Pietro Orlandi: Una petizione a Benedetto XVI per mia sorella Emanuela

Marco Bencivenga

La storia di una famiglia semplice e onesta, che è parte della storia d’Italia, fatta di intrighi, depistaggi, messinscene,  ma anche di  speranze. Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, la cittadina vaticana scomparsa a Roma il 22 giugno del 1983, racconta la sua ultima iniziativa : una petizione indirizzata al Papa per fare luce sul mistero più fitto d’Italia al fine di sensibilizzare il Vaticano ad esprimersi sul caso.

 

Pietro dalla trasmissione Chi l’ha visto? ai vari forum e social network sparsi nel web, non si fa altro che parlare della sua ultima iniziativa.  Perché una petizione al Papa?

Molti mi hanno fatto questa domanda, del perché una petizione a Benedetto XVI .Tra questi il blog degli amici di Papa Ratzinger, volevano sapere perchè adesso e perché proprio a lui. Questa è stata la mia risposta: “Non puoi capire quante volte mi sono rimproverato di non essermi esposto cosi tanti anni fa. Tu non puoi neanche immaginare la frustrazione e il senso di impotenza che subisco da 28 anni. Quando sparì Emanuela io ero un ragazzo ventenne, pieno di voglia di vivere e di amore per i miei familiari, condividevo il tempo libero nella parrocchia di Sant’Anna con gli amici. Da quel momento la mia vita non è stata più la stessa ed io, mio padre, mia madre e le mie sorelle ci siamo dovuti sorreggere gli uni con gli altri con la sola forza dell’amore e della fede. I primi tempi eravamo storditi, in casa nostra piombarono investigatori, magistrati, quelli dei servizi segreti, giornalisti e anche tanti sciacalli. Dal vaticano ci facevano sapere che se ne stavano occupando ma che era anche opportuno che la famiglia mantenesse il silenzio per non rischiare nulla sulla sorte di Emanuela. Noi eravamo irretiti dalla paura di perderla, di non rivederla mai più e per questo, anche se dal Vaticano non avevamo mai alcuna notizia, mantenemmo il silenzio. Comunque abbiamo ripetutamente fatto richieste di collaborazione alla Santa Sede e alla persona di Giovanni Paolo II, ma il silenzio, l’omertà o un’oscura ragion di Stato hanno impedito che ciò avvenisse. I magistrati italiani che seguivano le indagini, ogni volta che si avvicinavano ad una svolta cessavano di occuparsene o venivano trasferiti. Io nel frattempo ho girato tanti luoghi nel mondo inseguendo invano anche le piste poco credibili. Morto mio padre, credo oggi di non poter più mantenere alcun silenzio e sento il dovere di essere da esempio per i miei sei figli e per i molti giovani che hanno fede. Vorrei per loro un mondo fatto di amore, rispetto, VERITA’ e GIUSTIZIA! non solo dallo Stato italiano ma anche dalla nostra Chiesa.  Adesso c’è un altro Papa e sono cambiati anche i tempi, l’informazione favorisce la condivisione, e per quanto riguarda me, anche le ricerche su mia sorella. Per quanto riguarda Papa Benedetto XVI, affido a lui le mie speranze per arrivare alla verità poichè uno dei punti fondamentali di questo pontificato è la purificazione della Chiesa.” Hanno compreso e hanno aderito.

Al momento quante sono le adesioni pervenute e quali messaggi e segnalazioni arrivano dopo tanto tempo dalla scomparsa di Emanuela?

Siamo a circa 40.000, la vicinanza e la solidarietà delle persone  è commovente, molti mi ringraziano per questa petizione perche ha risvegliato in loro quel senso di verità e giustizia che era sopito. Tutti comunque sperano che questa iniziativa possa portare ad un cambiamento e riesca ad  abbattere quel muro di silenzi ed omertà che da troppi anni circondano la vicenda di mia sorella affinché la verità e la giustizia non siano più un’utopia ma  le fondamenta di una società civile. Le adesioni a questa petizione per Emanuela non si fermeranno alla consegna della lettera al Papa ma proseguiranno fino a che non arriveremo alla verità.

