Sala: arresto del puscher


Antonio Citera

Sala Consilina – Spaccio e lesioni colpose. Arrestato un ragazzo di 25 anni di Sala Consilina . Un fatto gravissimo verificatosi sette mesi fa nel Centro Capofila del Vallo di Diano,un ragazzo di 16 anni,in seguito all’assunzione di una dose di cannabis, era stato ricoverato per alcuni giorni in rianimazione. Ieri l’arresto del puscher. Lesioni gravissime per colpa di un’overdose di cannabis, questa l’accusa che ha portato in manette un ragazzo di 25 anni di Sala Consilina, che a marzo di quest’anno ha fatto finire in rianimazione un ragazzo di 16 anni di Sala Consilina. Le indagini scattate immediatamente da parte dei Carabinieri della locale Stazione, agli ordini del Capitano Roberto Mastrogiacomo,dopo 7 mesi hanno portato all’arresto del puscher che aveva venduto la dose di cannabis tagliata con delle sostanze chimiche provocando il ricovero per qualche giorno di un ragazzo di 16 anni nel reparto di rianimazione dell’Ospedale Luigi Curto di Polla. Il  giovane puscher, dopo le formalità di rito è stato messo agli arresti domiciliari. Per i reati contestati rischia fino ad un massimo di due anni di reclusione. Una brutta pagina che segna la tranquilla quotidianità dei cittadini di Sala Consilina, tanto sconcerto, ma soprattutto sdegno si percepiva nei volti delle persone che appresa la notizia stentavano a credere all’accaduto. Tutti ricordano i fatti che sette mesi fa hanno tenuto col fiato sospeso un’intera Comunità, un ragazzo di 16 anni che lottava tra la vita e la morte in un letto di ospedale, un ragazzo forte che grazie alla sua vitalità, riuscì a scampare al tragico destino. -Bisogna ridare senso alle nostre vite e salvare i nostri ragazzi dalla malattia del non senso,- una bellissima frase che ci porta nel pericoloso quanto assurdo mondo della droga, un’evasione artificiale che induce al non senso. Indicatore di un certo disagio sociale e in tal senso appare come una denuncia delle vittime nei riguardi della società. Una società tutta tesa al profitto, che non lascia spazio alla persona, che risponde ai bisogni dando soldi, vestiti, cibi, che abitua alla risposta immediata, a vivere di sensazioni superficiali, a ritmi frenetici. Tutto questo ha conseguenze negative sull’evoluzione della persona. Non per niente sono proprio gli adolescenti i più esposti a questo genere di rischio, proprio perché nella strutturazione della loro personalità avrebbero bisogno di alcune attenzioni che la società non offre loro. Il loro malessere è quindi una denuncia verso la disumanità di questa società e un buon educatore non farebbe bene il proprio mestiere se non sapesse individuare i lati deficitari della società e non li denunciasse. Però limitarsi a questo non basta. Un genitore, un educatore sente l’urgenza di rispondere alle esigenze della persona che gli sta davanti e non può aspettare che politici, economisti, sociologi e quant’altri si mettano d’accordo per organizzare una società a misura d’uomo. Sovente, soprattutto i genitori, vorrebbero sapere qual è il comportamento più efficace per tener lontana la droga. Può finire nel vortice della droga sia chi ha avuto un’infanzia infelice che chi ha avuto tutto e persino troppe attenzioni. Il rapporto genitori-figli è comunque spesso un fattore cruciale. Eccessiva severità, come al contrario lassismo o assenza sono, per motivi diversi, ugualmente dannosi. l’iperprotettività o relazioni affettive che non favoriscono la corretta acquisizione dell’autonomia e dell’indipendenza da parte dei figli possono essere fattori di grave pregiudizio riguardo alla loro capacità  di difendersi dalle  droghe. Come comportarsi? Difendere con tutti i mezzi un ragazzo dalla droga o lasciargli fare le sue esperienze, sperando che vada tutto bene?Probabilmente la soluzione sta nel mezzo: un genitore o un educatore non devono né abbandonare il ragazzo al suo destino né cercare di farlo vivere in un mondo ovattato. Bisogna far camminare i giovani con le loro gambe, ma anche insegnare loro a stare in piedi. Trasmettere al giovane valori, regole, modelli è importante, ma nello stesso tempo bisogna rispettare la sua originalità e la sua crescente capacità durante la crescita di autodeterminarsi. E’ importante perciò ricordargli che lui è unico, che la sua vita, pur nel rispetto del vivere sociale, appartiene a lui e a nessun’ altro e che la sua esistenza sarà più ricca quando sarà “drogato” d’orgoglio verso se stesso e “drogato” per tutte le sensazioni e le emozioni che la vita, quella vissuta e non quella comprata, sola ti può dare.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *