SALERNO – I CITTADINI SONO DAVVERO INCIVILI E ZOZZONI?

 

 

da Alfonso Malangone

(Le Ali per la Città)

 

SALERNO – La polemica sull’igiene urbana non accenna ad attenuarsi. Avviata qualche mese fa da molti Cittadini e Comitati di Quartiere per l’oggettiva presenza di spazzatura in ogni via, piazza o angolo, nessuno escluso, ha inizialmente coinvolto ‘Salerno Pulita’, la Società ‘in house’, cioè di diritto privato ma a capitale pubblico, alla quale è affidata la gestione del ciclo dei rifiuti, delle Isole Ecologiche e dell’Impianto di Compostaggio. Successivamente, è stato chiamato in causa l’Assessore all’Ambiente per presunte carenze nell’attività di controllo che spetta al Comune, unico proprietario e cliente esclusivo, ai sensi dell’art. 13 dello Statuto della Società. Adesso, dopo alcune modifiche introdotte negli orari e nelle modalità del conferimento, sembra che le responsabilità stiano ritornando all’origine, cioè ai cittadini, con accertamenti puntuali sulle buste della raccolta differenziata che, talora, avrebbe comunque bisogno di qualche migliore delucidazione. In sostanza, la Città sarebbe sporca perché abitata da incivili e zozzoni. L’inciviltà c’è, ovviamente. Ma, è questa la verità?

Va premesso che spetta al Comune esercitare il cosiddetto ‘controllo analogo’ preventivo, concomitante e successivo, sulla gestione amministrativa, economica e finanziaria di ‘Salerno Pulita’. Come pure spetta all’Ente il potere di revoca degli Amministratori che ostacolino o impediscano il conseguimento degli obiettivi (fonte: Statuto). In ogni caso, mentre la ‘proprietà pubblica’ rende la Società un effettivo braccio operativo dell’Ente, la ‘natura privata’ obbliga gli Amministratori a seguire le regole di gestione del libero mercato pur con differenti finalità. Infatti, visto che l’art. 1 c. 639 della L. 147/2013 dispone la copertura integrale del servizio di igiene urbana con la Tari, la Società non potrebbe verosimilmente avere un obiettivo di reddito che, se ci fosse, sarebbe un ‘prelievo forzoso’ a carico dei cittadini e, laddove distribuito alla proprietà, come pure è prescritto dall’art. 37 dello Statuto, diverrebbe una inaccettabile ‘cresta’ sulle tariffe applicate. Se, quindi, dovesse realizzarsi un profitto, sarebbe un obbligo portarlo a decremento della Tari ovvero ad incremento della struttura patrimoniale della Società per migliorarne le prestazioni con l’unica finalità di offrire un servizio di alta qualità al minimo costo

Su queste basi, tutto dovrebbe scorrere per il meglio. Tuttavia, in passato, molte difficoltà sono emerse a causa di enormi ritardi negli incassi delle fatture a carico del Comune e per l’obbligato ricorso ad anticipazioni bancarie, con relativi interessi. A fine 2018, S.P. dichiarava un credito di 26,5milioni(!) v/l’Ente e debiti per 23,1; a fine 2019 le cifre erano di 24,1(!) e 22,3; a fine 2020 di 13,3 e 11,8; a fine 2021 di 9,0 e 6,8 (fonte: Bilanci). La situazione è migliorata, quindi, ma 9milioni sono ancora tanti. Di questo periodo, restano alcune voci che sarebbero inopportune per una Società pubblica e, cioè: € 1,7milioni per tributi dovuti all’Erario, € 1,3milioni per contributi all’INPS e € 2,0milioni per competenze pregresse al personale (fonte: Bilancio 2021, pg. 22). Ovviamente, non sono neppure mancate le conseguenze sugli investimenti per il freno posto all’acquisto di beni strumentali tecnologici, adatti alle diversità del territorio, che avrebbero potuto risolvere molti degli attuali problemi. Perché le viuzze e le scalinatelle del Centro Storico richiedono macchinari automatizzati ben diversi da quelli utilizzabili nella zona Orientale. Così, pur con una forza lavoro di 461 dipendenti, di cui 2 quadri, 32 impiegati e 427 operai (fonte: Bil. 2021, pg. 29), permangono probabilmente, e salvo errore, modalità lavorative prevalentemente manuali. L’ultimo Bilancio sembra confermare tutto questo. Al 31/12/2021, le voci per ‘Impianti e Macchinario’, ‘Attrezzature Ind.li e Comm.li’ e ‘Altre Immobilizzazioni’ sono pari, rispettivamente, a € 315.524, € 470.930 e € 467.683, dimostrando, al netto di alcuni acquisti dell’anno, una particolare vetustà dei beni strumentali, ormai ammortizzati e, forse, anche obsoleti, salvo errore (fonte: Bilancio, pg. 14). La possibile carenza di mezzi sarebbe convalidata dalle diverse gare per il noleggio ‘a freddo’, cioè senza operatore, presenti sul sito di S.P. e, tra esse, a titolo di esempio e salvo qualsiasi errore, quelle per: 4 costipatori per € 71.472; 20 furgoni porter e 5 compattatori per € 666.126; 1 spazzatrice per € 59.760; 2 pale gommate per € 352.800; 5 spazzatrici per € 867.672. E, ci sono, poi, le gare per il lavaggio degli automezzi e per la manutenzione al costo di € 450.584 e € 700.000. Non compete un giudizio sulla spesa e sulle modalità di acquisizione dei mezzi, spetta agli esperti, ma se la Società si approvvigiona in questo modo di beni ‘ordinari’, c’è da dubitare sia possibile offrire soluzioni innovative ai problemi complessi della Città. Ci sarebbero altre cose da dire, ma una ‘curiosità’ supera tutte: in Bilancio c’è un Fondo Sanzioni Disabili di € 663.005 destinato a coprire eventuali provvedimenti in danno per le categorie protette (fonte: Bil. 2020, pg. 20). Chissà, perché.

