ODDATI: “quann’ e denare fann’ venì a’ vista e cecate” ?

 

Aldo Bianchini

Il dirigente della Regione Campania dr. Nicola Oddati con l'imprenditore Vincenzo Figliolia

SALERNO – La brutta vicenda in cui è rimasto impigliato il dr. Nicola Oddati (personaggio discusso, discutibile, divisivo, ammaliatore, arrogante, prevaricatore, accentratore, letterato, giornalista, ecc.), che secondo l’accusa è un protagonista assoluto, se dovesse dimostrarsi realmente allineabile con le pretese della pubblica accusa sarebbe l’ulteriore conferma di un pensiero che da sempre mi accompagna: “Dove ci sono soldi pubblici c’è inevitabilmente corruzione e concussione”. Punto.

I proverbi, altrimenti, non avrebbero il senso che hanno; soprattutto quelli napoletani che più degli altri ricalcano la realtà attraverso le debolezze umane e Oddati (salernitano di nascita e napoletano d’adozione) non si sarebbe sottratto a questa logica svendendosi in maniera sporca e non consona con i ruoli di potere politico-amministrativo-gestionale che ha esercitato in questi ultimi trent’anni al servizio della sindaca Rosa Russi Iervolino, del sindaco e governatore Antonio Bassolino (che sceglie lui e Cozzolino come suoi cavalli di razza) e del governatore Vincenzo De Luca. Ballerino, ondivago, senza fissa dimora politica, ma a caccia dell’orticello da gestire anche molto al di là degli specifici mandati conferitigli; questi è stato, probabilmente, Nicola Oddati, benvoluto dai politici apicali e quasi adorato (se non proprio beatificato) dalla folta schiera di politici di giornata (presidenti di provincia, assessori, sindaci consiglieri provinciali e comunali,  regionali, provinciale e locali, presidenti di tutte le altre istituzioni direttamente connesse alla politica); ha amministrato fondi pubblici, contributi da elargire a destra e a manca con l’arte del manuale Cencelli; e davanti alle sue porte, soprattutto in Regione, c’erano sempre due file ben distinte: da un lato i privilegiati e dall’altro i poveri questuanti.

Ciò detto, va ribadito per l’ennesima volta che il dr. Nicola Oddati, proconsole della politica del PD a livello regionale e nazionale (soprattutto con Nicola Zingaretti), è innocente fino a sentenza passata in giudicato, semmai ci sarà un processo con relativa condanna di 1°, 2° e Cassazione. Da qui non bisogna mai allontanarsi se si vuole narrare una vicenda giudiziaria tumultuosa come questa in cui è caduto Oddati fin dalla primavera del 2022.

E denare fann’ venì a’ vista e cecate!”; si è vero, anche se, a quanto mi risulta, Nicola Oddati non era e non è cieco e non avrebbe neppure bisogno di denaro e/o di prebende illecite. Staremo a vedere.

Nonostante il mio fermo credo nell’innocenza di chiunque fino a prova contraria, non posso non ricordare a Voi lettori ciò che ho avuto modo di scrivere su Oddati ai primi avvertimenti di un terremoto in arrivo; era il 2 maggio 2022:

  • NICOLA ODDATI: il giustiziere della sinistra ? – SALERNO – Prima di scrivere su Nicola Oddati (comunista, scrittore, politico, ex assessore al Comune di Napoli ed ex di tanti altri prestigiosi incarichi politici regionali e nazionali) mi sembra giusto, più per coerenza con me stesso che per altro, esprimere due considerazioni di ordine pratico: Ho incontrato una sola volta Oddati, a Monte San Giacomo, qualche anno fa, in occasione della presentazione di un suo libro; non ebbi nemmeno l’opportunità di rivolgergli la parola, anche perché non cercai di farlo – Oddati, a pelle, non mi è stato mai simpatico; da tempo seguo sui giornali le sue imprese politiche che hanno rafforzato in me la convinzione che sia sempre stato troppo giustiziere per essere giusto e al di sopra delle parti; ma questo non influirà per niente sul mio pensiero. Sicuramente sbaglierò ma io ho sempre avuto delle remore verso chi si atteggia pubblicamente a “giustiziere della notte” dimostrando, così, di avere una veduta con i paraocchi e non a 360° come un uomo di cultura, che è stato tra l’altro anche presidente del Forum delle Culture, dovrebbe avere.

Per oggi è necessario fermarsi qui; nel prossimo articolo cercherò di spiegare, a modo mio, come mai anche dopo l’inizio della bufera continuava in Regione a gestire ed a comandare.

 

 

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