POLLA: LA VERA STORIA, SECONDO LO STORIOGRAFO VITANTONIO CAPOZZI. DA COLONIA ROMANA A CITTA’ DEL LIBRO, PASSANDO PER LA RIFORMA AGRARIA DI TIBERIO GRACCO

Dr. Michele D’Alessio

POLLA – Sull’origine del nome di Polla si sono consumati i proverbiali fiumi d’inchiostro per cercare di dare una risposta, quella vera e, quindi, la più attendibile. Nonostante tutto, poco ancora si sa circa l’epoca dei suoi primi insediamenti, poiché ci si scontra inevitabilmente con la linea sottile del tempo, che, inesorabile, ci dice che prima di certe epoche non possiamo avere nulla di “concreto” a testimonianza delle radici arcaiche dei popoli. Molti sono stati gli storici, che hanno scritto sulla nascita di Polla, ma non tutti collimano con la stessa teoria, anzi, a volte sono contraddittorie. Oggi con l’aiuto del noto Storiografo e scrittore dottore Vitantonio Capozzi di Polla proveremo ad inoltrarci nel labirinto della storia di Polla, tendando, anche noi, di dare una risposta sulle sue origini. Sentiamo il dottor Capozzi, sull’origine di Polla e la sua vera storia.

“….Dico subito che chi mi è stato di aiuto nella ricerca sull’origine di Polla è stato certamente Francesco Curcio Rubertini con il suo “Origini e vicende storiche di POLLA”, edito nel 1911. In verità, i critici storici, tra i quali il celebre Costantino Gatta (Sala Consilina 1673-1741), hanno ritenuto che Polla fosse stata l’antica Petelia. Della città  hanno parlato lo storico Strabone (60 a. C.-23 d.C.), Plinio Seniore ( 23 d.C.-79 d.C.) e il geografo Tolomeo (100 d.C-175 d.C.). Strabone la definisce metropolis Lucaniae o città primaria della Lucania, distrutta dai Cartaginiesi (III^ sec. a.C.). Oggi alcuni studiosi la collocano laddove è posta Petilia Policastro. Su questo punto esistono fondati motivi per ritenere tale ipotesi assolutamente infondata. Vediamone le ragioni. Strabone, nel libro VII della sua Geografia, la colloca nell’interno della Regione Lucania, ricordando che i Lucani “tennero tutto quel tratto dal Sele al Lao, da Metaponto a Turio. Presso il mare possedettero Poseidonia (poi Paestum), Palinuro, Velia e Bussento; nell’interno (intus) poi Volcei attuale Buccino), Conza, Potenza, Blanda, Grumento e Petelia, capitale della Lucania (caput Lucaniae)”.

Quindi Petelia era ubicata al centro della Lucania e non, come oggi vorrebbero far credere alcuni storici, all’estrema periferia della Regione, identificandola, a loro dire, con Petilia Policastro. Quest’ultima città trovasi nell’antica Regione detta Bruzio (Brutium), che in epoca successiva fu unificata con la Lucania: con la fusione delle due Regioni si creò, infatti, la Regio III Lucania et Bruttii, ovvero la terza delle Regioni dell’Italia Augustea (7 d.C.). Evidentemente tale unificazione ha tratto in inganno quel gruppo di storici, i quali hanno sostenuto, ovviamente sbagliando, che Petelia fosse la stessa ubicata in Calabria, confondendola quindi con Petilia Policastro. V’è da dire ancora che la capitale dell’antica Regione dei Bruzii (l’attuale Calabria), e, quindi, prima della unificazione con la Lucania, è stata sempre Cosenza e non certamente Petelia.  Altro aspetto non secondario a quanto affermiamo ci viene offerto dallo stesso Plinio, quando usa l’avverbio “intus”, ovvero “dentro”, vuole indicare il sito della città facendolo corrispondere al centro della Regione. Anche lo storico e geografoTolomeo definice Mediterranea la città di Petelia, cioè ubicata in mezzo alla terra (nel mezzo delle Regione) lucana. Infine Plinio la descrive come sita su di un colle detto Clibano, rievocante quest’ultimo il sito alto poggiante sugli inghiottitoi naturali, detti Crive o Clive, che una volta fungevano da sversatoi delle acque del fiume Tanàgro.

Veduta aerea della città di Polla

Analizzando l’etimologia della parola “PETELIA”, questa certamente deriva dalla congiunzione, in lingua osco-lucana, delle due parole PETH, che significa casa o città, ed HELION, che significa luce o sole e, quindi, la CITTA’ DEL SOLE. Sappiamo che il sole era considerato dai Pelasgi-Enotri o dagli ITALI primitivi il supremo dio dell’universo, chiamato poi Apollo, dio della luce dagli ELLENI e, successivamente, trasfuso nello stemma del comune di Polla. L’adozione del simbolo del SOLE da parte della comunità pollese si perde nella notte dei tempi.