Così, non sarebbe una accusa, e non lo è, osservare che la Tari pagata dai cittadini possa essere il frutto di accadimenti particolari, né che il mancato aggiornamento tecnologo possa condizionare l’efficienza e renda più alti i costi del servizio. Senza considerare l’impegno richiesto oggi dalla gestione dell’Impianto di Compostaggio per il quale sono previsti ulteriori interventi straordinari, per € 3.169.232,37, in aggiunta a € 510.094 già spesi nel 2021 (fonte: sito web e Bilancio). Su quell’impianto, nel 2017, l’Anac, guidata a quel tempo dal dott. Cantone, dopo aver approfondito il denunciato maggior costo di € 25milioni, a fronte di una asserita media di 7/9milioni, e aver verificato la impossibilità di svolgere le funzioni per le quali era stato realizzato, essendosi posizionato ultimo in un elenco di 11 impianti per l’assenza di produzione di biogas ed energia, ma con la massima quantità di scarti, il 72,6%, ne attestò e denunciò la inadeguatezza (fonte: Anac, Delibera n. 876 27/07/2017, pg. 23). Anche questo potrebbe aver contribuito a portare la Tari ai massimi livelli in Italia (fonte: UIL).

Così, con riferimento alla polemica in corso, forse ai cittadini non spetterebbe di essere ‘demonizzati’ come incivili e zozzoni, mentre basterebbero opportuni investimenti in tecnologia per risolvere il problema dell’igiene urbana a maggior decoro della Città. Sarebbe davvero un danno per la sua immagine, e per la dignità dei lavoratori, se per spazzare si usassero ancora la scopa di saggina, la paletta e il secchiello di plastica legato con lo spago. Nelle Città davvero Europee, è una modalità da secolo scorso.

(P.S.: tutti i dati esposti, disponibili su siti ufficiali, sono forniti in buona fede e senza responsabilità o garanzia).

Alfonso Malangone – Ali per la Città – 30/07/2022

 

One thought on “SALERNO – I CITTADINI SONO DAVVERO INCIVILI E ZOZZONI?

  1. Leggendo attentamente le considerazioni del sig. A.Malangone, non si può contestare la legittimità dei suoi interrogativi, tenuto conto che la Salerno Pulita SpA per la sua peculiarità statutaria (di diritto privato ma a capitale pubblico) è tenuta da un lato ad osservare ineludibili obblighi di trasparenza nella amministrazione dei fondi e da un altro lato ad assicurare, per conto dell’Amministrazione affidataria del servizio, una efficace gestione del ciclo completo dei rifiuti, delle Isole ecologiche e dell’Impianto di compostaggio.
    Pur con l’avvertenza posta in calce all’intervento e cioè che “i dati esposti, disponibili su siti ufficiali, sono forniti in buona fede e senza responsabilità o garanzia”, è evidente che tante situazioni ivi menzionate evidenziano disfunzioni di vario tipo e portano a conclusioni non certo lusinghiere sia per quanto attiene gli aspetti finanziari e amministrativi, sia per quanto riguarda l’operativita del servizio fornito da uomini e mezzi, sia anche per quanto si riferisce ai compiti di controllo esercitati dai responsabili della pubblica amministrazione.
    Sembrerebbe logico quindi affermare che è ingiusto “demonizzare” i cittadini come “incivili e zozzoni”, a quando invece altrove sono le responsabilità e “basterebbero opportuni investimenti in tecnologia per risolvere il problema dell’igiene urbana”.
    Ebbene si può convenire che non è il caso di estremizzare certi appellativi, ma neanche si può avallare un sottinteso tentativo di allontanare il sospetto circa i comportamenti poco corretti delle persone,anch’essi concausa di certi fenomeni degenerativi a danno del decoro della città.
    Sarebbe autoassolutorio ignorare che: migliaia e migliaia di cicche di sigarette sono visibili ovunque, nei posti più impensabili; bottigliette di plasica giacciono in … acconcia sistemazione su muretti e anfratti; vassoietti di cibo svuotati sono lasciati spesso sotto le panchine del lungomare; normalmente gli scatoloni di cartoni vengono depositati – … ovviamente non compattati – su marciapiedi o davanti ai portoni; buste di plastica sono lasciate a caso per strade o sulle aiuole; si scorgono anche residui di lavorazioni edili e oggetti ingombranti abbandonati … comodamente in giro piuttosto che portati alle discariche autorizzate.
    Stando così le cose, e nessuno può negarlo, sarebbe bello poter dire che, come per le città europee, è una modalità da secolo scorso quella di provvedere alla spazzatura e pulizia usando ancora “la scopa di saggina e il secchiello di plastica legato con lo spago”.
    Se altrove è realmente una pratica obsoleta, il merito va attribuito a chi non crea le condizioni per ricorrervi.
    Noi dobbiamo avere l’onestà di riconoscere che certi danni per l’immagine e il decoro della Città e per la stessa dignità dei lavoratori derivano da chi ancora non è in grado di assumere comportamenti civili.
    I soli insulti non bastano, occorre educazione.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *