SALERNO – PIANO DI RIENTRO: MOLTI DUBBI E UNA CERTEZZA

 

 

da Alfonso Malangone

(Ali per la Città)

 

SALERNO – Il piano di rientro dal disavanzo di € 169,9milioni è stato elaborato con la previsione di specifiche attività a carico dell’Ente, sia per incrementare le Entrate che per ridurre i costi di gestione. Dalle prime, sono attesi maggiori incassi per € 18.181.864,40, mentre i risparmi dalle seconde sono quantificati in € 31.625.592,00, di cui € 25.200.000,00 per minori costi-interessi passivi-spese legali-risarcimenti per sinistri, e € 6.425.592,00 per economie nella conduzione delle partecipate e per fitti a terzi. Sono importi concordati, confermati e sottoscritti, da documentare in occasione delle verifiche semestrali degli Organismi incaricati dal Ministero dell’Economia che, in presenza di difformità rilevanti, dovranno pretendere sostitutivi sacrifici (fonte: contratto, art. 4/c). Per questo, come già fatto nei giorni scorsi per le alienazioni di Beni Pubblici e per le Partecipate, è opportuno verificare la concretezza delle previsioni formulate.

Per gli incassi da maggiori accertamenti relativi a tributi propri, cioè IMU, Tari e voci comprese nel Canone Unico Patrimoniale che sono, si sa, le autorizzazioni, le concessioni e le pubblicità, la tabella allegata al cronoprogramma indica un obiettivo, da qui al 2044, di € 18,1milioni quale valore ‘netto’ degli apporti attesi dall’emissione di maggiori avvisi di accertamento per l’astronomico importo ‘lordo’ di € 95.492.985,29(!). Si tratta di una somma che definire ‘incredibile’ è davvero riduttivo, sia per la sua dimensione assoluta, sia perché alimenta seri dubbi sull’attendibilità delle cartelle annuali emesse dagli Uffici con riferimento alle Entrate quantificate nei Bilanci di Previsione. In sostanza, questa montagna di avvisi dimostra che sarebbero presenti ‘buchi’ consistenti nell’attività di accertamento ordinario e che molti cittadini avrebbero già beneficiato dell’esclusione dagli elenchi per tributi, canoni e imposte varie, pur usufruendo dei servizi pubblici. Non solo. Si può anche immaginare che una fetta del Disavanzo da ripianare sia da attribuire proprio ad una insoddisfacente attività amministrativa per controlli inadeguati e per un carente utilizzo degli strumenti tecnologici e dei metodi scientifici che supportano gli adempimenti contabili. E, purtroppo, la prova ‘provata’ che si tratti di un recupero di tributi per evitarne la prescrizione sembra offerta dall’andamento degli obiettivi annuali dei maggiori accertamenti che presenta un’accelerazione iniziale dal 2023 al 2027, da € 5,0milioni a € 12,3milioni, per decrescere successivamente fino al 2044. In ogni caso, non è solo questa la sorpresa. Sull’importo di € 95,4milioni di cartelle da emettere, l’Ente ritiene di poter incassare complessivamente, anno dopo anno, appena € 7.639.438,82, corrispondente all’8%, mentre il residuo di € 87.853.546,47, il 92%, è destinato ad accrescere i crediti da incassare, cioè i Residui Attivi. Questo consente, comunque, di elevare – a numeri, non a soldi – il valore delle Entrate disponibili e, detratte le Spese, di ampliare il netto per onorare l’impegno del rimborso, almeno ‘a numeri’. Se, poi, si fa riferimento ai ‘soldi’, allora la tabella dice che l’incasso dei Residui Attivi è previsto pari a € 10.542.425,58 fino al 2044. In sintesi, da una ‘montagna’ di accertamenti per € 95,4milioni, l’Ente fa nascere un ‘topolino’ di soli € 18,1milioni (7,6+10,5) in termini finanziari, ossia in ‘soldi’ incassati. Sulla base di questo risultato, viene davvero da chiedersi quale possa essere il vero obiettivo di questa previsione. Se, cioè, sia ritenuta davvero utile per l’apporto auspicato, peraltro molto aleatorio, ovvero sia volta a dimostrare la volontà dell’Ente di profondere ogni sforzo al fine di evitare possibili critiche allorquando, sfortunatamente, sarà costretto a mettere le mani nelle tasche dei cittadini, di tutti i cittadini. Perché, a pensar male, il valore del ‘monte accertamenti’ potrebbe essere davvero frutto solo di un calcolo matematico costruito partendo da credibili incassi netti per risalire, applicando all’inverso i parametri statistici dei Bilanci, ad un valore lordo comprensibile e condivisibile. Basti pensare che, alzando di appena un poco il netto di € 18,1milioni, l’ammontare dei ‘maggiori’ accertamenti salirebbe a molto oltre il livello di € 100,0milioni. Una cifra ‘sballata’, detto in assoluta buona fede. Questa, comunque, è una richiesta di informazioni, non una accusa.

Non minori perplessità sono alimentate dall’impegno a ridurre i costi per € 31,6milioni. Nell’importo ci sono minori interessi passivi per € 14,0milioni da realizzare risparmiando sul costo dell’anticipazione della Banca Tesoriera. Poiché, nel 2021, l’Ente ha contabilizzato questi oneri per € 12.363.359,78 (fonte: Bilancio), con l’andamento crescente dei tassi, la riduzione sarebbe possibile solo ridimensionando il ricorso a tale sostegno finanziario che, però, sembra difficilmente realizzabile nell’attuale congiuntura. Le altre voci del gruppo sono relative a costi di varia natura, per € 2,7milioni, poco significativi, e a risparmi su risarcimenti di sinistri, per € 6,5milioni, e per spese legali, per € 2,0milioni. Su queste due causali, in verità, c’è poco da essere ottimisti. Proprio in questi giorni, infatti, si è letto che sono state presentate ben 487 richieste di risarcimento danni, per buche su strade e marciapiedi, negli ultimi 13 mesi e che i rimborsi già pagati sono di oltre € 550mila, nel 2022, e di oltre 1,2milioni se si somma anche il 2021 (fonte: ilMattino). Infine, circa le spese legali, pur disponendo di un Ufficio Avvocatura, il Comune avrebbe stanziato per incarichi esterni, per l’anno 2021, fino a oltre € 1,0milione mentre sarebbero decine e decine le cause pendenti, anche molto ‘pesanti’ e con esiti che potrebbero portare all’esborso di molti milioni di euro (fonte: l’Ora).

Per quanto osservato, sarebbero necessari auspicati chiarimenti sulla costruzione del piano di rientro. In verità, sono forti i timori che l’impegno assunto dall’Ente, a nome di tutti, possa trasformarsi in un peso insopportabile per tutti, come pure è stabilito. C’è ancora tempo per correggerlo nell’interesse della Città e anche di chi lo ha sottoscritto. Perché, in fondo in fondo, una cosa è certa: la Comunità ricorderà i nomi di chi ne ha tutelato gli interessi, non di chi l’avrà resa suddita o schiava.

Alfonso Malangone – Ali per la Città – 25/02/2023

 

P.S.: la ricostruzione è avvenuta sulla base di notizie disponibili in rete. Si fa salvo ogni errore.

 

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