Attraverso Facebook un tale “ Amico Augusta ” le ha  indicato in Pippo Calò, il noto cassiere della mafia, il personaggio chiave per la soluzione del giallo di sua sorella. In realtà nel messaggio anonimo, sembra ritornarsi alla pista già tracciata dalla Minardi, da Abbatino e dall’ intelligence. Cosa ne pensa?

Di quel messaggio sono stati informati gli inquirenti. Mi  hanno detto che potrebbero ascoltarlo. Se il movente del rapimento è legato ai soldi della mafia che, tramite De Pedis, sono arrivati nelle casse del Vaticano e da li a Solidarnosc, allora lui potrebbe sapere o aver sentito qualcosa.

Per un quarto di secolo si è sostenuto che dietro la sparizione di Emanuela vi fossero i lupi grigi che avrebbero ordito il rapimento per scambiarla con Ali Agca. Poi nel 2005 una telefonata anonima  a Chi l’ha visto?, che invitava a controllare chi fosse sepolto in Sant’Apollinare a Roma,  ha rimescolato le carte, dando per accreditata la pista della Banda della Magliana. Nel 2008 spunta la supertestimone Sabrina Minardi che “rivela” di aver ricevuto in consegna, da Renatino De Pedis, Emanuela, poi scomparsa a Torvaianica in tragiche circostanze.  Due anni dopo ritorna Agca, che rassicura sull’imminente ritorno a casa di sua sorella e da ultimo, in giugno 2011, un presunto ex-agente del sismi ha dichiarato che Emanuela è in Inghilterra, in un manicomio, da sempre sedata, motivo del rapimento sarebbe un collegamento al caso Calvi e al  crack Ambrosiano. Tante piste per  molti personaggi, ma quanti veramente attendibili?

Questa storia è iniziata nell’81 con l’attentato al Papa nel tentativo di intimorire e gestire la volontà del Papa stesso. La vicenda di Emanuela inizia pochi mesi dopo, quando in Vaticano arriva un’informativa dei servizi segreti francesi , nella persona  del suo direttore De Marenches. L’allarme riguardava il rischio di rapimento di cittadini vaticani. Emanuela fu rapita esclusivamente per la sua cittadinanza, (è quanto ci ripetevano i presunti rapitori). Forse, e questa è una delle ipotesi, per contrastare la politica finanziaria di Giovanni Paolo II a favore della Polonia e di Solidarnosc.

Ha mai conosciuto Paul Marcinkus? Come si è dimostrato con voi Orlandi?

Ho conosciuto Marcinkus allo IOR, non credo sia stato lui, come molti all’epoca pensavano, il famoso telefonista detto “l’americano “ che i primi tempi chiamava per richiedere lo scambio con Ali Agca. A quanto mi risulta, nei confronti dei miei genitori  è sempre stato molto affettuoso e sensibile. Oltre questo non posso giudicarlo.

Era Emanuela l’obiettivo dei rapitori o serviva rapire una qualunque cittadina vaticana?

Emanuela è stata rapita, come spesso ripetevano i presunti rapitori, esclusivamente per la sua cittadinanza.

I politici e la politica: qual è stato il rapporto avuto con la famiglia Orlandi?

Alla fine penso che Emanuela sia stata messa sulla bilancia di vari interessi, politici ed economici. Non credo ci sia un unico responsabile. Sono diversi i responsabili e le persone che hanno avuto un ruolo sia in ambienti vaticani , ambienti italiani e nella criminalità. La sepoltura di De Pedis, il capo della banda della Magliana, nella Basilica di Sant’Apollinare ne è l’esempio, rappresenta il crocevia, lo snodo dell’intreccio tra Stato, Chiesa e criminalità.

Nel suo libro “ Mia sorella Emanuela ”,  scritto a 4 mani con Fabrizio Peronaci, emerge, nel quadro chiaro e preciso di un Paese a cavallo tra due epoche diverse,  il ritratto di un’adolescente serena, della sua passione per la musica, dell’amore per la sua famiglia. Un ritratto inusuale rispetto a quello che spesso la cronaca ci restituisce. Ci racconta un aneddoto, un particolare, di quel 22 giugno del 1983?

E’ un ricordo triste perchè quel pomeriggio Emanuela mi chiese se potevo accompagnarla alla lezione di musica, come spesso facevo. Quel giorno non potevo per un impegno, insistette, ci fu una discussione e lei sbatte la porta e uscì. Da quel momento non l’ho più vista. Sapessi quante volte mi sono detto ”se l’avessi accompagnata”.

Dopo  28 anni cosa spinge Pietro Orlandi a non gettare la spugna ?

Ad Emanuela è stata fatta una grande ingiustizia, gli hanno negato la possibilità di poter scegliere della propria vita e questo vale dopo un giorno o dopo 28 anni. Io non mi arrenderò mai a questo. Nessuna ragione di Stato vale la vita di una persona. Per troppo tempo  hanno cercato di seppellire e far dimenticare questa storia, non ci riusciranno.

C’è ancora una cosa che vorrebbe dire,  ma che non ha ancora detto, a chi pensa abbia delle responsabilità circa il rapimento di Emanuela ?

Si, vorrei chiedere loro per quanto tempo ancora vorranno tenere nascosta questa verità e consiglierei una  lettura del Vangelo di Giovanni;  “la verità vi renderà liberi”

 

NOTE: Il Convitto Nazionale Torquato Tasso di Salerno e ilquotidianodisalerno.it organizzano per il giorno 16 dicembre 2011, alle ore 18.30, nei locali del Convitto nazionale in Piazza Abate Conforti di Salerno, la presentazione del libro “Mia sorella Emanuela” scritto da Pietro Orlandi e Fabrizio Peronaci. Nel libro viene ripercorsa tutta la vicenda legata alla misteriosa scomparsa di Emanuela Orlandi, cittadina vaticana, il 22 giugno 1983. Saranno presenti gli autori del libro e il rettore Maurizio de Gemmis del Convitto Nazionale; l’incontro sarà moderato dal giornalista Aldo Bianchini. Per le esigenze giornalistiche legate alle interviste i due autori saranno disponibili prima dell’inizio dell’incontro.

 

PETIZIONE AL PAPA PER LA VERITA’ SU EMANUELA ORLANDI

Chiunque volesse inserire il suo nominativo nella petizione per il Papa Benedetto XVI può farlo seguendo attentamente quanto qui di seguito riportato:

Lunica modalità per aderire all’appello, il cui primo firmatario è Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, è quella di inviare una mail (senza passare da altri siti) all’indirizzo: petizione.emanuela@libero.it precisando:Aderisco alla petizione a papa Benedetto XVI per la verità su Emanuela Orlandie specificando: NOME E COGNOME, INDIRIZZO E CITTA’ DI RESIDENZA, NUMERO DI TELEFONO, PROFESSIONE ED EVENTUALE COMMENTO. Ecco qui di seguito il testo: “”APPELLO A PAPA BENEDETTO XVI per la VERITAsu EMANUELA ORLANDI – Santità, mi rivolgo a Lei nella sua duplice veste di capo di Stato e di rappresentante di Cristo in terra per chiederLe di porre in essere tutto ciò che è umanamente possibile per accertare la verità sulla sorte della Sua connazionale Emanuela Orlandi, scomparsa a Roma il 22 giugno 1983. Il sequestro di una ragazzina è offesa gravissima ai valori religiosi e della convivenza civile: a Emanuela è stata fatta lingiustizia più grande, le è stata negata la possibilità di scegliere della propria vita. Confido in un Suo forte e ispirato intervento perché, dopo 28 anni, gli organi preposti allaccertamento della verità (interni ed esterni allo Stato Vaticano) mettano in atto ogni azione e deliberazione utili a fare chiarezza sullaccaduto. Un gesto così cristiano non farebbe che dare luce al Suo altissimo magistero, liberando la famiglia di Emanuela e i tanti che le hanno voluto bene dalla straziante condanna a unattesa perenne.

51 thoughts on “Pietro Orlandi: Una petizione a Benedetto XVI per mia sorella Emanuela

  1. Sono cresciuta con l’immagine della piccola Emanuela stampata nella mente. Questa lunga storia, sembra essere senza una fine, senza colpevoli nè mandanti.
    Auguro a Pietro e alla famiglia Orlandi di riuscire, con la petizione a cui ho aderito, a sensibilizzare il Vaticano
    Un grande abbraccio!

  2. Articolo intenso ……speriamo che venga fuori la verità!!!
    Un plauso al Convitto Nazionale che ha fatto suo questo terribile dramma italiano.

  3. Credo sia morta. il giorno della sparizione.Altrimenti come si spiegherebbe un silenzio di quasi 30 anni?

  4. interessantissimo, una vicenda lunga quasi 30 anni che seguo da anni….naturalmente ho inviato l’e-mail per l’adesione all’appello e spero vivamente che si faccia luce una volta per tutte…non potrò partecipare all’evento per impegni precedentemente assunti…complimenti per l’articolo…

  5. Non ci spero più al fatto che Emanuela sia viva: ma speriamo si arrivi ai colpevoli!
    Coraggio Pietro!

  6. Ottimo articolo. Veramente appassionante, soprattutto per chi non seguì la vicenda a suo tempo.

  7. Eppure senza il rinvenimento dei resti, non si può affermare nulla di certo. Aiutiamo Pietro a portare avanti la sua battaglia!
    Aderite alla petizione!
    Grazie alla redazione!

  8. Ottima iniziativa. Chi ha coperto la verità sperava (e forse spera ancora) che la pubblica opinione dimentichi. Bisogna tener vivi i ricordi….

  9. Veramente toccante:-E’ un ricordo triste perchè quel pomeriggio Emanuela mi chiese se potevo accompagnarla alla lezione di musica, come spesso facevo. Quel giorno non potevo per un impegno, insistette, ci fu una discussione e lei sbatte la porta e uscì. Da quel momento non l’ho più vista. Sapessi quante volte mi sono detto ”se l’avessi accompagnata”

    Spero riesca ad affiorare la verità perché poco è stato fatto fin ora. Capire una vicenda simile, sbrogliarne la matassa, al momento sembra difficile.
    Innegabile sono le evidenze degli personaggi coinvolti.
    Una vita spezzata, un equilibrio familiare alterato, gli intrecci cupi tra politica, criminalità e Vaticano, non fanno intravedere una, seppur minima, soluzione che resta comunque importantissima per capire, spiegare e fare chiarezza su una vicenda tanto triste.
    La coscienza delle persone interessate, la coscienza collettiva ed Emanuela bramano il desiderio di verità e giustizia.
    Per giustizia intendo quella terrena, quella alla quale tutti gli Uomini si richiamano.

    un caldo augurio

  10. Non riesco neanche a pensare a quanto possa essere doloroso non sapere che fine abbia fatto una persona cara!

  11. Se solo mi compenetro nel padre, scomparso senza sapere la verità su Emanuela, provo un’angoscia che mi stritola la gola…
    Ho aderito alla petizione
    Un saluto a Pietro Orlandi!

  12. Perchè il Vaticano si ostina a perdurare nel suo annoso silenzio?
    Mi auguro che le speranze di Pietro, siano ricambiate da autentiche risposte.
    Ho firmato la petizione

  13. Non si saprà mai nulla della povera Emanuela. Io sono di avviso opposto, perchè credo sia morta il giorno stesso della scomparsa in un giro di prostituzione e droga

  14. Ci si appella a papa Benedetto XVI per “un atto di coraggio”, in modo che “venga abbattuto il muro di silenzio e omertà del Vaticano e vengano aperti gli archivi”… Il rappresentante di Cristo é troppo impegnato per potersi interessare ad una vicenda che tocca una famiglia,pur se residente nello Stato del Vaticano.
    Mi domando, c’era bisogno di arrivare a tutto ciò?? Se nulla si é fatto, nulla si farà… Chi sapeva tutto é morto ed ha portato con sè la verità.
    Mi auguro che questa intervista non rimanga soltanto l’ enunciazione di un fatto di cronaca ben noto e sepolto sotto quintali di sabbie mobili.
    Firmerò la petizione.

  15. E’ solo dell’Italia un fatto simile.

    Se dopo 30 anni, un familiare ancora si lancia in simili iniziative, dipende unicamente dal fatto che è stato abbandonato a sè stesso, in un silenzio che dovrebbe inghiottire l’intera massa d’ipocrisia che ha mosso sino a questo momento chi si nasconde dietro il mistero del caso Orlandi.
    Sia che la ragazza fosse viva, che nell’ipotesi contraria che nessuno di noi si augura, bisogna che il VATICANO faccia CHIAREZZA.

