Referendum: un flop annunciato

 

avv. Giuseppe Amorelli

Avv. Giuseppe Amorelli (scrittore)

Il Referendum abrogativo, art.75 della Costituzione Italiana, che al comma 1 recita «è indetto referendum popolare per deliberare l’abrogazione, totale o parziale, di una legge o di un atto avente valore di legge», è una forma di democrazia diretta in ossequio allo art.1 della costituzione.  E’ dunque uno strumento di esercizio della sovranità popolare,  che consente agli elettori non di eleggere i propri rappresentanti, bensì a rispondere senza intermediari, ad uno specifico quesito con un “sì” o con un “no” su un tema oggetto di discussione.

Gli anni 70  rappresentano una stagione straordinaria di riforme e di conquista di nuovi diritti civili.    il 12 e 13 maggio dell’anno 1974 la “vittoria” referendaria  sul divorzio , la legge Fortuna-Baslini n°898/1970 non fu abrogata.

Il 17 e 18 maggio del 1981 gli  Italiani, partecipando al referendum sulla  legge 194/1978, istitutiva sull’aborto, permisero , non abrogandola, che non si morisse piu per aborto clandestino.

Quando un parlamento, eletto dal popolo non è capace ad apportare le giuste riforme allora è il popolo stesso ad utilizzare lo strumento del referendum con l’obiettivo di “ smuovere” il Parlamento che, in relazione alla Giustizia, soggiace alle spinte conservatrici che ostacolano quei tentativi riformisti che provano a dar voce ad una necessaria richiesta di riforma. Richiesta rimasta, però, finora priva di un riscontro fattivo e pragmatico.

11 giugno 1978 fu indetto il referendum sull’abrogazione della cosiddetta  legge reale  n.152 del 1975, emessa per far fronte al clima di tensione degli anni di piombo e che autorizzava la polizia a sparare nei casi in cui ne ravvisasse la necessita. Il popolo italiano, influenzato dall’omicidio di Aldo Moro, con il 76,5% votò per il mantenimento della legge.

Il 12 giugno 2022, i 5 quesiti che riguardavano il “sistema giustizia”, era un dovere, per ogni cittadino  italiano, partecipare e raggiungere il “quorum”  del 50%+1 su ogni quesito, affinchè il referendum fosse valido, ma cosi non è stato.

Forse perchè il cittadino è “ignaro” di cose di giustizia e/o, forse, perché taluna “politica” ha voluto che cosi fosse.

Risuonano forti e chiare le parole di Piero calamandrei pronunciate ai giovani universiari a Milano nell’anno 1955, in difesa della Carta Costituzionale  : “In questa Costituzione c’è dentro tutta la nostra storia: tutto il nostro passato, tutti i nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre glorie, sono tutti sfociati qui, in questi articoli. E a sapere intendere, dietro questi articoli si sentono delle voci lontane.

. E allora voi capite da questo che la nostra Costituzione é in parte una realtá, ma soltanto in parte é una realtá. In parte é ancora un programma, un ideale, una speranza, un impegno, un lavoro da compiere. Quanto lavoro avete da compiere! Quanto lavoro vi sta dinnanzi!”.

Quanto lavoro ancora occorre fare per rendere libero e democratico un popolo.

 

 

2 thoughts on “Referendum: un flop annunciato

  1. Chi si è impegnato per fare crescere il popolo per renderlo pronto e capace di scegliere e decidere sui grandi temi di responsabilità civile e di libertà? Non pensi che una volontà politica apposita voglia mantenere il popolo in questa condizione soggiogata per lasciare le cose come stanno? Hai mai pensato perché il popolo italiano non è capace di fare la rivoluzione come quello francese?
    Guarda il Cilento ! Quanti si sono spesi per fare capire al popolo e quanti ostacoli, minacce e boicottaggio sono stati frapposti a chi si presentava e si presenta nelle piazze per illuminare su temi di sfruttamento, abusi ambientali, prevaricazione dei diritti e dei principi costituzionale?
    Caro Giuseppe, non ho di queste responsabilità. Sono stato sempre in prima linea e quando cercavo il popolo per ricordargli dei diritti, molti tuoi colleghi e mammAsantissima mi svuotavano la piazza, godendo anche del misfatto. Ora la palla è nelle mani di altri malfattori. Spetta alle nuove generazioni sollevare le coscienze. Il problema è grave e pesante, perché questa cultura è responsabile della giustizia e del mancato Sviluppo del Cilento.

  2. Carissimo Avv. Giuseppe Amorelli,
    in Italia l’istituto referendario è molto tortuoso, la scelta dei quesiti, la formazione del comitato promotore, il deposito in Cassazione, la raccolta delle firme, il giudizio della Corte Costituzionale, gli spazi televisivi e il quorum da superare, raccogliere 500.000 firme autenticate e certificate,il quorum ,la scarsa informazione ai quesiti dal servizio pubblico della RAI, la mancanza di spiegazioni alle ragioni del Sì e del No e non ne parliamo della generale disinformazione. Gli elettori si sono dimenticati del cosiddetto ‘’caso Palamara’’?

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