Casa Albergo Immacolata Concezione: tra angeli e demoni un nuovo capolavoro di beneficienza dei D’Amico … fino a “don Nunzio Scarano” e Salvatore Memoli

 

Aldo Bianchini

Il momento dello scoprimento della targa della struttura, con il governatore De Luca, il dr. D'Amico e il sindaco di Salerno Napoli

SALERNO – Una notizia sapientemente diffusa dalla giornalista Francesca Blasi a nome del sindaco di Salerno Enzo Napoli mi ha particolarmente colpito; tanto da  indurmi a fare delle considerazioni in una città che si guarda bene dal farle.

Ecco la notizia: “Salerno (18.06.21) – Il Sindaco di Salerno Vincenzo Napoli e il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca hanno inaugurato questa mattina un edificio nei pressi del complesso della Casa Albergo Immacolata Concezione, la struttura residenziale per anziani collocata nel centro storico alto di Salerno. I lavori di ristrutturazione sono stati eseguiti grazie ad un lascito testamentario della signora Maria D’Amico, la cui famiglia già in passato ha permesso di eseguire interventi migliorativi alla Casa Albergo. La benefattrice ha disposto tale donazione dopo aver fatto visita alla struttura ed avendo riconosciuto il valore dei servizi resi in favore delle persone anziane ospiti. Alla cerimonia inaugurale, che ha visto anche lo scoprimento di una targa in memoria della signora D’Amico, hanno preso parte anche l’Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Salerno Giovanni Savastano e gli eredi dr. Paolo Galdo e dr. Maurizio D’Amico”.

 

I personaggi per la foto di rito

Come prima considerazione verrebbe subito da dire: “Viva i D’Amico, lunga vita ai D’Amico” che, nonostante siano stati violentemente maltrattati dalla giustizia fatta dai magistrati anche salernitani, continuano a tenere in piedi le radici con questa città e continuano a fare beneficienza; ma anche “Viva e lunga vita a don Nunzio Scarano” che per la grande famiglia di armatori “D’Amico” originaria di Salerno è stato la vera – trasparente e fulgida mano operativa per convogliare l’enorme flusso di denaro che la predetta famiglia ha distribuito alle istituzioni di questa città ed anche a personaggi sconosciuti e meno abbienti: “sistemazione della tomba di San Gregorio VII,  riattazione sala di attesa della rianimazione dell’ospedale Ruggi, creazione del seminario arcivescovile (con campo sportivo illuminato, spogliatoi, viale alberato, salone di accoglienza, sala multimediale, ecc.), appartamento delle suore della casa degli anziani  e restauro della sagrestia della Chiesa Santa Maria delle Grazie, rifacimento Casa Albergo Immacolata Concezione”, solo per ricordare alcune delle tante cose realizzate in una città che dimentica presto e stenta a riconoscere il benchè minimo merito ai suoi figli migliori.

I D’Amico e Mons. Scarano qualche anno fa sono stati accusati, molto ingiustamente, di traffico illecito non solo di influenze ma anche di denaro liquido dall’estero verso l’Italia in forma occulta e in nero servendosi del sacerdote salernitano. Fortunatamente, proprio, qualche giorno fa (il 9 giugno scorso) la Suprema Corte di Cassazione ha assolto Don Nunzio perché il fatto non sussiste sulla base anche di una precedente sentenza che aveva già mandato assolti tutti i D’Amico coinvolti loro malgrado nella presunta ripulitura di denaro sporco con operazioni “estero su estero” mai dimostrate.

La cosa molto triste in questa drammatica vicenda giudiziaria, che anche a Salerno ha infiammato i presunti moralisti e i procuratori d’assalto, è costituita dal fatto che nessuna delle istituzioni e nessuno dei singoli personaggi destinatari di beneficienza hanno mosso un dito in favore dei D’Amico e di Don Nunzio per il ristabilimento della verità che soltanto dopo otto anni comincia a farsi strada; davvero vergognoso.

Don Nunzio Scarano e l'avv. Salvatore Memoli fotografati nel corso di un'altra inaugurazione con i D'Amico

E soprattutto nessuno a chiedersi come è arrivata a Salerno, tempo fa, la benefattrice Maria D’Amico; già anziana di certo non poteva venire da sola; difatti fu accompagnata e condotta per mano in quella sua unica visita alla Casa Albergo dal tanto vituperato “don Nunzio Scarano” e accolta in pompa magna dall’avv. Salvatore Memoli che, per quanto di sua competenza, tantissimo ha fatto per questa città. Ma si sa, le cose buone vengono presti annullate nell’oblio del tempo.

Ma i D’Amico, l’altro giorno, sono stati superiori anche a questo e, dimenticando le bassezze ricevute, hanno dato una grande lezione di etica comportamentale ricominciando convintamente la loro opera pia di beneficienza verso Salerno, questa volta nel nome e nel ricordo di “donna Maria D’Amico”, una capostipite della grande famiglia salernitana di armatori internazionali.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *