Fonderie Pisano: la svolta dei lavoratori è epocale

Aldo Bianchini

SALERNO – Come spesso accade la notizia che i lavoratori delle Fonderie Pisano hanno scritto una lettera aperta, per prendere le distanze dal furioso attacco che le Fonderie di Fratte stanno subendo da tempo sul piano mediatico e strumentale da alcune associazioni pseudo ambientaliste e da alcuni parlamentari salernitani, è stata trattata dalla stampa locale alla stregua di una semplice notizia di cronaca e sintetizzata con la pubblicazione di due posizioni contrapposte.

Da una parte i lavoratori che dicono: E’ il momento di dire basta alle crociate strumentali contro le Fonderie Pisano, difendiamo il nostro lavoro e accertiamo con chiarezza le vere fonti di inquinamento”; e dall’altra parte il massimo esponente del Comitato Salute e Vita che risponde: «Ci meraviglia che la difesa d’ufficio sia a firma dei lavoratori, ci chiediamo come abbiano fatto a tradurre e comprendere 145 pagine di una relazione finale Spes scritta in inglese e soprattutto ricca di termini scientifici. Ci indigna che la proprietà Pisano abbia utilizzato ancora una volta i lavoratori come scudi umani per nascondere le proprie responsabilità».

Insomma, rispetto ad una ferma e decisa presa di posizione dei lavoratori fa eco una risposta, a dir poco ironica e certamente scorretta perché mette in dubbio la capacità dei lavoratori di elaborare un documento e trarne le dovute considerazioni. Roba questa che non andava bene neppure negli anni ’50.

Come ho già scritto più volte la complessa vicenda delle Fonderie Pisano ci mette di fronte alla realtà che la stessa vicenda è stata strumentalizzata soprattutto sul piano politico con diversi soggetti intenti solo ad accreditarsi sul piano elettorale a discapito ed a dispetto delle varie istituzioni che cercano di resistere all’ondata mediatica senza precedenti, ben supportata dalla stampa locale.

Dico questo con convinzione perché se non ci si accorge che è in atto una svolta epocale, tra il mondo operaio e quello datoriale con le incursioni della politica e della magistratura, vuol dire che in tanti non hanno capito niente.

In tutta questa storia la cosa importante è la novità assoluta, almeno per la nostra provincia, rappresentata dalla presa di posizione di un gruppo di lavoratori in favore ed a sostegno dell’azienda dalla quale dipendono; e lo fanno come se davvero l’azienda fosse la loro, come a dire che la gestione di quell’azienda è stata ed è patriarcale ma anche molto partecipata, proprio come dovrebbero essere tutte le aziende del nuovo millennio.

E la lettera degli operai, nella sua essenza, abbatte anche un altro luogo comune diventato principio, quello cioè che i lavoratori hanno sempre ragione e i datori di lavoro hanno sempre torto.

Su detto principio sono state fondate le lotte operaie della Fiat di Valletta che hanno avuto ripercussioni negli anni ’60 fino a portare all’emanazione dello “Statuto dei lavoratori”; principio sul quale anche la magistratura come la politica si è arricchita di consensi fasulli e fuorvianti combattendo il “padrone” a prescindere.

Gli operai delle fonderie Pisano hanno ribaltato un principio assurdo e non democratico e si sono schierati non solo in ragione di una verità che nessuno vuole conoscere ma anche con il presunto padrone e, soprattutto, contro le associazioni, i comitati ed alcuni politici che hanno dato adito ai lavoratori stessi di additarli come i distributori di fake news nel tentativo di inquinare i rapporti lavoratori-azienda e azienda-ambiente esterno; oltretutto gli stessi lavoratori confermano che “non si sono mai registrati episodi del genere tra noi  lavoratori dello stabilimento – circa 120 addetti – come risulta confermato dalle cartelle cliniche analizzate dai medici di riferimento del sito di Fratte”.

Storia vuole che nello stesso stabilimento di Fratte ha lavorato per circa quarant’anni anche il padre del consigliere regionale On. Franco Picarone che in un recente passato ha avuto modo di sussurrare che non aveva mai avvertito problemi fisici legati alla sua attività lavorativa.

Infine, se vogliamo ripetere il ritornello che i lavoratori hanno sempre ragione, hanno ragione anche quelli delle Fonderie di Fratte con il loro comunicato congiunto dovrebbero aver messo una pietra tombale sul problema.

Ma siamo nel Belpaese, e tutto è ancora possibile.

 

 

 

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