Prof. Vitantonio Capozzi, storiografo

Ma torniamo alla ricerca dell’antica città di Petelia. Tra i ricercatori, che hanno affrontato la questione, vale la pena citare Costantino Gatta (Sala Consilina1673 – 1741), il quale, nelle sue Memorie Topografico-storiche della Provicia di Lucania così scrive: “E’ la Polla per ogni verso raggurdavole…omissis…In quanto al nome di detta terra…omissis…da più alta origine giudico abbia ella tale denominazione preso e forse non da altro che da Petelia tratto ella avesse ed i natali ed il nome… omissis…”, osservando poi che, in un’epigrafe trasportata da Polla ad Atena Lucana, ove attualmente si trova, si fa riferimento all’esistenza nel territorio di Polla della PLEBS PETELINORUM, cioè dei cittadini plebei di Petelia, a conferma dell’esistenza a Polla dell’antica Petelia lucana. Inoltre va considerato, sempre a proposito dell’origine del nome, che nella contrada “Tempio”, a circa 500 mt. dallo svincolo autostradale SA-RC, trovasi il Mausoleo eretto da Insteia Polla, sacerdotessa di Livia Augusta, in memoria del Magistrato romano T.C.Utiano Rufo, il quale l’accolse alla tenera età di sette anni e la sposò, vivendo con lei per cinquantacinque anni. Protettore di Livia e della Gens Iulia era certamente Apollo e v’è da supporre che lì, dove fu innalzato il Mausoleo, si trovasse il Tempio dove veniva adorato il dio Apollo. POLLA si chiamava, come risulta dalle antiche carte topografiche. La Polla, nome questo che derivava da L’Apolla. Insomma, il nome POLLA è l’alterazione di APOLLA che, per aferesi o stroncatura di lettera, ha assunto il nome attuale.                                                                                        L’epigrafe romana del LAPIS POLLAE ci indica che a Polla e nel Vallo di Diano è stata applicata la riforma agraria (Lex Agraria del 133 a.C., voluta da Tiberio Gracco). È noto come la pianura del Vallo di Diano prima dell’arrivo di Roma fosse stata coltivata solo vicino ai nuclei insediativi e come vi fossero state ampie aree di paesaggio montano e vallivo lasciato integro, destinato all’allevamento, alla pastorizia, alla caccia e alla raccolta dei prodotti offerti spontaneamente dalla natura. L’arrivo dei Romani segnò una vera e propria rivoluzione all’interno del paesaggio vallivo: molte aree della pianura furono misurate e delimitate secondo un reticolo preciso e regolare, definito da decumani e kardines. Il terreno fu lottizzato, le acque furono regimate e controllate con canali, le terre furono assegnate ai coloni e coltivate. La centuriazione determinò quindi un cambiamento radicale del paesaggio, modificando anche il tessuto economico, sociale e culturale di queste terre.

Il mausoleo di Polla

Il mausoleo, dedicato a Caio Utiano Rufo, si trova a Polla in località Tempio ed è poco più di un rudere che conserva esclusivamente i blocchi riportanti l’epigrafe, contraddistinte da tre are superstiti, anche se abbastanza riccamente ornate da serti floreali tra cui tre teschi di teste di buoi (bucrani) ed un brandello di festone. Il mausoleo venne fatto innalzare nel corso del secolo I° d.C. dalla sacerdotessa di Livia Augusta, terza moglie dell’Imperatore, per onorare e rammentare il marito Uziano Rufo, il quale era stato magistrato presso i municipi di Atina (Atena Lucana) e Volcei (l’attuale Buccino), da cui dipendeva il Forum. La lunga scritta in effetti narra che Insteia sia stata adottata da Caio Uziano, quattuorviro giuridicendo, quando era una bambina di appena sette anni. Diversi anni dopo Uziano la sposò, rispettandola in tutte le occasioni dei cinquantacinque anni in cui vissero insieme. Insteia, per onorare la memoria del marito volle erigere un Mausoleo, costruito sul posto ove verosimilmente già esisteva il tempio dedicato al Dio Apollo. Da allora la zona è stata chiamata Contrada Tempio. Va anche detto che Insteia Polla, che di certo apparteneva all’aristocrazia romana, fu scelta da Livia Augusta ed elevata al rango di sacerdotessa (Vestale), solo dopo il matrimonio con l’alto magistrato Utiano Rufo. È poiché alta era la venerazione della Gens Iulia nei confronti del Dio Apollo, la scelta del sito non dovette essere casuale. Ed infine vorrei aggiungere che per ben 3 volte viene citata la parola LATINIA e suoi derivati (LATINIANO e LATINIANI). LATINIA ci riporta alla denominazione della città esistente sul posto, come quella di LATINIANO (riferito al Magistrato, giustappunto  di LATINIA) e LATINIANI (abitanti di LATINIA). La decorazione che circonda la predetta dedica rammenta moltissimo quella riportata sull’Ara Pacis Augustea di Roma. Con buona probabilità Insteia fece venire scalpellini molto bravi da Roma, donde il predetto collegamento, perchè il marito potesse avere una sepoltura di tutto riguardo motivo che influì non poco sulla scelta del luogo ameno, aperto al sole, su di una piccola altura ove è ubicato il mausoleo.

 

9 thoughts on “POLLA: LA VERA STORIA, SECONDO LO STORIOGRAFO VITANTONIO CAPOZZI. DA COLONIA ROMANA A CITTA’ DEL LIBRO, PASSANDO PER LA RIFORMA AGRARIA DI TIBERIO GRACCO

  1. E’ bello,al di là dei luoghi comuni che da sempre contrappongono il piccolo paese alla grande metropoli, vivere nei piccoli paesi, come nella fiaba del topino di campagna e quello di città, c’è qualcosa di più che rende speciale vivere in questi angoli di terra. E’ ancora più bello quando i paesi sono ricchi di storia….

  2. Lo studio della storia non può guarire la specie umana dai suoi difetti e mettere la parola fine ai suoi errori. Ma ha una funzione decisiva nel combattere la smemoratezza degli individui e le deformazioni interessate di chi semina errori e inganni a scopo di potere.

  3. SALVE! RICERCO POSSIBILI INFORMAZIONE SULLA BARONESSA DI S.ELENA OTTAVIA PANTOLIANO, MOGLIE DEL BARONE, GIURECONSULTO DON PIETRO MINEI. TRASFERITOSI A ”POLLA” DOPO IL 1803 ANNO DI MORTE DEL MARITO.
    LA BARONESSA OTTAVIA PANTOLIANO, DIMORAVA NEL PALAZZO NOBILIARE DELLA CASATA DEI ”MINEI” A NAPOLI.
    CON LA MORTE DEL MARITO ( MIO QUINQUISAVOLO LATO MATERNO ) SI TRASFERI A POLLA.
    RINGRAZIO IL PROF VITANTONIO CAPOZZI PER UN SUO POSSIBILE INTERESSAMENTO.
    CONDUCO A TITOLO PERSONALE UNA RICERCA GENEALOGICA SULLA CASATA DI MIA MADRE ”MINEI” E SUL PALAZZO MINEI. SPERO EDITARE ENTRO ILC.A. LE RICERCHE, INIZIATE NEL 20217.
    IN ATTESA DI UNA GRADITA RISPOSTA, CORDIALI SALUTI.
    DI BERNARDO ANTONIO – SCRIVO DA S.MARIA CAPUA VETERE – CE –
    CELL. 347 039 56 06 –

    1. Donna Ottavia Pantoliano, di Luigi e Maria Antonia Costa, nacque a Polla il 31/12/1781. Nel 1807 (stimato) sposò a Napoli in seconde nozze il mio quadrisavolo Giovan Pietro Wancolle, da cui ebbe cinque figli: Luigi, Giuseppe, Florimondo, Maria Antonia e Raffaela. Inizialmente i coniugi risiedettero a Napoli (Riviera di Chiaia) e successivamente a Polla, nel palazzo di famiglia in Strada Santa Croce. Morì a Polla il 20/06/1840.
      Fonti: ANTENATI; FAMILY SEARCH; Vittorio Bracco – Polla, Linee di una storia, Salerno 1976; Domenico Langone – Padre Ambrogio Pantoliano da Polla Francescano.
      Alessandro Wancolle

      1. Gentile Alessandro Wancolle. Potrebbe indicarmi, in quale chiesa di Napoli si celebrò il matrimonio della ” Donna Ottavia Pantoliano ” con il suo ” quadrisavolo ” Giovan Pietro Wancolle nel 1807.Grazie! In attesa cordiali saluti – Antonio Di Bernardo

        1. Le risulta, se un suo antenato, abitava nel palazzo nobiliare ” Minei ” a Napoli – in via o salita San Potito – nr 12 – Resto in attesa di sue. Grazie! cell. 347 039 56 06 –

        2. Quanto alla chiesa in cui si celebrò il matrimonio tra Ottavia Pantoliano e Giovan Pietro Wancolle, dovrebbe trattarsi della parrocchia di San Liborio in Napoli, i cui registri dell’ epoca, secondo quanto mi è stato riferito dall’ Archivio diocesano di Napoli, sarebbero andati distrutti durante kl’ ultima guerra.

          Non so rispondere alla sua seconda domanda. Mi risulta però che i coniugi risiedettero anche alla Riviera di Chiaia 250.

          Quanto allo storico palazzo Pantoliano (poi Caputi – Wancolle), di cui si favoleggiava dell’ enorme numero di stanze, questo fu distrutto nel terremoto del 1857.

          Potrà trovare notizie della famiglia Pantoliano nel volume “Polla, linee di una storia” di Vittori Bracco, Ed. Cantelmi – Salerno, 1976

  4. Gentile Alessandro Wancolle. Avrei piacere fare una visita a Polla, per visitare i luoghi che furono dimora della Baronessa Ottavia Pantoliano sua antenata. Richiedo possibile indirizzo dell’ubicazione dello storico palazzo Pantoliano. Resto in attesa di Sue notizie.Grazie!

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