Fasano: pro ippica

Da uff.stampa sen.Fasano

SALERNO – Un’interrogazione da parte del sen. Enzo Fasano al ministro dell’Economia e delle finanze e al ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali per richiamare la loro attenzione sulla delicatissima situazione in cui versa il settore dell’ippica e chiedere un intervento urgente al fine di evitarne il collasso.

 

Alla base dell’atto ispettivo presentato dal sen. Fasanogià promotore di un disegno di legge in materia, il n. 1068, comunicato alla presidenza a ottobre 2008 – la consapevolezza dell’importanza del comparto ippico. Stando ai dati dell’indagine conoscitiva sulle funzioni espletate dagli Enti vigilati dal Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali relativa a Unire (Unione nazionale incremento razze equine), presentata presso la Commissione agricoltura e produzione agroalimentare del Senato della Repubblica lo scorso febbraio, il patrimonio dei cavalli censiti in Italia ammonta a 436.961 capi, cavalli che, insieme ad allenatori, guidatori e fantini italiani, sono ai vertici delle classifiche internazionali; il numero degli operatori del comparto ippico in senso stretto ammonta a 48.513; l’indotto del comparto ippico è enorme (produzione fieno e mangimi, trasporto cavalli, sellerie, finimenti, attrezzature e abbigliamento, prodotti per la salute e l’igiene dei cavalli, circoli ippici affiliati e agriturismi con cavalli); oltre 610.000 ettari di terreno sono adoperati per allevare e produrre alimento per cavalli.

Negli ultimi dieci anni il forte calo di entrate da scommesse e la conseguente riduzione del montepremi (la fonte di reddito degli operatori) ha gettato il comparto in una crisi che si è acuita sempre più. Per il 2012 le risorse prospettate come disponibili per l’ex Unire, oggi Assi (Agenzia per lo sviluppo del settore ippico) ammontano a 235 milioni (a dispetto dei circa 400 milioni a disposizione negli anni addietro), considerando che il contributo da parte dello Stato, se accordato, potrebbe ammontare al massimo a 40 milioni di euro (150 milioni fino al 2011). I tagli imposti al montepremi, alle risorse per gli ippodromi e a tutti i costi di funzionamento di Assi renderebbero non sostenibile l’attività ippica del Paese, con la conseguente chiusura di ogni attività e la perdita del lavoro da parte degli operatori del comparto ippico in senso stretto e degli occupati nelle attività legate all’indotto. Per questi motivi, le associazioni di categoria hanno proclamato lo stato di agitazione immediato e annunciato l’astensione dalla corse a partire dal 1 gennaio 2012. Nel mirino anche l’A.A.M.S., l’Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato, rea di un presunto abbandono del settore ippico.

 

Da qui l’interrogazione del sen. Enzo Fasano ai ministri dell’Economia e delle finanze e delle Politiche agricole alimentari e forestali, per chiedere quali azioni intendano promuovere per affrontare tale delicata situazione per scongiurare ulteriori possibili conseguenze negative sul piano occupazionale ed evitare il paradosso che la crisi ricada sui soggetti più deboli del comparto.

 

 

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