PARCO: la strada dei sogni !!!

Aldo Bianchini

 

 

 

 

 

SALERNO – Ad inizio anno si discute, ovviamente, un po’ di tutto, dalle strade alle autostrade, dall’alta velocità alle strade provinciali, dalle stradine interpoderali a quelle prettamente agricole e private. I discorsi sono sempre accompagnati da un minimo comune denominatore: “il progresso viaggia … sulle strade”, come affermava il prof. Nicola Femminella su questo giornale il 27 dicembre scorso con un suo articolo e come giustamente ribadiva il dr. Pietro Cusati (detto Pierino, giornalista del Vallo di Diano) con un suo post incentrato sulla sicurezza e sulla manutenzione delle strade e sui troppi anni passati soltanto a discutere di questi problemi senza risolverli.

Da poco tempo sta prendendo piede, nell’immaginario senza ricordi storici, dei politici nostrani la famosa o famigerata “strada del Parco” troppo decantata e spesso ingiustamente presentata come la strada in grado di risolvere tutti i problemi del complicato e disastrato patrimonio stradale della provincia di Salerno.

Cianciano in troppi sulla “strada nel parco” dimenticando, o facendo finta di dimenticare, che la favoleggiata strada, almeno sulla carta di progetti definitivi e successivamente esecutivi, era stata pensata ed avviata nella seconda metà degli an ni ’80 da quell’irripetibile (per capacità progettuale) laboratorio politico laico e di sinistra che faceva capo all’allora ministro per le aree urbane on. Carmelo Conte.

I tecnici, tutti italiani e moltissimi salernitani, avevano concepito il riammagliamento globale della rete stradale provinciale.

Si partiva dal porto di Salerno con il doppio traforo (ora Porta Ovest) di collegamento dell’area portuale con la zona retroportuale del Cernicchiara; da lì dovevano partire due strade a scorrimento veloce per collegare il Cernicchiara con l’agro nocerino e con la piana del Sele fino a San Nicola Varco dove doveva sorgere l’interporto del mezzogiorno. Ovviamente l’ambizioso progetto prevedeva la realizzazione del Trincerone Ferroviario che dove va attraversare tutta Salerno dal Viadotto Gatto alla Tangenziale di Sala Abbagnano.

La variante di Fratte, che doveva partire dallo svincolo autostrada Caserta/Salerno per arrivare ad Eboli dopo aver baipassato il nodo di Fratte.

Da Eboli sarebbe partita la Fondovalle Calore che avrebbe attraversato tutta la valle del Calore fino alla zona ai piedi di Magliano; da lì una biforcazione con raccordo vero Vallo della Lucania e raccordi vero Atena Lucana. La Fondovalle così realizzata avrebbe assunto la parte di “strada del Parco” che allora nasceva sotto la spinta sempre di Carmelo Conte ed avrebbe anche consentito eventualmente il non allargamento della Sa/Rc al fine di evitare i costi stratosferici che sono stati registrati in questi decenni.

Doveva, poi, essere realizzato il prolungamento della tangenziale di Salerno che, attraverso la strada Aversana, avrebbe raggiunto prima l’aeroporto e poi direttamente Agropoli baipassando la pericolosissima SS n. 18.

Da Agropoli doveva poi partire la strada Cilentana fin o a Vallo e Ceraso, da dove la nuova strada Mingardina avrebbe portato (come ha portato) il traffico fino a Palinuro da cui, con una variante, sarebbe stata agganciata la Bussentina che collega il golfo di Policastro allo svincolo autostradale di Buonabitacolo/Padula.

Su questo enorme e scientifico disegno di riammagliamento stradale della provincia a sud di Salerno piombò, purtroppo, una magistratura che con tangentopoli era sfuggita al legittimo controllo della politica; molto di quel disegno (tra cui anche la Fondovalle Calore) è svanito nel nulla.

 

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