Un giornalismo libero e rispettoso delle regole deontologiche in materia di privacy.

 

da Pietro Cusati

Le  nuove forme di comunicazione digitale e dei social media.Il Garante per la Privacy e il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti si sono incontrati ,presso la sede del Garante,al centro del colloquio, il rispetto da parte dei media delle attuali regole deontologiche in materia di privacy, le responsabilità dei giornalisti di fronte alle nuove forme di comunicazione digitale e dei social media, l’aggiornamento delle regole deontologiche e della carta di Treviso. Ordine dei giornalisti e Garante per la privacy hanno espresso la volontà di avviare una fase di più stretto confronto per un giornalismo libero e insieme rispettoso delle persone e di realizzare forme di collaborazione per la promozione della protezione dei dati e la formazione dei giornalisti. Troppi giornalisti sono vittime della guerra in atto in Ucraina, il Presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti Carlo Bartoli ha  inoltrato  una richiesta alla Farnesina, allo scopo di sollecitare un intervento con i governi interessati affinché sia salvaguardata la condizione dei giornalisti inviati sul campo di guerra e perché non siano più oggetto di aggressioni.In guerra il rischio è sempre alto per i  giornalisti  inviati sul teatro di guerra, ma in questa proporzione e questa misura credo sia la prima volta che accade. Questo è un fatto inquietante che dimostra un cambiamento nelle strategie, ovvero si spara consapevolmente sui giornalisti. Sono diventati un obiettivo, e questo non è più immaginabile né accettabile.    L’Ordine dei Giornalisti raccomanda attenzione e prudenza. Sono giornalisti  di grande esperienza, e si segnalano molto bene, Il Presidente Carlo Bartoli ha fatto  un appello alla prudenza e alla cautela, a rendersi sempre riconoscibili e a considerare il fatto che si può diventare obiettivo sensibile. Raddoppiare, triplicare e decuplicare la prudenza. Inoltre il Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti  è  intervenuto al Senato della Repubblica  in audizione presso la Commissione speciale contro l’intolleranza e l’istigazione all’odio. “L’ecosistema digitale in cui siamo immersi necessiterebbe di un maggior apporto di giornalismo, non di meno. La disintermediazione è il contrario di una informazione responsabile. In questo contesto il giornalismo professionale deve fare il massimo sforzo per mostrare il valore aggiunto della qualità dell’informazione, che significa verità sostanziale  dei fatti, rispetto della deontologia, approccio etico e pluralismo, ma anche moderazione dei comportamenti e continenza del linguaggio.” “Nella gestione dei siti delle testate, così come nei blog tenuti a titolo personale   possono essere adottate delle Policy che scoraggiano alla radice ogni intrusione di chi pratica linguaggi d’odio. Non basta la pre-moderazione dei commenti affidata a algoritmi che intercettano le parole offensive o volgari e che, per la loro caratteristica, sono facilmente aggirabili. Sarebbe opportuno giungere a stilare, in collaborazione con le istituzioni, delle linee guida la cui adozione potrebbe essere suggerita.Il contrasto con la diffusione dell’odio in rete non può avvenire soltanto attraverso convegni o campagne promozionali, ma anche incentivando la creazione in rete di isole di free-hate speech particolarmente connotate. Il giornalismo  può e deve esprimere in questa fase il massimo dell’impegno affinché l’informazione professionale sia la più affidabile possibile. Una informazione ampia, corretta, equilibrata, è un contributo fondamentale per una democrazia solida e aperta.

 

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