per le 9 del mattino, ma Bassolino tardava ad arrivare; dopo una trentina di minuti di inutile e fastidiosa attesa tutta la stampa americana andò via e Bassolino, poco dopo, si ritrovò a parlare senza alcun supporto mediatico, tranne qualche testata giornalistica italiana. Alla meraviglia del governatore italiano rispose direttamente il sindaco di New York dicendo pressappoco così: “Caro Bassolino, qui in America la stampa è libera e non aspetta i comodi della politica”.

Lezione magistrale, non c’è che dire. Lezione, però, che non ha fatto scuola per il giornalismo italiano che l’altra sera, venerdi 18 dicembre, ha atteso prona 2h e 50m l’inizio della conferenza stampa-farsa indetta e guidata dal portavoce del premier Conte; in barba a tutti i principi di coretto rapporto con la stampa.

In America l’organizzatore fu Elio De Rosa (che finì male insieme a tutta la struttura di rappresentanza, forse proprio grazie a quella gaf con la stampa americana), in Italia l’artefice è stato Rocco Casalino che, bontà sua, è ancora saldamente in sella.

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