VILLANI/8: lo stupro legalizzato di un personaggio

Aldo Bianchini

SALERNO – Prima di addentrarmi nei controversi e misteriosi meandri dell’utilizzo con doppiopesismo conclamato della legge fallimentare mi preme, oggi, rappresentare quella che è la mia opinione sulla vicenda giudiziaria che ha travolto il gruppo imprenditoriale ALVI guidato dall’ex presidente della Provincia dott. Angelo Villani. Per meglio spiegarmi faccio un paragone che a qualcuno potrà risultare anche indigesto. Mettiamo per caso che Angelo Villani avesse violentato una giovane fanciulla. La Procura giustamente avrebbe dato il via ad una esemplare azione giudiziaria. Avete letto bene !! ho parlato di “una” azione giudiziaria  e non delle tante azioni che per assurdo potrebbero essere intentate: una per lo stupro, una per il primo bacio, una per le mani che si allungano verso le parti intime, una per il sequestro della persona fisica, una per le lesioni fisiche relative alla trattenuta, una per il forzato svestimento della vittima, una per la penetrazione vera e propria, una per l’occultamento delle prove, e così via. Insomma se un giudice non vuole solo punire severamente lo stupratore ma vuole, invece, massacrarlo gli scaraventa addosso almeno una dozzina di processi. E’ legale tutto questo, fa parte della dottrina giurisprudenziale che questo Paese vanta? La mia risposta personale è decisamente “NO”, mi rendo però conto di vivere in Paese cosiddetto “libero” a patto che la democrazia non diventi libertinaggio. E spesso, lo dico con sofferenza, la magistratura ci dà questa brutta percezione. Qualche settimana fa passeggiando lungo i corridoi del tribunale di Salerno ho ascoltato, da un capannello di avvocati, un commento suo personaggio Villani: “Lo stanno vivisezionando cucendogli addosso un vestito terribilmente criminale quasi come uno stupratore che viene processato non soltanto per l’esecrabile atto di stupro ma per tutte le fasi annesse e connesse”.  La frase, pronunciata dal un noto penalista e già senatore della Repubblica, è assolutamente condivisibile. Nel caso dell’Alvi di Villani la giustizia non sta semplicemente processando l’interessato per un reato ma lo sta vivisezionando prima di tentare di infliggergli il colpo fatale. E perché tutto questo? Mi sono chiesto tra me e me. Difficile rispondere, per farlo dovremmo pensare e credere in una giustizia ondivaga, con tutto il rispetto per gli uomini che l’amministrano e senza tener presente che nel caso di specie potrebbero essere individuati atti contrari alla legge. Ma su questo aspetto è meglio fermarmi qui, almeno per oggi, anche perché il resto che ho da raccontarvi è assolutamente inquietante. Nel precedente articolo sull’Alvi ho parlato delle “parcelle dorate” per la curatela e per gli incarichi a terzi (ivi compresi parenti di magistrati !!) da parte della curatela. Ho anche accennato alla vicenda degli oltre 2milioni di euro spesi dalla curatela solo per il fallimento Alvi. Roba da ridere l’importo, indicato e desunto dal controesame del curatore dr. Tommaso Nigro, di oltre 2milioni di euro. Difatti a causa del vivisezionamento fatto dagli inquirenti sul gruppo Alvi (composto da ben undici società:   1) Alvi spa, 2) Superalvi spa, 3) Supermercati Apulolucani srl, 4) Sannio Discount srl,
5) Supermercati Calabresi srl, 6) Iperalvi srl, 7) Casertana discount srl,
8) A.G. Company srl, 9) Abellinum Market srl, 10) Sogedat srl,
11)  Alpa srl) la curatela “ha dovuto” ovvero “ha potuto”  moltiplicare per undici tutte le relazioni, tutte le perizie, tutti gli incarichi, tutte le convenzioni, e chi più ne ha più ne  metta. Insomma, come dire, una cosa che poteva costare “Uno” ne costerà “Undici” e tutto questo, per carità divina, fatto soltanto per l’affermazione della giustizia e fatto soltanto nel caso “Alvi-Villani”. Non voglio assolutamente crederci ma i sussurri e i chiacchiericci sono davvero tanti per non tenerne almeno e minimamente conto, sembra proprio che solo per Villani la giustizia degli uomini si stia impegnando in mille azioni diverse e si sia piegata dinnanzi ai voleri distruttivi di un altro uomo che non è Villani ovviamente, tanto per intenderci. Alla prossima.

 

3 thoughts on “VILLANI/8: lo stupro legalizzato di un personaggio

  1. Congratulazioni, finalmente qualcuno sta mettendo a nudo quella che veramente è la verità. Non abbia timore di dirla tutta. Saluti

  2. Buongiorno signor Bianchini,
    sono Sergio Spiniello, Amministratore della CASALE del PRINCIPATO Srl,
    azienda coinvolta nel crac ALVI .
    Condivido molto di quello che Lei afferma, anzi rimarco che le procedure fallimentari e/o le esecuzioni , sono delle vere beffe , chi le intraprende , resta “cornuto e mazziato “. Servono solo a procurare un lauto bottino a qualche “consulente” e ai suoi intimi; i quali nel caso ALVI, visto “l’enorme impresa da compiere,” hanno ritenuto che la ” CAROGNA DA SPOLPARE” non fosse sufficiente, e così “legittimamente” hanno pensato bene di rendere più ricco il banchetto , revocando i pagamenti avvenuti nei sei mesi precedenti al fallimento .
    Pagamenti riferiti , all’anno prima, visto che quelli dei sei mesi precedenti , non sono stati incassati ( ALVI pagava a 5 mesi ).
    Per una piccola impresa come la mia, (fornivamo pane fresco ), che per far fronte al fallimento ALVI prima, e CAVAMARKET dopo, si è dovuta indebitare “fino ai pochi capelli rimasti ) , pensi cosa significherebbe dover essere taglieggiata di altri 84’000,00 ( ottantaquattomila euro) .
    Cordialmente La saluto .

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