Per non dimenticare Stefania Venturini: una socialista vera

Di Giovanni Maria di Lieto

(avvocato)

Stefania Venturini di Lieto - una socialista

Mia madre Stefania Venturini di Lieto (scomparsa il 24 marzo 2010) è stata un’esponente autorevole del PSI salernitano negli anni 70 – 90.

Era nata nella magnifica Pistoia, quindi ha svolto appassionatamente la sua attività lavorativa, politica e sociale a Minori e nella splendida costiera amalfitana (tra centro – nord d’Italia e meridione, le radici di una vita praticata con passione ed impegno).

Formatasi sull’insegnamento politico di Pietro Nenni, è stata culturalmente vicina alle posizioni di Riccardo Lombardi (la cd. Sinistra socialista), pur rimanendo estremamente attenta al riformismo di ispirazione autonomista del Segretario del Psi Bettino Craxi.

Stefania Venturini si colloca con assoluta coerenza nel tempo del Partito, della scelta ideologica socialista, riformista, libertaria e garantista, di sinistra (“sinistra”, si diceva un tempo, però sinistra non comunista), protesa verso l’Alternativa di sinistra e l’Unità delle sinistre (quella di derivazione socialista e quella di derivazione comunista). La principale ragion d’essere della sinistra si poteva riassumere nel pensiero di Pietro Nenni: “Il socialismo è portare avanti tutti quelli che sono nati indietro”.

Cultura del partito, delle sezioni e del dibattito interno, della discussione e della partecipazione popolare. Altri tempi.

Alle spalle della Idea, e del “fare” politico-amministrativo, Stefania Venturini ha praticato nei fatti – come requisito pregiudiziale di partecipazione alla Politica – l’Etica pubblica, che ha come naturale conseguenza la Credibilità personale.

E’ stata protagonista di battaglie libertarie civili e sociali (cito i referendum sul divorzio e l’aborto), spesso in sintonia con i Radicali.

Altro punto fermo. La Lista Rinascita del 1975 (PSI – PCI uniti) alle elezioni comunali di Minori e le “Tavole di buon governo” della comunità locale (che erano state scritte da mio padre, il poeta Giannino di Lieto, per un popolo che si riappropriava del potere, senza delegarlo). Non dimentico la piazza Umberto di Minori piena, l’entusiasmo, i fiori, il disco de El pueblo unido (cantato dal gruppo cileno degli Inti-Illimani), che “apriva” ogni comizio di Rinascita, quella tensione positiva di un “discorso” Nuovo che si tentava di proporre alla collettività. Un passato che non ritorna.

Candidata al Parlamento nazionale nel 1976 nella lista del PSI, ricordo comizi entusiasti in tutto il vasto collegio elettorale salernitano (con Enrico Quaranta, Antonio Landolfi e tanti altri autorevoli compagni di partito).

Stefania Venturini è stata apprezzata ed ascoltato componente del Direttivo provinciale del PSI salernitano, oltre che Segretario del Centro-zona PSI Costiera amalfitana.

Vice – Sindaco socialista al Comune di Minori dal 1980 al 1988. Qui mi preme sottolineare la scelta del simbolo di partito ad individuare i componenti socialisti nelle liste comunali del 1980 e del 1985 (liste frutto di una alleanza elettorale), scelta che ancor oggi può considerarsi “rivoluzionaria”, cioè non praticata. Cioè, il partito garantisce-garantiva la credibilità del candidato, perché chi si candida, si colloca all’interno di quel partito che si ispira e pratica quei valori, quei principi (la buona politica va praticata e accolta, non va respinta). Qualunquismo era collocarsi all’esterno del Partito.

Poi, da Assessore all’Urbanistica, l’impegno per le opere pubbliche (le opere pubbliche sono da sempre state un baluardo delle autentiche amministrazioni di sinistra).

Di mia madre, non va poi dimenticata quella vasta umanità, disponibilità, attenzione e dialogo con le persone (anche nell’ambito dell’insegnamento scolastico), che il popolo di Minori e della costiera amalfitana le ha sempre riconosciuto.

Ha fatto parte nel 1992-1993 del Comitato dei Garanti della Usl Costiera amalfitana. Va sempre ricordata la battaglia politica per l’apertura dell’Ospedale a Pogerola di Amalfi: sempre contro-corrente e sempre contro i poteri costituiti, assente qualsiasi forma di conformismo. Dell’Ospedale “San Michele” di Pogerola si è occupato di recente, ad aprile 2020, la trasmissione Report di Rai3, individuandolo tra gli sprechi di Stato. Va opportunamente sottolineato che l’impegno di mia madre per l’apertura di questa struttura sanitaria è culminato in un significativo convegno organizzato dal PSI salernitano nel settembre 1992, tenutosi nell’aula consiliare del Comune di Amalfi, con la relazione finale di Stefania Venturini e, fra gli altri, gli interventi di Carmelo Conte e Francesco Tempestini.

Era ritornata alla politica, con la consueta passione – dopo la disgregazione del PSI negli anni di tangentopoli – con l’impegno a favore dei candidati socialisti, sempre premiata dal voto popolare e d’opinione.

Mia madre ha fatto Politica nel segno di un’Idea socialista, da perseguire nella moralità praticata. Al di là di un certo qualunquismo di un centro-sinistra genericamente progressista, forse andrebbe fatto il tentativo di ricostruire una Identità-appartenenza su un’Idea socialista condivisa e inclusiva (che non abbia al suo interno il “rampantismo”, ma i valori), che riaggreghi le diverse anime.

Qui, mi piace citare Antonio Gramsci, che è stato tra i fondatori del partito comunista (da La città futura dell’11 febbraio 1917), un testo sempre attuale: “Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita”. Vivere significa partecipare e non essere indifferenti a quello che succede. Mi permetto di aggiungere che l’altra faccia dell’indifferenza è il “silenzio”, pure segnale avvolgente dei tempi che viviamo. Indifferenza e silenzio sono facce della stessa medaglia. Valga, al contrario, l’esempio di Stefania Venturini.

In conclusione, Stefania Venturini, noi tutti non ti dimentichiamo. Ci hai appassionato, ci hai fatto appassionare, ci hai emozionato. Ti abbiamo voluto bene.

21/03/2021                                    Giovanni Maria di Lieto

 

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