Elezioni interne in Tasmania, ma gli australiani pensano a Taiwan

 

da Antonio Cortese (giornalista)

 

Questo week end si  è svolta un’importante elezione per il governo della Tasmania, dove i partiti sono praticamente gli stessi del continente di appartenenza ma con una forte  vocazione indipendentista.

 

La nazione é un’appendice di centrosinistra del governo australiano ed il partito di maggioranza è rappresentato dai Liberals in un parlamento in cui sono presenti anche i Greens e i Nationals con altri partiti che tra un progresso ed un futuro da promettere fanno comunque le veci dei partiti conservatori  di Melbourne.

 

Come nel resto del mondo queste elezioni sono state un pochino snobbate dai media anche perché la notizia portante in settimana ha riguardato l’annessione della federazione sportiva di football rugbistico al resto del continente, per cui ci sono stati grandi entusiasmi quasi come per lo scudetto del Napoli in Italia.

 

In questo momento in cui scrivo si stanno concludendo gli exit polls e sembra che il partito dei Liberals abbia riconquistato il timone con il premier  Jeremy Rockliff.

 

Va ricordato proprio durante l’incoronazione di Carlo III che Australia e Tasmania  dipendono sempre dal nuovo monarca inglese e la Tasmania rappresenta proprio la parte più “british”, oltre ad essere la nazione con l’aria più pulita del pianeta.

 

Anche se l’Australia sembra un’ “america di serie b” se non ancora più moderna degli Usa, é ancora una colonia inglese in barba alla storia, dei progressismi  e delle emancipazioni anche  dei paesi più arretrati di Africa o sudameriche varie.  Negli ultimi dieci anni é divenuta una parte del mondo molto settaria, esclusivista, intollerante politicamente specie negli anni pandemici, quando addirittura cercarono di ghettizzare il campione  Djokovich  con le menzogne vaccinali sbugiardate l’anno successivo proprio dal numero uno del tennis mondiale nemmeno un anno dopo.  Sempre in barba alle stupidaggini ventilate in questi anni di pseudo- dittatura parafarmaceutica, va ricordato che questo continente é il meno densamente abitato ( alcuni nazisti mascherati al momento lanciarono addirittura l’allarme di sovrappopolazione! Con un pianeta di greggi ovine subito al seguito e con cieco ed incosciente ipnotizzamento credulone)  e la Tasmania ne rappresenta un rifugio grande come quattro regioni italiane messe assieme, per estraniarsi dall’incedere di un futuro guastato molto,ma non del tutto,  dai deliri del potere.

 

Volendo infine fare un paragone specchio con le complicazioni tra Cina e Taiwan, dove invece si stanno focalizzando i media da un po’ di tempo, l’appendice indipendentista che preoccupa gli occidentali non è altro che un ulteriore tentativo statunitense di deriva bellico-vietnamita:  Whashington proclamò la ritirata bellica sapendo di aver almeno importato, a lungo andare, milioni di lattine di Coca-cola da far bere agli orientali, che oggi invece non portano più il cappello di paglia delle risaie ma cappellini da baseball, sigarette e chewingum, computer e vetture provenienti dalla road 66.

 

 

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