2023: l’anno che verrà … dove ci porterà Giorgia Meloni ?

 

Aldo Bianchini

SALERNO – La domanda contenuta nel titolo “Dove ci porterà la Meloni” è di grande ed estrema attualità; vuoi perché quello presieduto dalla “ragazza della Garbatella” è il primo governo politico dopo una decina di anni, e poi anche perché sembra troppo giovane in quanto donna per guidare il cambiamento politico epocale prodotto dalle elezioni del 25 settembre 2022.

Ha provato, da par suo, a dare una risposta il noto giornalista televisivo Bruno Vespa che, in un’editoriale pubblicato da Il Mattino del 24 dicembre scorso, ha scritto:

  • I primi passi di Giorgia Meloni vanno nella difficile direzione di accompagnare l’Italia verso la normalità. Stabilire rapporti cordiali con l’Europa del salotto buono senza farvisi imprigionare. Costringere chi può lavorare a non rifugiarsi nel reddito di cittadinanza. Facilitare l’impresa con la revisione del codice degli appalti e con il disboscamento normativo al quale sta lavorando Raffaele Fitto. Evitare i paradossi di un ambientalismo che ha scambiato la protezione per il divieto generalizzato. Riportare il merito a scuola dove non si potranno usare i telefonini durante le lezioni. Costringere l’Europa a confrontarsi seriamente con il problema dei migranti senza fare di Lampedusa l’approdo scontato. Cancellare errori e orrori della giustizia penale riducendo l’arbitrio di un pubblico ministero che non risponde a nessuno e rendere visibili nella giustizia civile le differenze di rendimento tra uffici a parità di risorse.

Non so se Vespa ha visto giusto, lo spremo più avanti; per il momento va considerato un fatto, e cioè che le conquiste prospettate e promesse dalla Meloni potranno essere realizzate solo se si è in graduo di gestire il potere esercitandolo con la consapevolezza di conoscere il potere fin n elle sue più nascoste sfaccettature.

Andreotti diceva che il potere logora chi non ce l’ha; ebbene la Meloni il potere non l’ha mai avuto per dono divino ma lo ha conquistato dopo decenni di gavetta politica cominciando da ragazzina quindicenne nel quartiere dove viveva, La Garbatella, che innanzitutto non è un quartiere facile e poi perché lo ha attraversato e conquistato in lungo e in largo lavorando dalla base con le sole sue forze ed, infine, creando ed elaborando intorno a se progetti e obiettivi precisi. Fino al punto di rappresentare per molti l’unico sbocco possibile per il governo della Nazione.

E il potere conquistato in questo modo e non piovuto dal cielo (come accaduto per moltissimi personaggi politici di primo piano) è sicuramente un potere che non logora perché Lei lo tiene ben fermo nelle sue mani fino la punto di apparire sicura nella difficile sua gestione.

Che sia di destra invece che di sinistra incide, secondo me, molto poco perchè è riuscita in soli due mesi (o poco più !!) a stemperare atteggiamenti, sia suoi che dell’intera Europa, che sembravano troppo sovranisti e quindi pregiudizievoli nel contesto generale della Unione Europea. E questo, sinceramente, non è poco.

Ovviamente è difficile dire come andrà a finire, se la Meloni sarà in grado di fare almeno una delle cose che ha declamato e se la Meloni cadrà e quando cadrà come sono alla fine caduti tutti; una cosa, comunque, è certa: la Meloni conosce a menadito la complessa macchina del potere politico e conosce anche i meandri nascosti della burocrazia perché li ha attraversati centimetro dopo centimetro, tenendosi ben lontana dalle odiose quote rosa.

E chiudo con un pesante interrogativo. Non pochi si saranno sorpresi nell’ascoltare il discorso di fine anno della Meloni, soprattutto quando ha ribadito l’obiettivo del presidenzialismo come parte integrante del suo programma elettorale. Ma chi glielo ha fatto fare, proprio ora che ha il vento in poppa, di infilarsi in un tunnel dal quale nessuno è uscito indenne ?

Forse anche questa è la forza della prima Presidente donna del Consiglio dei Ministri.

 

 

 

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