Cantieri: sicurezza e infiltrazioni mafiose

Aldo Bianchini

La giornata di ieri è stata caratterizzata da due interventi in materia di realizzazione di opere pubbliche. Quasi in rapida successione, l’uno dopo l’altro; il primo di Luigi Ciancio (segretario regionale Fenel Uil) e il secondo di Anna terrazzano e Roberto Celano (consiglieri comunali PdL di Salerno).   L’appello lanciato da Luigi Ciancio, segretario regionale della Fenel-Uil, per la sicurezza e legalità sui cantieri di lavoro, tra l’altro recita: <<Apprendiamo con piacere l’intervento preventivo della Dia per il futuro Porto Marina d’Arechi di Salerno dove è stata accertata la perfetta regolarità del cantiere … Non possiamo permetterci di avere imprese che rispondono alla camorra o al malaffare nei luoghi di lavoro, così come non possiamo consentire che le poche opere appaltate con le tasse dei cittadini vengano bloccate per anni per colpa della malavita>>. Devo dare atto a Luigi Ciancio quantomeno dell’autenticità dell’appello in materia di sicurezza e legalità sui cantieri di lavoro. Troppo generico, comunque, il plauso per l’azione preventiva della DIA (Direzione Investigativa Antimafia) sul cantiere del nascente porto turistico “Marina d’Arechi” di Agostino Gallozzi. Troppo generico ed assolutamente non condivisibile. Luigi Ciancio sa benissimo, come me, che non è un controllo sul cantiere, quantunque, preventivo a poter smascherare l’esistenza di infiltrazioni camorristiche. Queste azioni preventive somigliano davvero tanto all’ingenuità con cui gli “indiani d’America” facevano sentire la loro presenza ai “bianchi” con le loro grida d’incitamento all’attacco. La tecnica di infiltrazione si è modificata e modellata sulla straripante evoluzione di natura tecnologica che la stessa infiltrazione ha avuto in questi ultimi anni. Voglio comunque sperare che il sopralluogo della DIA sia servito almeno a far fuggire i ladri di polli, come sembra possano essere considerate quelle “cinque ditte sospette” che tentavano di infiltrarsi nei lavori (esiti conferenza stampa Prefettura di Salerno del 27 ottobre scorso). Ladri di polli (si fa per dire!!) che non hanno esitato ad infiltrarsi, invece, nei “lavori di difesa, riqualificazione e valorizzazione della costa –ambito 3- tratto antistante Via Leucosia” . Secondo i consiglieri comunali  Ferrazzano e Celano  difatti, lo scorso 18 ottobre il Prefetto di Napoli ha firmato l’interdittiva per le due imprese di Castellammare di Stabia impegnate nei suddetti lavori (la Cem e la Aequa Mar) le quali, benché in regola con la documentazione antimafia e intestate a imprenditori incensurati,  sono risultate riconducibili a persone legate alla criminalità organizzata. Sempre secondo i due consiglieri (e non ho ragione di credere il contrario!) il provvedimento del Prefetto di Napoli è stato inviato al Comune di Salerno, che ha appaltato l’opera e  che dovrà provvedere alla revoca dell’affidamento dei lavori. La Ferrazzano e Celano si chiedono se  il Comune ha già provveduto alla revoca dell’affidamento dei lavori e perché lo stesso Comune non ha ancora aderito al protocollo sulla legalità predisposto dalla Prefettura (protocollo a cui ha aderito invece Gallozzi!!), visto e considerato che i precedenti (già altre ditte sospette si erano infiltrate nei lavori del Comune) non recitano a favore dell’Amministrazione Comunale. Insomma, pare di capire, che la meraviglia della Ferrazzano e di Celano discenda dal fatto che da un lato il sindaco grida a squarciagola di voler a tutti i costi combattere l’illegalità e le infiltrazioni malavitose e dall’altro non aderisce ad un protocollo che potrebbe, se non debellare il fenomeno, far scappare via almeno “i ladri di polli” così come accaduto per il porto Marina d’Arechi. Si apre, comunque, in Città uno dei dibattiti più serrati e più seri degli ultimi anni che vedono al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica le prossime mosse del sindaco dopo l’interrogazione a risposta scritta ed orale dei consiglieri di minoranza Ferrazzano e Celano. Alla prossima.

 

 

 

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