Bersani: cambiare tutto … per non cambiare niente

Aldo Bianchini

SALERNO – Era suggestivo il manifesto sistemato alle spalle di Pierluigi Bersani e Vincenzo De Luca: “Cambiare tutto”. Una sala stracolma di gente dedita al facile visibilio; fuori qualche timida contestazione, neppure tanto credibile. Nelle prime file tutti i maggiorenti del Partito ma anche anche satrapi e filistei. Nelle ultime file qualcuno ha sussurrato, nemmeno tanto a bassa voce: “Cambiare tutto per non cambiare niente”. Se l’avesse sentito De Luca probabilmente lo avrebbe incollato ad un muro come un manifesto dell’opposizione. L’incauto spettatore, forse, aveva ragione anche perché la storia di questo Paese è piena zeppa di candidati che promettono la luna per non fare niente. Questo in linea generale, ma lo spettatore non sapeva che la venuta a Salerno di Bersani era finalizzata a ben altro obiettivo. Innanzitutto ricomporre la frattura e far rientrare a pieno titolo De Luca nelle alte sfere romane. Conviene a tutti, conviene a Bersani, conviene all’intera deputazione salernitana, forse conviene di meno proprio a De Luca che, dall’alto del suo acume politico, questo la sa benissimo. Per il sindaco di Salerno non ci sono alternative; delle due l’una, o entra nel futuro governo come ministro o rimane fuori da qualsiasi discorso. Non ci sono sottosegretariati che contano e che tengono, De Luca merita ben altro e il PD, se vuole vincere e sopravvivere a qualsiasi ventilata scissione, deve dare a De Luca quello che a De Luca spetta, anche in nome e per conto del Mezzogiorno. Non a caso il sindaco di Eboli, Melchionda (fedelissimo di De Luca), pochi giorni prima della venuta di Bersani a Salerno ha lanciato l’idea della candidatura a premier di De Luca nelle imminenti primarie. Quella proposta, all’apparenza fantasiosa, nascondeva un disegno ben preciso ed era foriera di un monito senza possibilità di appello. Solo per questo De Luca è apparso quasi temporeggiatore quando Bersani ha proclamato che dopo la vittoria lo porterà a Roma senza sapere che con De Luca ciò non basta, doveva dire concretamente cosa si prospettava per De Luca senza lasciare la Città di Salerno e rimanendo inalterate le possibilità di correre per la poltrona di governatore della Regione. Astutamente il sindaco di Salerno ha risposto a suo modo evocando Brad Pitt e George Clooney, come per dire che insieme potrebbero strabiliarci. Ma un De Luca sottosegretario, lasciatemelo dire, con la burocrazia imperante  che c’è non riuscirebbe a sorprendere nessuno. Altra cosa è se gli viene concessa una poltrona ministeriale, ad esempio quella dei Lavori Pubblici, allora si che ne potremmo vedere delle belle anche a favore della Città e dell’intera provincia. Senza il ministero, secondo me, De Luca non accetta alcun compromesso. Anche Matteo Renzi lo sa benissimo ed attende, sull’altra sponda, che l’offerta di Bersani perda di consistenza nelle prossime settimane ancor prima del suo arrivo a Salerno previsto per la mattinata del 14 ottobre presso il Grand Hotel. La campagna elettorale è già partita e fino alla primavera prossima ci sarà davvero da divertirsi.

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