Vallo di Diano (4): la Comunità Montana

 

Aldo Bianchini

Arch. Raffaele Accetta, già presidente della Comunità Montana Vallo di Diano

SALERNO – Continua la mini inchiesta sul Vallo di Diano e il rapporto politica-stampa che non appare molto naturale, ovvero la stampa non riesce a svolgere il suo ruolo di autonomia e indipendenza dal potere della politica.

Dunque oggi parlo della Comunità Montana Vallo di Diano che fin dalla sua nascita ha acquisito rapidamente il ruolo di “bancomat” molto mirato e non disponibile per tutti; creare una ragnatela di favori, questa l sua distorta mission. Certo, la C.M. ha spaziato la sua azione anche in altri campi e spesso ha fatto bene, ma rimane il tarlo della opprimente ragnatela di favori e di scelte  “ad personam”; il tutto con la tacita acquiescenza della stampa tutta, che spera sempre di raccogliere “gli avanzi della  tavola del signore”, di manzoniana memoria.

Il primo vero ed unico tentativo di attivare (attraverso i cosiddetti “Focus group di ascolto”)  un rapporto corretto con la stampa è da ascrivere all’ex presidente Raffaele Accetta che nel 2018 cercò di creare un “tavolo di concertazione” tra la C.M. e la stampa locale chiamando a se purtroppo “soltanto” quattro testate giornalistiche “Radio Alfa, Italia 2 TV, Ondanews e Uno Tv”; per affidare ad ognuna un compito specifico; dalla coesione territoriale (Radio Alfa) alla biodiversità del Vallo (Italia/2 tv), e dalle nuove generazioni (Ondanews) alla vivibilità del Vallo (Uno Tv). Non so come è andata a finire quell’esperienza e se le quattro testate giornalistiche abbiano mai incassato delle somme di denaro pubblico; se si, dovranno responsabilmente far capire a tutti come hanno interpretato e svolto quegli “emblematici incarichi” che soltanto a leggerli fanno venire mal di testa.

E poi ci si lamenta per avere, io, utilizzato il termine “incarico mascherato” alludendo agli incarichi e/o alle sponsorizzazioni elargite dalla Comunità Montana; è bene precisare che sono mascherate tutte le concessioni (anche quelle che un soggetto può aggiudicarsi con regolare partecipazione ad un bando pubblico) che un Ente locale distribuisce in maniera diretta o per bando attraverso le incomprensibili denominazioni partorite, anche per concorso, spesso nel mese di agosto. Tutto assolutamente legittimo, per carità, ma gli Enti devono stare molto attenti a non scavalcare gli ordini professionali evitando equivoci interpretativi che, sull’onda di indicibili cavilli, potrebbero danneggiare chi intende partecipare lealmente.

Avv. Francesco Cavallone, presidente della Comunità Montana Vallo di Diano

Fanno specie, in materia, due grosse inchieste giudiziarie portate avanti alcuni anni fa dalla Procura di Salerno per due specifici concorsi banditi dall’Unisa; uno per ingegneria vinto dal figlio dell’allora procuratore Lugi Apicella; l’altro per giurisprudenza vinto dal figlio dell’allora rettore Raimondo Pasquino. Tutto lecito ?, sicuramente; soltanto che si scoprì che ai concorsi avevano partecipato quattro candidati (tre non si presentarono) per un concorso ed uno solo per l’altro. molto scalpore ed enorme violenza dell’etica comportamentale; ed è proprio in questa mancanza di etica che si annida il potere sinuoso e insidioso di chi gestisce la “cosa pubblica”, spesso senza alcuna responsabilità dei riceventi.

Questa testata giornalistica, ovviamente, non fu invitata a quell’incontro indetto da Accetta e, quindi, non partecipò alla distribuzione degli incarichi e delle eventuali relative prebende; fu chiamata tempo dopo, ma questa è una vicenda ai limiti del paradosso che racconterò nel prossimo articolo.

 

 

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