FAMIGLIA RISORSA PRIMARIA PER LA SOCIETA’

Alfonso D’Alessio

La famiglia cosiddetta “tradizionale”, nata cioè dal sacramento del matrimonio che sigilla l’amore tra un uomo e una donna, aperta alla generazione della vita, non ha bisogno, per farsi conoscere e far parlare di se, di provocazioni sciocche, e in definitiva nemmeno funzionali alla causa che si prefiggono, come quelle che, Alessandro Cecchi Paone, ha inteso fare in occasione del passato pride di Salerno. Usare il solito slogan trito e ritrito, circa il presunto riciclaggio di denaro sporco da parte di preti, è una caduta di stile che lascia pensare ad una mancanza di argomenti sostanziali sui quali invece, quando portati da persone che usano maggiormente e più onestamente la testa, è bello dialogare. Per non parlare della “cacciata” riguardante il desiderio, che lo stesso avrebbe, di condividere la doccia con i giocatori del Salerno Calcio. Qualcuno penserà davvero che sia un’uscita per attirare l’attenzione sul mondo “arcobaleno”? Credo che anche un ingenuo capirebbe che è un metodo per parlare del suo ultimo libro, che guarda caso, tratta della compagine sportiva. Infatti la risibile provocazione è avvenuta in una libreria durante la presentazione di fogli di carta rilegati da Cecchi Paone. Passiamo dunque dalla sabbia alla roccia. E’ doveroso cari amici perché il VII incontro mondiale della famiglia conclusosi a Milano con la Celebrazione Eucaristica di Benedetto XVI, ricorda ciò che a chiare lettere ha detto Gesù su quella che è definibile “chiesa domestica”. Questa deve essere fondata sulla roccia, che per noi cattolici è insostituibilmente Cristo. Cosa accade ad una casa costruita sulla sabbia? Alle prime piogge, all’impeto dei venti non regge. Quando invece le fondamenta sono poste sulla roccia la resistenza è assicurata. Tale elementare considerazione di ingegneria edile, ben inquadra il problema della famiglia contemporanea. Tentando di prescindere dal Vangelo, oggi ci si è spesso illusi che si potesse costruire una famiglia fondata sull’antitesi dell’amore, cioè sull’egoismo e sull’edonismo che hanno come unica legge quella economica. Non più famiglia soggetto d’amore, ma oggetto di appagamento esclusivo dei propri desideri. E la tragedia è servita bella e indorata. Fortunatamente questa istituzione resiste, e anche in un momento di difficoltà come quello della crisi economica, ha dato prova di essere cardine della società ammortizzando, sebbene spesso in silenzio e con sofferenza, l’impatto devastante che il dio denaro impone ai più deboli. Viva la famiglia!

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