Tangentopoli (66): il doppio pesce d’aprile di trenta anni fa … da Giuseppe Di Benedetto a Carmelo Conte

 

Aldo Bianchini

prof. dr. Giuseppe Di Benedetto

SALERNO – Il giorno del 1° aprile 1993 passerà alla storia come il giorno del “doppio pesce d’aprile”; uno molto positivo e l’altro assolutamente negativo.

Al centro della giornata storica il Partito Socialista dell’epoca che da un quinquennio dominava politicamente Salerno e la sua provincia e che proprio quella mattina toccava l‘apice della sua efficienza organizzativa e progettuale; cominciamo con il top per poi toccare il fondo.

Cardiochirurgia

Finalmente, dopo anni di discussioni, di dibattiti, di scontri anche aspri tra la D.C. e il P.S.I. con il sornione P.C.I. alla finestra, ovvero sull’altra sponda in attesa del cadavere dell’avversario che per i comunisti salernitani è, per antonomasia, l’on. Carmelo Conte che in quel momento (seppure già traballante) è ancora il ministro per le aree urbane, destinato a cadere il 27 aprile 1993.

Il personaggio del giorno (e lo sarà per decenni !!) è senza dubbio il dr. prof. Giuseppe Di Benedetto (cardiochirurgo già di fama nazionale e internazionale) che ha convinto i socialisti e per essi Conte a creare anche a Salerno un divisione efficiente di cardiochirurgia.

Ufficialmente la struttura complessa di cardiochirurgia apre i suoi battenti il 15 febbraio 2013, l’inizio vero del lavoro arriva poche settimane dopo e cioè il 1° aprile. Qualcuno parla di un brutto “pesce d’aprile per Salerno” in quanto molti non credono che un giovane cardiochirurgo con un gruppo di medici – anestesisti e infermieri del tutto sconosciuti avrebbero saputo portare avanti un discorso di grandissima organizzazione e professionalità. Sbagliano tutti, soprattutto i tanti sciacalli, sbagliano anche le istituzioni quasi del tutto assenti alla cerimonia di inaugurazione che, come recitano i manifesti dell’epoca, registra la presenza “soltanto” dell’assessore alla sanità della regione Campania on. avv. Giovanni Clemente. Un’occasione decisamente sprecata; è vero che il sindaco Vincenzo Giordano naviga a vista nei marosi di tangentopoli (si dimette definitivamente poco più di un mese dopo, il 22 di maggio) ma l’assenza delle istituzioni romane è un vero e proprio schiaffo in pieno viso per tutti i salernitani, e non solo socialisti. Invece quel gruppo coraggioso, quasi interamente ancora in prima linea, riesce a dare vita a quella che ancora oggi possiamo decisamente definire come “uno splendido pesce d’aprile per un’eccellenza sanitaria senza precedenti” che dà lustro alla nostra città ed all’intera provincia. L’indomabile capo di quel drappello di donne e uomini coraggiosi, Giuseppe Di Benedetto, ce l’ha fatta a vincere la scommessa e, superando anche un‘inchiesta giudiziaria animata dal concorrente cardiochirurgo Gaetano Azzolina (morto il 23 gennaio 2023) che accusa la commissione esaminatrice di favoritismo politico e di brogli negli atti del concorso.

La storia indica nella persona della signora A. R., una giovane di 33 anni, battipagliese, e mamma di due bambini, come primo paziente operata al cuore, il cui nome fu proiettato con grande capacità mediatica sul palcoscenico pubblico nazionale; e non c’è ancora la Torre del Cuore.

La lunga, travolgente, efficace e bellissima storia della cardiochirurgia a Salerno rischia di frenare la sua crescita a causa di una bega, da bar dello sport, tra i due primari oggi esistenti. Ma questo cercherò di chiarirlo in un prossimo articolo.

 

On. Avv. Carmelo Conte

Avviso di garanzia

Quella mattina del 1° aprile 1993 il grande assente è il ministro on. avv. Carmelo Conte che, confortato da Di Benedetto, aveva voluto quella struttura contro tutti e tutto; per lui, però, quella è una mattinata devastante dal punto di vista giudiziario. Tutte le edicole del Paese sulla pima pagina del quotidiano “La Repubblica” espongono un titolo a sei colonne: “Avviso di garanzia per il ministro Conte per concorso esterno con la camorra” ebolitana (quella dei Maiale, per intenderci).

Il ministro si affretta a precisare, con un forte dispaccio di agenzia, che a lui non è stato notificato alcun provvedimento da parte dell’autorità giudiziaria. Ma il suo staff e tutto il mondo politico nostrano trema, La Repubblica non è un giornaletto di quartiere e se ha lanciato quella notizia vuol dire che qualche elemento ce l’ha. E’ vero che Conte aveva già avuto, nel dicembre 1992, il suo primo avviso di garanzia da parte del pm Enzo Di Florio, ma quella vicenda appare subito come uno scherzetto rispetto a quanto annunciato dal quotidiano a tiratura nazionale.

E puntuale, come un orologio svizzero, l’avviso arriva la mattina del 5 luglio 1993 ed è devastante.

Perché tutto questo proprio nel giorno più bello dell’epoca socialista ? Me lo spiega qualche giorno dopo l’allora sottosegretario di stato on. dr. Francesco Curci.

 

 

 

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