Israele: negato l’ingresso a ministri diretti in Palestina

Maria Chiara Rizzo

Israele ha rifiutato l’ingresso in Cisgiordania ad alcuni dei ministri esteri dei Paesi –facenti parte del Movimento dei Non-Allineati – diretti a Ramallah per un importante meeting fissato per ieri pomeriggio, allo scopo di creare una solida “coalizione” durante la riunione dell’Assemblea Generale del mese prossimo, in  sostegno al progetto palestinese di adesione alle Nazioni Unite. La riunione è stata, perciò, cancellata.La notizia diffusa da fonti palestinesi ufficiali è stata confermata da Israele che ha respinto la richiesta di ingresso nei Territori Occupati da parte dei rappresentati di Malesia, Indonesia, Bangladesh e Cuba, Paesi che non intrattengono relazioni diplomatiche con lo Stato sionista. Anche la delegazione algerina avrebbe visto respingere la sua richiesta di ingresso se non avesse agito preventivamente, decidendo di non mandare alcun rappresentante diplomatico alla riunione per evitare frizioni con Israele.Ovviamente, chiunque volesse visitare i Territori Palestinesi può solo entrarvi atterrando all’aeroporto di Tel Aviv e poi raggiungere via terra Ramallah oppure attraversare il blindatissimo confine terrestre tra Israele e Giordania. Dunque, Israele decide chi può entrare in Palestina e chi no.Il Ministro degli Esteri palestinese, Riyad al-Malki,  aveva annunciato con entusiasmo la stesura della “Dichiarazione di Ramallah” che avrebbe dovuto portare la firma di tutti i ministri invitati alla riunione di ieri.  “ La dichiarazione- a carattere politico- appoggia pienamente il diritto rivendicato dai Palestinesi di avere un proprio Stato,- aveva annunciato il ministro qualche giorno fa- condanna la costruzione incessante di insediamenti israeliani e sostiene la richiesta della Palestina di ottenere lo status di Stato membro delle Nazioni Unite”.

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