PROFILO RISCHIO-BENEFICIO DEI BIFOSFONATI

da Dr. Alberto Di Muria
Padula-I bifosfonati costituiscono una classe di farmaci largamente impiegata per contrastare la perdita di densità minerale ossea. Pertanto, l’uso di questi farmaci è indicato per la prevenzione e il trattamento dell’osteoporosi, sia nelle donne che negli. nell’ipercalcemia, nel morbo di Paget, una patologia cronica in cui il turnover osseo è accelerato, e nella terapia antitumorale in caso di metastasi ossee.
Questi farmaci, una volta assunti, per via oraleparenterale che sia, vengono assorbiti e si depositano sui cristalli di idrossiapatite presenti nelle sedi di riassorbimento della matrice ossea. Una volta depositati a questo livello, i bifosfonati interagiscono con gli osteoclasti, le cellule deputate al riassorbimento osseo, inibendone la proliferazione, accorciandone la vita media e diminuendone l’attività. Così, i bifosfonati sono in grado di limitare i processi di riassorbimento osseo, favorendo, anche se in maniera indiretta, l’azione degli osteoblasti, che possono così dare origine a tessuto osseo ben mineralizzato.
Sono, quindi, farmaci efficaci, ma gravati da numerosi effetti collaterali. Tra i più comuni ricordiamo nausea, dolore addominale, diarrea ed esofagite, eventi non gravi ma molto fastidiosi, tanto che, secondo un recente studio israeliano, oltre il 40% dei pazienti in trattamento con questi prodotti li abbandona per la loro comparsa. Inoltre a questi si sommano altri effetti indesiderati più gravi anche se, per fortuna, molto più rari.
Il primo di questi effetti collaterali è l’osteonecrosi dei mascellari, cioè una progressiva distruzione e necrosi dell’osso mandibolare e mascellare che si manifesta soprattutto nei trattamenti prolungati e ad alte dosi.
Quest’effetto collaterale si può verificare quando i bifosfonati vengono assunti per via orale con scarse quantità di acqua. Per tale ragione, i bifosfonati per via orale dovrebbero essere assunti al mattino subito dopo il risveglio, con una quantità d’acqua abbondante, indicativamente 200-250 ml di acqua. Dopodiché, il paziente deve stare in posizione eretta per almeno trenta minuti ed evitare di assumere altri liquidi o cibo, in modo tale da garantire un assorbimento ottimale del farmaco.
Inoltre, per questa classe di farmaci sono state descritte, seppure raramente, reazioni avverse oculari, anche gravi. Gli effetti indesiderati oculari segnalati comprendono congiuntiviti, uveiti, iriti, scleriti/episcleriti, emorragie, neurite ottica, difetti del campo visivo, scotoma, glaucoma, cecità e degenerazione maculare, con un periodo di comparsa molto variabile: in genere compaiono entro 3 settimane dopo l’inizio della terapia ma in alcuni casi si sono manifestati anche più precocemente, entro 2 giorni, mentre in altri dopo molto tempo.

 

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