SULLE PARTECIPATE ANDATE AVANTI VOI, “CHE A NOI VIEN DA RIDERE” (cit.)

da Alfonso Malangone

(Ali per la Città)

 

SALERNO – Il Consiglio Comunale del 29/03 scorso è durato ben sei ore. In media, 30 minuti per ciascuno dei 12 argomenti in discussione. In realtà, alle interrogazioni/interpellanze e alle due mozioni finali sono stati dedicati tempi ben più ampi di quelli ‘frettolosi’ riservati agli 8 punti finanziari, che pure costituivano il motivo della convocazione. E, purtroppo, è stata ‘frettolosa’ anche l’introduzione dell’Assessora al Bilancio su programmazione, partecipate, indebitamento, per l’urgenza di altri impegni estranei all’Aula. Poi, però, si è trattenuta un poco di più per alleviare il disagio di qualche Consigliere nel dover votare argomenti ‘tecnici’ che, talora, anche gli stessi ‘tecnici’ hanno difficoltà a comprendere. Basti ricordare che il Bilancio deficitario del 2021, con € 169,9milioni di Disavanzo, causa dei nostri attuali guai, venne approvato dai Consiglieri di maggioranza, perché giudicato equilibrato e stabile, salvo sconfessare sé stessi, dopo pochi mesi, accogliendo la richiesta dell’Assessora al Bilancio di aderire al decreto Aiuti destinato alle Città ‘sbilanciate’. In politica, la coerenza non è una dote, ma non dovrebbe mancare quando si mettono le mani nelle tasche dei cittadini. E, quindi, non può valere la regola: ‘stiamo qui a votare quello che ci dite di votare’. Detto con tutto il rispetto.

Così, sul DUP è stata condivisa la ‘illusoria’ qualificazione di documento essenziale per l’attività di previsione, quando le modalità con le quali è storicamente elaborato lo rendono neppure paragonabile ad un rapporto statistico. Egualmente, è stata approvata la proposta di non azzerare le cartelle fino a € 1.000 del periodo 2000-2015, per complessivi € 29milioni, tra Imu/Ici, Tari, Multe e altro, perché sarebbe possibile incassarne almeno il 3%. Ma, visto che il 3% di € 29milioni fa appena € 870.000, qualcuno avrebbe dovuto chiarire cosa si farà per colmare la differenza di ‘tanti’ milioni, considerato che adesso si sa che c’è un buco ‘contabile’, perché i crediti sono in maggior parte ‘scaduti o non esigibili’, salvo errore, e che il decreto Aiuti ne impone la sistemazione con nuove imposizioni (fonte: contratto, art. 4/c). L’azzeramento immediato di € 29milioni avrebbe consentito di fare chiarezza, subito. Probabilmente, si è preferito rinviare per non rischiare di mettere una pietra tombale su tutta l’architettura del piano di rientro, che già rilascerebbe qualche scricchiolio. E’ una considerazione, non un’accusa.

Una menzione a parte merita l’accorpamento delle Partecipate. L’Assessora ha dichiarato che il conferimento a Sistemi Salerno Holding delle tre Società cosiddette ‘in house’, a partire da Salerno Mobilità per proseguire con Salerno Pulita e Salerno Solidale, consentirà il contenimento dei costi grazie alle collaborazioni che la Holding potrà assicurare, e che già offre alle Società di cui detiene il Capitale. Eppure, la responsabile avrebbe dovuto ben sapere che per queste collaborazioni, definite di ‘service’, la Holding si fa ‘pagare’ profumatamene. Nel Bilancio 2021, ad esempio, ha fatturato in totale € 3,4milioni e, tra questi, € 1.396.287 alla Servizi Idrici, € 580.553,04 alla Reti gas, € 714.999,96 alla Energia Vendite e € 194.162,19 alla ‘piccola’ Utility che ha chiuso in perdita anche per questo (fonte: pag. 26 Nota Integrativa). Altre fatture sono state emesse e ricevute dalla Holding in un giro interno ‘alquanto vorticoso’ che sembra volto solo a giustificare la sua funzione. Ma non è il caso di parlarne qui. E, quindi: “adesso farà tutto ‘a gratis’”? Peraltro, non è chiaro quali risparmi si possano fare visto che i costi principali di Salerno Mobilità, nel 2021, sono stati quelli degli stipendi, per 4,7milioni, e per i leasing (godimento beni di terzi), per € 1,5milioni, che assorbono il 93% dei ricavi, oltre al costo degli Organi Sociali, cioè Amministratori e Sindaci, ai quali sono stati versati € 83.000 (fonte: Bilancio 2021). In ogni caso, se risparmi ci dovessero essere, potrebbero solo consentire alla Holding, nuova proprietaria, di incassare un poco di utili in più. C’è da precisare, però, che nel periodo 2017-2021 essa ha incamerato dividendi per € 24.761.898 e ne ha girati al Comune solo per € 6.700.000 (fonte: Bilanci) utilizzando la differenza di € 18milioni a copertura delle ‘sue’ spese e a incremento del ‘suo’ patrimonio (!). Così, premesso che il Comune non incasserà un solo euro dall’operazione prospettata, qualche dubbio pure viene sulle vere finalità della riorganizzazione che appare comunque estranea alle disposizioni di Legge. Al riguardo, va chiarito che il decreto Aiuti dispone il divieto di ogni coinvolgimento in “attività di produzione di beni e servizi non strettamente necessari per il perseguimento delle proprie finalità istituzionali” (fonte: Aiuti, art. 1 c. 572/e), e che il Consiglio di Stato, Sez. V, ha stabilito che nelle società miste, a capitale pubblico-privato, l’Ente deve sempre avere il potere di incidere sulle decisioni strategiche per realizzare una “reale interferenza sul fine dell’impresa in presenza di interessi contrastanti” (fonte: Sentenza n. 578 del 23/01/2019). E, quindi, a guardare bene, sarebbe necessario affrontare la situazione di SEV Iren SpA Luce e Gas nella quale c’è una partecipazione minoritaria di € 1.616.786, pari al 48,82% del Capitale, che consente alla socia al 50%, la Iren Mercato Spa, di esercitare ogni potere sia per norme Statutarie che per accordi collaterali, neanche resi pubblici (salvo errore). Una presenza ‘silente’ che a fine 2021 non ha avuto alcuna remunerazione con una quota di utili, perché il Bilancio è stato chiuso in perdita, e che impegna a fronteggiare debiti a breve per complessivi € 77milioni a causa di operazioni ‘chiaramente’ imprenditoriali decise da Iren (fonte: Bilancio). Purtroppo, prima di andare via, l’Assessora ha ritenuto di non fornire alcuna risposta ad una Consigliera di opposizione che chiedeva di chiarire la legittimità della partecipazione e di precisarne i vantaggi. Magari, se ne parlerà in un prossimo Consiglio, sperando possa essere meno ‘frettoloso’.

La storia dimostra che sugli argomenti ‘tecnici’ non è facile un voto consapevole. Lo ha provato, un anno fa, la ‘capriola’ sul Bilancio 2021, con il Disavanzo di € 169,9milioni, lo conferma la disponibilità dichiarata Mercoledì da una Consigliera di votare ‘per fiducia e per appartenenza’. Ovviamente, nessuno può giudicare. Ma non appare inappropriato ricordare che, andando avanti cosi, a qualcuno possa venire da ridere. Un sorriso molto amaro, purtroppo. Più del pianto.

Alfonso Malangone – Ali per la Città – 05/04/2023

P.S.: i dati riportati sono stati acquisiti da fonti disponibili in rete. Si fa salvo ogni errore.

 

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