Gambino/4: complotti, veleni e vendette

Aldo Bianchini

Se qualcuno ancora non l’ha capito è bene che si brighi a farlo: il “caso Pagani” è un caso politico prima ancora che giudiziario. Cirielli deve dire la verità!! Nel frattempo Santilli, per motivi di salute, andrà ai domiciliari.

Ho chiuso la puntata n.3 di questa che si annuncia come una lunga inchiesta-telenovela giornalistica facendo riferimento al fatto che nel Palazzo Sant’Agostino (sede della Provincia) più di qualcuno avrebbe gioito alla notizia dell’arresto di Gambino e dei suoi presunti complici. Chiarisco subito il mio pensiero, cosa cioè intendevo dire con quell’affermazione. Americo Gambino, secondo i bene informati, in Provincia non aveva amici veri ma soltanto “soldati” che per timore o per interesse facevano solo finta di adularlo. Nella realtà Gambino era inviso a parecchia gente perché era stato troppo sponsorizzato, ed in tutte le salse, dal presidente Cirielli; tendenzialmente, quasi per un fatto naturale, il cortigiano è costretto a subire i voleri e le scelte (non sempre azzeccatissime!!) del capo. Sappiamo tutti che Gambino inizialmente era schierato con la Carfagna, sappiamo tutti che poi l’ha mollata per passare con Cirielli (ma chi è con ha abbandonato a se stessa la Carfagna!!), sappiamo tutti che subito dopo il caso giudiziario della carta di credito e la revoca da assessore provinciale Cirielli l’ha nominato consigliere politico ed al turismo, sappiamo tutti della grande amicizia pluriennale che lega Cirielli a Gambino, sappiamo bene tutti (e di questo io ne sono certo!!) che Gambino è persona dabbene, ma il troppo storpia recita un antico proverbio. E Cirielli forse ha esagerato nella difesa ad oltranza verso Gambino anche per la vicenda del consiglio regionale che Gambino ha preferito alla carica di sindaco forse perché nell’aria prendeva piede l’esplosione giudiziaria ed ha preferito giustamente andare in galera come consigliere regionale e non come sindaco della città che, comunque, ama. Se, dunque, si considera che è stato colpito il miglior amico politico del Presidente è segno, come dicevo nel titolo, che la battaglia è politica e che sfiora direttamente la stessa persona di Edmondo Cirielli che, a questo punto, i suoi avversari hanno ridotto alla stregua di un “re nudo”. E se il re è nudo c’è bisogno impellente che il re dica la verità, che faccia cioè capire che cosa sta succedendo in un partito e in una maggioranza che giorno dopo giorno appaiono come un partito ed una maggioranza senza più radicamento territoriale e senza seri ed affidabili punti di riferimento. Punti che non possono e non devono essere surrogati soltanto dalla persona del Presidente perché sarebbe il più letale errore politico di una “grande squadra” che, al di là di tutte le difficoltà economiche globali, riesce ancora ad assicurare all’intera provincia il “buon governo” promesso in campagna elettorale. Eppure i segnali in questo senso erano e sono forti: la posizione di Aliberti, la situazione di Nocera Superiore, la debacle di Bellacosa a Nocera Inferiore, la crisi strisciante di Cava de’ Tirreni, e quella dei “bottoniani” a Pagani che secondo alcuni avrebbe provocato l’accelerazione dell’inchiesta giudiziaria. Tutti questi segnali anche forti, ma ce ne sono altri, non sono stati tenuti nel conto giusto e si è preferito andare avanti a tutti i costi calpestando, forse, individualità che andavano incoraggiate. E poi c’è il segnale dei segnali, cioè la più grossa inchiesta giudiziaria di questi ultimi dieci anni va a colpire l’uomo più vicino a Cirielli in assoluto e senza che lui ne sapesse assolutamente nulla. Questo proprio non era e non è immaginabile per un “uomo di governo” e l’ira del Presidente si è subito scatenata, tanto da sollecitare pesantemente gli inquirenti (dopo le bacchettate per le inchieste di Salerno che non decollano!!) sulla questione del Consorzio Salerno/1 per via della “presunta” assunzione di un camorrista fatta da Raffaele Fiorillo (del PD), proprio quel camorrista che sarebbe oggi alla base delle probabili infiltrazioni nel comune di Pagani. Insomma siamo già al complotto politico o nel migliore dei casi ai veleni ed alle vendette. La reazione del presidente Cirielli non lascia ben sperare, e forse ne ha anche tutte le ragioni; non si può far finta di nulla perché nella città capoluogo e in tutta la provincia stanno accadendo cose inaudite e la battaglia politica rischia di spostarsi tutta nelle Procure della Repubblica. Nessuno deve perdere la calma e bene hanno fatto sindaco e consiglieri comunali di Pagani a non dimettersi ed a tenere la schiena dritta e la testa alta nominando anche il sostituto di Santilli nella persona di Pepe, non potevano cedere il passo dinnanzi ad un’inchiesta giudiziaria, anche se poi verrà quello che nessuno si augura che venga. Nel frattempo il consigliere comunale Giuseppe Santilli nelle prossime ore andrà ai domiciliari, le sue condizioni di salute sono assolutamente incompatibili con il regime carcerario e il Gip aspetta solo la relazione medica chiarificatrice.

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