    Ho aderito alla petizione

  16. A mio avviso,dopo aver letto vari libri e articoli sull’argomento,la tesi del giornalista Nicotri sembra la più convincente:Emanuela Orlandi è stata rapita non per l’attentato al Papa,per la mafia o per Calvi,ma per compiacere le voglie di qualche alto prelato innominabile…il resto è chiacchiera.

  17. Ho aderito alla petizione.Spero che serva ad aiutare i familiari di Emanuela a ricercare la verità

  18. Fin quando il corpo non si troverà, non mi sembra il caso parlare di morte.
    Seppure lo fosse, bisognerebbe scoprire i mandanti…

  19. Sono anni che se ne parla. Tra impostori, ciarlatani e leggende, l’ immagine della 15enne Emanuela Orlandi è viva e presente nella nostra storia. Io dubito che sia viva, ma aderirò all’ appello di Pietro per un solo motivo : sia un modo per sollecitare quel Vaticano omertoso, che da anni si nasconde in un silenzio che non ha scuse

  20. Questa storia mi sembra eterna e senza soluzione. Eppure parliamodella scomparsa di una cittadina vaticana.. Come si fa a restare in silenzio? ho aderito alla petizione

  21. VERITA’ e GIUSTIZIA! sono felice che queste parole siano state scritte in maiuscolo poiché oggi e tutto ciò che vogliamo, niente di più.
    Finalmente un articolo che non è solo scritto per riempire pagine ma parla alla gente in maniera diretta e chiara.
    Spero che si faccia luce nell’oscurità di questa vicenda il prima possibile.
    Auguri

  22. Seguo da anni la vicenda tramite la trasmissione ‘Chi l’ha visto’.Sono rimasta sconcertata,anni fa,nell’apprendere che il capo della banda della magliana riposa in una chiesa,a Sant’Apollinare.Questo è un vero sacrilegio.Qualcuno avanza l’ipotesi che lì dentro vi siano anche i resti di Emanuela.Ma il Vaticano è sordo,non fa niente per aprire quella tomba.Io ho perso un figlio, posso portare un fiore,so che è lì.Per una madre deve essere terribile non sapere ..dovè sua figlia..se è viva,se non cè più.L’incertezza uccide più della verità,che per quanto cruda farebbe pacificare quella famiglia,e anche altre nelle stesse condizioni.

  23. Ho letto il link postato da giulio…Ma come è possibile che nessun inquirente abbia mai convocato Scalfaro per sentirlo in merito alla vicenda Orlandi?

  24. Forse servirà a poco, ma è meglio che starsene senza fare niente.
    Neppure è immaginabile il dolore che assale al pensiero di un familiare che scompare nel nulla.

  25. Un’iniziativa di tutto rispetto, considerando che quello dei minori scomparsi è un tema attualissimo in ogni epoca. Auguri a Pietro, affinchè riesca con questo suo ultimo appello a ricevere le risposte che attende da una vita…

  26. Quando ho appreso, attraverso questa intervista, dell’evento organizzato qui al Convitto Tasso di Salerno, mi sono ripromessa di non mancare;lo ammetto,l’ho fatto soprattutto per curiosità, per ‘vedere da vicino’ un ‘personaggio’ che da un pò di tempo siamo abituati a vedere in tv.
    E invece, con stupore, ho scoperto di trovarmi di fronte una ‘persona’: ho sentito un brivido quando Pietro ha raccontato l’episodio di uno dei tanti ‘viaggi della speranza’ che, nel tempo, ha intrapreso con il padre, alla ricerca della sorella, sparita, e ogni tanto segnalata in luoghi diversi…..
    Come molti di voi hanno scritto in questi post, non immagino proprio cosa si possa provare in una situazione così sconvlgente che cambia per sempre il corso della vita di un’intera famiglia!
    Sottoscriverò la petizione, e spero che la forza d’animo, che sicurmente nasce dal fuoco sempre vivo di questo immenso dolore, non abbandoni mai Pietro e tutta la famiglia Orlandi, e che il successo dell’iniziativa che lui ha intrapreso, possa essergli di supporto e fargli sentire davvero la solidarietà di tutti noi italiani.
    Coraggio!

  27. Lavoro al convitto, mi sono impegnato tanto per accoglierlo al meglio nella nostra scuola.
    Ho ascoltato due persone, Pietro e Fabrizio Peronaci, che, ognuno per i propri aspetti, mi hanno arricchito.
    Questo mi ripaga di tutto il lavoro.
    Spero solo di riuscire a trasmettere qualche emozione che ho provato ai miei alunni.
    Andate avanti così.

  28. Sono stata presente all’evento, ho conosciuto Pietro al quale ho stretto la mano: un’ emozione fantastica…

    In bocca al lupo !

  29. Ho saputo in ritardo dell’ evento ma sono stata vicina col cuore.
    Ho aderito alla petizione…Un abbraccio a Pietro!

  30. Spiace dirlo, ma l’unica speranza di questo caso è il raggiungimento della verità e l’affermazione della giustizia. Non a caso ho citato per prima la verità, perchè, laddove non ci fosse la possibilità, per qualsiasi motivo, di addivenire ad una conclusione giudiziaria della vicenda, solo la verità può fare le veci della giustizia, essendo ad essa connaturata quella potenza purificatrice in grado di soddisfare, al pari della giustizia, gli aneliti della coscienza collettiva. Solo lo stabilire pubblicamente la verità storica della vicenda consente, in qualche modo, ma forse nel modo più profondo, più umano, di fare giustizia. Perchè la verità storica è più vera di quella giudiziaria.
    E’ vero, la verità rende liberi….

  31. Purtroppo il papa, ieri all’ Angelus, non ha fatto alcun cenno alla scomparsa di Emanuela.
    Coraggio Pietro!

  32. Cari amici di Salerno,
    raramente mi è capitato di partecipare ad eventi con intensità e spessore pari a quelli della serata del 16 dicembre nel Convitto nazionale “Torquato Tasso” sul caso di Emanuela Orlandi. Da amico di Pietro e coautore del libro, ma soprattutto da cittadino che spera di far crescere le proprie due figlie in un Paese più civile, libero dalle ombre inquietanti del suo passato, mi sento di dire che sono proprio incontri come questo promosso da Marco Bencivenga a farci ben sperare: la partecipazione e l’impegno anche personale (per ciò che ognuno può dare) sulle vicende più drammatiche e emblematiche della nostra storia recente sono base essenziale per una crescita morale collettiva. Da questo punto di vista, l’altra sera nella sala ho sentito un’atmosfera calda e palpitante dettata da un interesse autentico, non formale. Per non parlare dell’affettuosissimo, successivo incontro convivial-gastronomico. Pietro Orlandi, per la sua passione civile e il suo coraggio, questo meritava. Vi assicuro che tali momenti, me lo ha detto infinite volte, rappresentano la sola, decisiva spinta capace di sostenerlo e incoraggiarlo a proseguire la sua battaglia.
    Grazie e a presto
    Fabrizio

  33. La battaglia è inutile, dato che la povera Emanuela è, stando alla ricostruzione realizzata da Pino Nicotri, morta il giorno stesso della sua scomparsa.
    Ma ciò che davvero perplime è il silenzio intorno ai principali interrogativi che Nicotri pose agli inquirenti. Eppure tutto è documentato, tutto è sotto gli occhi di tutti: compresa la responsabilità del Vaticano.
    Mi limito a postare il link di cui appresso:

    http://www.homolaicus.com/politica/orlandi.htm

  34. Aspettavamo un cenno da parte del nuovo papa, ma Pietro, come noi tutti aderenti alla petizione, siamo rimasti delusi.
    Mi domando se non serva scendere tutti in piazza e tappezzare di giornali tutta la piazza, posto che si riesca a farlo. Il Pontefice ha avuto la petizione, quindi, sapeva della nostra presenza in piazza. Ancora silenzio. Ancora ombre. Ancora tutto come prima…
    Grazie a chi, come questo giornale, segue con sensibilità questo nostro grande dramma.
    Un augurio di felice anno 2012

  35. Segnalo il gruppo nato su facebook per Emanuela, dove vi sono tutte le news riguardanti il caso.
    Chiedete amicizia a Pietro Orlandi e vi iscriverà al gruppo

    Buon anno a tutti

    Carletto da Roma

  36. Il 21 gennaio 2012 incontro dinanzi alla basilica di S. Apollinare a Roma: tutti insieme per Pietro ed Emanuela Orlandi!

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