Il Partito Democratico di Salerno? Non esiste, Roma apra discussione.

Rosaria Chechile, PD

Ingegnere – dottore di ricerca in strutture e recupero edilizio e urbano

 

Il Partito Democratico della Provincia di Salerno continua a guardarsi nello specchio, continua a dirsi di essere bello e bravo, dimenticando tutto quello che accade fuori dalla porta della sede di Via Manzo dove, oramai, si accede per concessione reale.

La emorragia di voti che si è registrata a Salerno per la coalizione di Vincenzo Napoli e le sonore batoste di Battipaglia e, soprattutto di Eboli, sono state già archiviate dal dibattito interno del Partito Democratico della Provincia di Salerno che non ha avuto neppure la sensibilità di affrontare la grave crisi politica che riguarda la nuova amministrazione comunale di Salerno. Il nuovo, insomma, è peggio del vecchio e nulla cambia nell’atteggiamento di un partito che anzichè rappresentare intere comunità e tanti dirigenti della Provincia si preoccupa solo di perpetuare un potere nelle mani dei soliti noti.

Occorre aprire una riflessione interna al partito di Salerno anche da parte dei leader nazionali. Come mai la lista che ha preso più preferenze in assoluto, supportata dal vicecapogruppo alla Camera, figlio del Governatore, non esprime alcun assessore? È vero che c’è e c’è stata nel tempo una grande compravendita di tessere, così come indicato negli atti giudiziari, che gettano ombre sulla gestione dei voti di queste Amministrative? Sono tante le domande e troppo poche le risposte.

 

NOTA DEL DIRETTORE: Grazie alla dichiarazione della Chechile scopro adesso che a Salerno non c’è il Partito Democratico. Desumo, quindi, che almeno gran parte della sua famiglia non si è mai resa conto dell’inesistenza di un partito ed ha preferito trattare il proprio impegno con la città con persone fisiche e non con le eventuali ideologie partitiche cui la giovane urbanista fa spiccatamente riferimento definendosi monocraticamente fidelizzata del PD che non esiste. Non è mai troppo tardi.

 

 

 

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