De Luca: “la zita contignosa” tra Crescent e Marina d’Arechi

Aldo Bianchini

SALERNO – Prima di iniziare questo mio approfondimento è doveroso precisare cosa significa “zita contignosa” onde evitare interpretazioni capziose e devianti. L’enciclopedia di Google offre questa spiegazione: <<La zita contignosa è una zitella  che smania per avere un uomo ma agli occhi del mondo si finge come mammola e verginella pudica. Si alza la gonna timida mostrando le putenda dicendo no no no, ma poi aspetta dietro l’angolo bramosa di essere continuamente violentata, senza dare nell’occhio, consumando degli amplessi da delirio>>. Questa descrizione rispetta pienamente i vari detti popolari sulle zitelle senza marito ma dal letto facile. Ho inserito questa frase nel titolo perché lunedì 4 giugno scorso nei corridoi di Palazzo Santa Lucia a Napoli (dove in mattinata c’era stata la presentazione di Marina d’Arechi) questa definizione serpeggiava in tutte le stanze in danno del sindaco di Salerno Vincenzo De Luca che si era assentato dalla presentazione inviando il suo assessore al ramo l’architetto Mimmo De Maio. Io sono arrivato quel giorno a Napoli nel pomeriggio ed ho ascoltato commenti veramente salaci e, in buona parte, irripetibili. C’è addirittura la versione secondo cui prima della conferenza stampa il governatore Stefano Caldoro avrebbe chiamato nella sua stanza De Maio e Cirielli e li avrebbe avvisati che non avrebbe tollerato alcuna polemica in un momento così positivo per la città di Salerno. E i due hanno, poi, ubbidito recitando in conferenza ognuno la propria parte. Bravo Caldoro !! Sempre quel pomeriggio ho, però, incrociato nei corridoi del palazzo il neo presidente di Assindustria Salerno, Mauro Maccauro, e le mie antenne ovviamente si sono messe subito in moto nel raccogliere i tam tam fuori dalla porta del governatore che ha ricevuto in “udienza privatissima e riservatissima” il neo presidente. Cosa si sono detti ? Ve lo racconterò nei prossimi giorni. Torniamo alla “zita contignosa” che, invece, a Salerno è apparsa in grande spolvero dopo le abbondanti libagioni della cena cetarese da “Acqua Pazza” con Ernesto Sica che ancora, sostiene qualcuno, avrebbe le chiavi di Palazzo Grazioli.  Dal palco di Marina d’Arechi, difatti, De Luca senza l’ingombrante presenza di Caldoro avrebbe gridato ai quattro venti: “Il progetto è mio ed io lo porterò a termine”, insomma come  un novello San Matteo (il patrono a due facce della Città) in versione moderna. Ma non finisce qui, la zita si è scatenata lanciando epiteti contro tutto e tutti per la faccenda del Crescent: <<Andremo avanti con serenità. Ogni perdita di tempo è fisiologica in Italia. Un comitato pseudo ambientalista di gente che non ha nulla da fare ha presentato ricorsi e controricorsi per bloccare l’opera che è in piena realizzazione>>. Altro che San Matteo o zita contignosa, qui è roba del più sfrenato Berlusconi. Ma, sotengono i bene informati, l’azione della “zita contignosa” (più arguta e astuta di Silvio !!) non si sarebbe fermata qui ed avrebbe pianificato un’azione concentrica da parte di una televisione ed un giornale contro i magistrati, anzi contro uno in particolare: il malcapitato Giuseppe Castiglia, reo di essere stato vicesegretario generale del Senato e quindi a diretto contatto con Schifani, prima di redigere l’ordinanza di sospensione dei lavori del Crescent. Meno male che nella IV sezione del CdS c’erano altri tre giudici (Raffaele Greco, Fabio Taormina e Raffaele Potenza) oltre al presidente Giorgio Giaccardi. Ma cosa importa, il mostro è lui e bisogna colpirlo ad ogni costo. Per carità, per come la penso io sui magistrati in genere, potrebbe anche darsi che l’attacco brutale sia giusto, anche se mi sorprende l’azione di una collega che sempre prudente nei riguardi dei magistrati di casa ora si è anch’essa scatenata contro i magistrati romani. Lo ha fatto, è vero, con grande sottigliezza professionale e dialettica ma l’attacco è a tutto tondo.  C’è un’ultima cosa che mi preme precisare. Quando si parla delle “chiancarelle” smettetela di dire che era un posto degradato e che il Crescent l’ha salvato.  Poteva essere salvato molto meglio senza dispendio di danaro pubblico, senza l’irruzione della speculazione privata e, soprattutto, senza quella mostruosa colata di cemento che fa acqua da tutte le parti.

 

2 thoughts on “De Luca: “la zita contignosa” tra Crescent e Marina d’Arechi

  1. Mi farebbe piacere riconoscere ai Giudici-sempre- la loro autonomia che è sofferenza.Il bravo De Marsico ci diceva che il mestiere del Giudice è un sacerdozio,fatto con sofferenza e in solitudine,il più delle volte…fino ad arrivare alla decisione.Per me i Giudici risponderanno a Dio doppiamente per il loro operato,soprattutto se hanno agito male.Però i Giudici non dovremmo condannarli quando decidono contro di noi o contro ambiti di interessi che ci coinvolgono e non dovremmo elogiarli come in una plaza dei tori.E qualcuno non dovrebbe neanche più ripetere quella odiosa frase:”Ho fiducia nella giustizia”,una frase che denota ipocrisia,sottomissione vigliacca,mancanza di spina dorsale…..quasi sempre pronunciata da chi attende un verdetto.In un Paese democratico si deve avere fiducia in tutte le Istituzioni,di ogni ordine e grado.Ovviamente qualcuno non dovrebbe nemmeno tirare per la giacca qualche Giudice e un Giudice dovrebbe-sempre- trascorrere il suo tempo libero possibilmente nelle bocciofile di altre Province.

  2. La zita, caro Aldo, oltre ad essere evidentemente contignosa, ha la sindrome della primadonna. Rifugge da sempre tutte le manifestazioni in cui non possa primeggiare o sia costretto a condividere, con altri comprimari, l’attenzione dei media e del pubblico.
    Sono storici gli eventi disertati perché c’era anche Alfonso Andria, così come sono note le strigliate ai valletti del cerimoniale, rei di non aver segnalato le sgradite presenze.
    Che ci vuoi fare? Fa parte dell’uomo. Anzi, del Superuomo. Con priapismo dell’Ego incorporato.

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